Vanessa Diffenbaugh ha 33 anni e vive a Sacramento, in California. Si è laureata a Stanford in Scrittura Creativa e in Educazione Artistica. Ha lavorato a lungo in associazioni no-profit accogliendo bambini in affido. Lei e il marito sono genitori biologici di due bambini, Gracida e Miles e hanno in affido il giovane Trevon Lyle. Il suo primo romanzo ‘Il linguaggio segreto dei fiori’ (Garzanti, 2011), è un fenomeno editoriale senza precedenti. Conteso dagli editori di tutto il mondo, è stato venduto a cifre record in trenta paesi.
Vanessa ha da poco fondato un’associazione no-profit, che si occupa di bambini che non hanno una famiglia, chiamata Camelia Network perché, nel linguaggio dei fiori, camelia significa “il mio destino è nelle tue mani”.
Vanessa, ti diamo il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Matteo Grimaldi domanda: Victoria, la piccola protagonista del suo libro, è una bambina senza genitori cresciuta in un istituto e sempre rifiutata dopo brevi esperienze presso famiglie affidatarie. Vista la sua lunga esperienza nel settore dei servizi sociali, ci può raccontare come si sente un bambino senza genitori? Che percezione ha della vita, dell’amore, del voler bene, del mondo fuori le mura, del domani?
Spesso quello che succede con i bambini che hanno un’esperienza simile a quella di Victoria è che si comportano in un determinato modo che adesso spiego. Per esempio, quando Victoria finisce nella casa di Elisabeth che fa di tutto per adottarla, che prova qualsiasi strada per tenerla con sé, Victoria è invece fermamente convinta che Elisabeth stia per riportarla ai servizi sociali e la mette di continuo alla prova per dimostrare di aver ragione su questo. Questi bambini che sono stati spesso abbandonati e rifiutati si comportano in modo tale da far succedere il peggio perché temono che il meglio non accada e quindi anche se non vogliono assolutamente essere abbandonati, fanno in modo di diventarlo.
- Matteo Grimaldi domanda: Attraverso il suo libro, il lettore entra di diritto in un mondo affascinante e misterioso, quello dei fiori e del loro significato. In una recente intervista ho letto del suo bouquet matrimoniale, quasi totalmente composto di violaciocche, che significano: “Per me sarai sempre bello”. A chi regalerebbe oggi una violaciocca (marito e figli esclusi)?
Sì, il mio bouquet era composto completamente di violaciocche che appunto significa “tu per me sarai sempre bello/a”. A me è piaciuto molto mettere insieme questa composizione floreale perché le persone cambiano ovviamente, soprattutto nei matrimoni lunghi, quindi è importante sottolineare che l’amore è destinato comunque a durare. E’ un bouquet perfetto per una sposa, ma penso che anche tra amici si possa regalare questo tipo di fiore.
- Elisa Caser domanda: So che sta lavorando a un nuovo romanzo. Si avvarrà nuovamente di un alfabeto segreto, allo stesso tempo nascosto in profondità e sotto gli occhi di tutti?
No, sarà un tema completamente diverso quello che tratterò nel mio prossimo libro...
- Sandra Martone domanda: Lei è la fondatrice dell’associazione Camelia Network. Ce ne potrebbe parlare?
La ringrazio veramente di questa domanda perché mi fa piacere parlarne. Siamo proprio in questo momento negli Stati Uniti attivi per il lancio di Camelia Network. Se si va online è possibile avere un’idea più chiara di quello che vogliamo fare: in pratica, c’è un elenco di questi giovani che stanno lasciando il sistema affidatario americano e hanno delle necessità e degli obiettivi specifici. Ma questa è solo la prima fase. Un’altra iniziativa che vogliamo lanciare a breve è quella di rivolgerci ai club dei lettori che sono molto diffusi negli Stati Uniti, per chiedere loro di supportare finanziariamente ed emotivamente questi giovani. Un’altra cosa che faccio è una mia promozione personale in questi club dei lettori: in pratica io vado di persona, i lettori mi rivolgono delle domande dirette e poi io parlo anche di Camelia Newtwork. Non so se questo si possa fare in Italia, perché ovviamente bisognerebbe parlare inglese, ma io verrei volentieri.
Questa era l’ultima domanda: non ci resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato l’invito di SoloLibri.net. Se vuoi lasciare un messaggio al mondo intero, qui puoi farlo.
Nessun messaggio, vorrei solo ringraziare tutti i lettori, soprattutto italiani, che hanno risposto in maniera così calorosa al mio libro. Grazie!
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