Una cena tranquilla
- Autore: Cécile Tlili
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2024
Se l’esprit de finesse potesse diventare materia sensibile, il libro di Cécile Tlili sarebbe enorme; invece è un romanzo con non troppe pagine, con la caratteristica di essere ambientato in una sola stanza, quello che i tedeschi chiamano Kammerspiel, ovvero “tragedie” di natura psicologizzante, con pochi attori, che si consumano in un solo ambiente.
Il titolo del romanzo è Una cena tranquilla di Cécile Tlili (Elliott edizioni, 2024, traduzione di Chetro De Carolis) ed è ambientato a Parigi, in un giorno di fine agosto, una tradizione tra i due amici Étienne e Rémi, con le rispettive mogli.
Claudia è la giovane e bella moglie di Étienne, che cucina da tre ore e più, nell’attesa di Rémi e Johar. Johar, in realtà è già arrivata, ma fuma una sigaretta in strada perché anche in Francia fumare è diventato un atto contro sé stessi e gli altri.
Sta valutando il suo successo personale, perché le è stato proposto di diventare la presidente di due enormi corporation che faranno una fusione sotto la sua carica presidenziale, con uno stipendio assurdo e tutti i benefit che questa carica comporta, jet privato compreso. Nessuna donna di origine marocchina era arrivata a tanto, e Johar scorre tutte le tappe del suo successo, anche quell’ora prima dell’alba in cui i suoi capelli naturalmente crespi diventano lisci e indossa la speciale cipria che schiarisce i tratti del viso, per sembrare solo una donna abbronzata.
Il marito Rémi, che starà arrivando, è un insegnante, innamorato di Manon, una ragazza di soli vent’anni che gli ha ridato il gusto di vivere. Con Johar sono ormai due amici che sporadicamente fanno sesso e lui è ormai pronto a dare alla notizia alla moglie, che in tutti gli anni del matrimonio ha visto così poco. I due salgono insieme nella bellissima casa con terrazza di Étienne e Claudia. Il marito di Claudia aspetta la notizia di Johar perché permetterebbe un suo investimento milionario. Mentre Claudia è una psicologa anomala, che segue pratiche orientali. Sta di fatto che gli altri tre non la prendono molto sul serio, e col suo stipendio si potrebbe far bastare un monolocale in periferia.
Per questo motivo Claudia ancora non ha detto al marito che è incinta, gli altri tre, potrebbero vedere in questa gravidanza una sua vittoria che farebbe contento solo Rémi, che certo guadagna con l’insegnamento, ma nemmeno un terzo di quanto guadagna la moglie. La cena scorre tranquilla, i due amici ricordano i tempi dei vent’anni, quando erano all’università e Étienne faceva strage di cuori perché era molto bello, sicuro di sé ma Rémi era contento per lui, perché la “superficialità” dell’amico gli metteva paura.
Étienne non pensava assolutamente al matrimonio, ma incontrò Claudia, così timida, bella. Lei aveva quasi paura di un ragazzo così popolare, che inizialmente non le diceva niente. Mentre il ragazzo non poteva pensare di essere indifferente a una ragazza bella, come decine d’altre che erano state anche amori di una sera, che però le sfuggiva. Alla fine Étienne capitolò e divenne il marito di Claudia, che era sfinita e contenta. Ma poi capì che forse aveva vinto perché non l’amava troppo e messa in gabbia, la ragazza era perfetta per serate di gala, mostre d’arte. Timida, diceva solo quello di cui era certa, quindi divenne una giovane saggia, brava a cucinare anche per Johar, che detestava per il suo modo di fare, semplice e alla mano; ma Claudia sapeva, che se soltanto avesse voluto, Johar poteva comprare quel magnifico appartamento al centro di Parigi, terrazza compresa.
Ma poi tutto diventa pericoloso, Claudia fa cadere lo zaino di Rémi e nota che sul telefono c’è scritto Manon in diverse chiamate dagli squilli ripetuti. Nel frattempo lei ha degli spasmi fortissimi sotto la pancia e una paura terribile e nondimeno porta il dolce al tavolo, una mousse al cioccolato deliziosa, che resta lì. Poi la telefonata che Johar fa in Marocco per dire le novità e trova la madre angosciata perché le è morto il padre, “quale padre” strilla Johar e capisce che è il nonno e lei si vede con i capelli crespi e struccata che gioca coi cugini a Tangeri e la vita che fa a Parigi le sembra insulsa. Fusioni e soldi, fusioni, soldi e licenziamenti. E Rémi vuole dire alla moglie la verità su Manon perché la ama veramente e perché è giovane.
Ma il personaggio più tragico è Etienne, perché nessuno lo prende sul serio. Non è colpa degli altri tre se lui potrebbe vivere di rendita senza lavorare e se l’affare non va in porto può sempre chiamare il padre per un nuovo lavoro.
Chi scrive non capisce l’accostamento con Yasmina Reza, perché in questo libro nessuno fa una scena madre, rimane appunto Una cena tranquilla.
L’autrice, Cécile Tlili, è sconvolta dall’ignoranza della classe dirigente francese e la storia di Johar che, di mattina molto presto, si fa i capelli lisci e si schiarisce il viso sono segni tremendi di un razzismo tenuto in bassa frequenza, ma sempre pronto a esplodere.
Una cena tranquilla
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