Una giornata al CartaCarbone, festival letterario di Treviso

Si è appena conclusa la seconda edizione di CartaCarbone, festival letterario di Treviso. Potevo non partecipare? Ovviamente no, considerando che la città tra le mura è a meno di mezz’ora da casa mia. Così ho deciso di passare una domenica tra incontri, presentazioni, librai, scrittori, lettori, storie, racconti e parole.

La prima presentazione a cui assisto è quella di Paola Mastrocola affermata scrittrice e autrice de “L’esercito delle cose inutili”. Un libro che, afferma, sembra fantastico, ma che rappresenta solo un linguaggio, un modo per essere più liberi, mentre invece è molto autobiografico e realistico. Nonostante l’autrice ci abbia svelato molti dettagli riguardanti il libro – dal particolare protagonista al paese delle cose inutili – preferisco non entrare nei dettagli e lasciare che il lettore li scopra da soli. Il primo incontro apre nel modo migliore la mattinata: la Mastrocola tocca i più diversi argomenti – dalla scuola alla lettera scritta, alla ironia al suo modo di scrivere – creando diversi spunti di riflessione.

Giusto il tempo di uno spuntino e poi di corsa verso il “juke – books”, ovvero una particolare presentazione che hanno ideato i librai della libreria indipendente “Marco Polo” di Venezia. Da una lista distribuita, il pubblico sceglie i libri che, in seguito, i librai raccontano, consigliano e leggono. Un modo affascinante per scoprire nuovi testi. Indovinate di chi si è allungata la lista di libri da leggere?

Un po’ di riposo prima di tornare all’auditorium Santa Caterina per uno degli eventi conclusivi della giornata e del festival: la presentazione di “Momenti di trascurabile (in)felicità” di Francesco Piccolo. Come spiega l’autore, l’aggettivo “trascurabile” indica un modo di essere che fa parte della vita quotidiana, dei momenti sopportabili, ma che, allo stesso tempo, hanno anche un valore. E non c’è niente di meglio che concludere la serata ascoltando alcuni brani tratti dal suo ultimo romanzo e scoppiare a ridere insieme a tutta la gente che ha riempito la sala.