Verso l’infinito
- Autore: Jane Hawking
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2015
All’inizio le cose tra Jane e Stephen vanno più o meno così. L’anno in cui si incrociano è il 1962 (anno di inediti “fermenti” in lungo e in largo per il mondo, Inghilterra compresa) e studiano entrambi. A Cambridge. Lei è una ragazza intellettualmente vivace, attratta dalla Spagna e dai libri dei poeti. Lui è decisamente più insolito, lo vedi spesso smarrito nei propri pensieri: studia cosmologia, senz’altro una materia impegnativa. Jane lo trova decisamente “bizzarro”, ma proprio per ciò ne è incuriosita, e insomma tra Jane Wilde e Stephen Hawking – tra una festa e l’altra, un esame e l’altro, una pausa e l’altra - all’inizio va in questo modo. C’è anche da dire che all’epoca in cui conosce Jane, il futuro per Stephen non lascia presagire nulla di buono: si ammala di una grave malattia degenerativa e la prognosi è spietata: due anni di vita al massimo, un tempo troppo breve forse persino per l’amore.
La storia dimostra come le cose andranno in tutt’altra direzione: malgrado debba confrontarsi con i limiti stringenti, imposti dalla sclerosi laterale amiotrofica, Hawking insiste e resiste, studia e resiste, diventa scienziato, professore, si sposa con Jane (che in venticinque anni di matrimonio gli darà tre figli). Diventa una specie di luminare degli studi su tempo e spazio, e chissà che molta di questa forza non gli venga proprio dall’amore. L’amore dato e l’amore ricevuto. Da Jane Wilde, in primo luogo.
“Verso l’infinito” (Piemme, 2015) è il libro in cui proprio lei ci rivela del “genio”, declinando gli squarci salienti del quarto di secolo trascorso al suo fianco, traducendo in scampoli di quasi-normalità una relazione che di normale, a pensarla da fuori, sembrerebbe avere avuto poco o nulla. Vuoi per le insolite occupazioni di Hawking, vuoi per una patologia che lo costringe a relazionarsi con la moglie e col mondo, in modo via via sempre più difficoltoso. Nel 1985 è colpito da una grave polmonite. Sottoposto a tracheotomia permanente perde l’uso della voce. Un tecnico di Cambridge costruisce per lui un sintetizzatore vocale, che trasforma in suono ciò che egli scrive su un sofisticatissimo computer.
Il libro è decisamente corpulento (si aggira intorno alle 500 pagine) ma scorre. In forza di uno stile narrativo piano e della curiosità che suscita l’interfacciarsi con le sfumature riposte di una mente a dir poco luminosa (quella di Stephen Hawking, naturalmente). E però niente prurigini. “Verso l’infinito” si ricorda soprattutto come una storia d’amore e di lotta, la storia d’amore e di lotta di Jane e Stephen riprova di quanto possano i sentimenti e la forza di carattere per la buona riuscita di un essere umano. Non soltanto per la sua sopravvivenza.
Da questo romanzo è stato tratto il film “La teoria del tutto” (regia di James Marsh), in questi giorni nelle sale.
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La storia di un genio della nostra epoca che con difficoltà e tenacia ha vissuto una vita alla scoperta della fisica. Coniugando la passione per i numeri e le scienze esatte con la difficoltà di una malattia paralizzante ed estremamente invadente. Un libro che parla di tenacia e forza di volontà, oltre ad illustrare solo alcune delle iniziative di un grande studioso.