Uomini e dèi
- Autore: Emanuele Pagani
Emanuele Pagani, appassionato di egittologia e della cultura degli egizi, racconta qualcosa in più sul suo libro "Uomini e dèi".
- Cosa ti ha portato a scrivere "Uomini e dèi"?
Ho sempre avuto un grande fascino verso l’Egitto; sin da piccolo guardavo documentari e mi recavo al Museo Egizio di Torino abbastanza spesso proprio, perché quella civiltà mi ha sempre emozionato: sin dal suo inizio, nella fase più paleolitica, sino alla sua fine, con l’assorbimento da parte dell’impero greco-romano.
Nel corso del tempo ho letto anche numerosi libri riguardanti questa civiltà e, più di una volta, ho provato a studiare del geroglifico da autodidatta; attualmente conosco bene le basi, anche se... effettivamente, non è una cosa semplice.
- Cosa in "Uomini e déi" è storicamente vero?
Io questo libro non l’ho scritto con l’intento di "fare capire la storia dell’antico Egitto"; il perché l’ho scritto risulta molto più semplice.
L’Egitto ha una storia complessa e che dista molto da quella che insegnano nelle scuole elementari o medie; è un insieme di fatti intricati che si uniscono perfettamente come un ingranaggio di una macchia... potrò provare, in futuro, a redigere un romanzo che possa spiegare anche la realtà dei fatti ma, sarà molto difficile.
Ecco, una cosa vera c’è: il faraone Akhenaton e la sua eresia; la sua storica eresia che ha portato gli egiziani a credere solo nel dio Aton, cancellando i nomi delle altre divinità...
- Cosa portò l’eresia di Akheton al popolo egizio?
Questa è l’unica domanda che ottiene una risposta in questo libro; certamente è molto romanzata, ma vi è per davvero una risposta.
Il caos; questo è quello che ha sentito e che ha prodotto il popolo egizio dopo la presa di posizione di Akhenaton e questo è quello che si evince dal testo del libro. Addirittura, i due personaggi, avranno anche dei contatti con le divinità, le quali le guideranno attraverso numerosi ostacoli.
- Contatti con le divinità?
A differenza dei più che pensano all’abduction o a elementi di natura extraterrestri, dall’Antico Egitto ci sono giunte testimonianze che, per davvero, il popolo egiziano, aveva dei contatti con le proprie divinità: sogni, oracoli... ma anche la stessa vita metteva in contatto ogni giorno la divinità all’uomo. Tutto questo per non escludere la presenza di un semi-dio come capo dello Stato; con potere giudiziario, temporale e spirituale.
- Quando e come ti è venuta in mente questa idea?
Ero sul balcone della cucina intento a guardare il cielo scuro con degli auricolari e della buona musica; stavo rivedendo, all’interno della mia mente, le ultime nozioni che avevo appreso in fatto di egittologia... o forse stavo ripensando a un ultima scoperta in terra egizia, forse una tomba o una necropoli. Ad un tratto, mi armo di carta e penna e inizio a tracciare la mappa di una storia che... viene fuori da sola. Una storia di avventura, di tentativi e soprattutto di amore; amore tra i due protagonisti e amore per quella terra che gli ha visti nascere.
- A chi consigli il tuo libro?
Sicuramente a egittofili come me a cui potrebbe piacere; ricordando però che è solo un romanzo, non un libro di storia. In secondo luogo anche ai ragazzi che vogliono approcciarsi a una civiltà così grande o perché, semplicemente, hanno intenzione di leggere un breve libro.
Uomini e dèi
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