Via del Vento compie trent’anni. La casa editrice pistoiese, fondata e tuttora diretta da Fabrizio Zollo, ha sin qui pubblicato circa 240 volumi, dato vita a quattro collane, tirato fuori inediti e testi rari dei più grandi scrittori del ’900. Libri di piccole dimensioni con un unico punto denominatore: la qualità. Abbiamo approfittato dell’occasione per fare il punto della situazione proprio con Fabrizio Zollo, che ci ha concesso questa intervista.
- La storia di Via del Vento è partita trent’anni fa. Cosa ricorda di quei giorni e con quali propositi avviò la nuova casa editrice?
Ho fondato le Edizioni Via del Vento nel 1991, quando trasferii in questa via (che oggi si chiama anche via Vitoni, ma che molti pistoiesi si ostinano a chiamare via del Vento, ché sempre vi spira, anche nella calura estiva) il mio atelier per dipingere. Intesi così tener viva la vocazione letteraria della via dove hanno abitato da giovani i letterati Gianna Manzini, Piero Bigongiari e Sergio Civinini, senza mai incontrarsi, perché vi hanno vissuto in anni diversi. Nei primi due o tre anni dalla fondazione mi ha accompagnato con il suo preziosissimo contributo anche il poeta Paolo Fabrizio Iacuzzi, oggi presidente e direttore del Premio Letterario Internazionale “Il Ceppo”, prima che da Pistoia si trasferisse a Firenze.
- Cosa è cambiato in questi trent’anni per Via del Vento?
Sul piano della passione niente, ma su quello dell’energia molto, anche perché volendo curare tutto personalmente ma non potendo seguire adeguatamente come vorrei le altre mie passioni (della pittura, della scultura e della fotografia), che pure non ho mai abbandonato, sono stato costretto progressivamente a ridurre il numero delle quattro collane quadrimestrali a una sola, “Ocra gialla”, destinata a racconti inediti in Italia di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento.
- E com’è cambiato il lavoro editoriale vero e proprio?
Non è cambiato a mio parere, dal momento che i curatori dei volumetti nei vari settori linguistici (letteratura italiana, americana, francese, tedesca, spagnola, ecc.) sono fidelizzati da anni a questa mie edizioni e per quanto riguarda la distribuzione libraria sono tuttora organizzato su distributori regionali che coprono tutta la penisola. Per quanto riguarda il lato dolens, quello della scarsità dei lettori, devo registrare che paradossalmente la crisi pandemica ha ridato fiato alla languente fiammellina della lettura.
- Ci parli delle collane di Via del Vento.
Le collane, tutte quadrimestrali (cioè tre titoli l’anno ciascuna in tiratura di duemila copie e di circa 40 pagine a volumetto), iniziarono con “I quaderni di via del Vento”, che alternava un volumetto a carattere letterario a uno a carattere artistico. Questa collana fu affiancata nel 1994 dalla collana di prosa “Ocra gialla”, l’unica oggi attiva e di cui ho già accennato; nel 1997 aggiunsi la collana di poesia straniera “Acquamarina” e nel 2006 la collana “Le Streghe”, destinata ai grandi personaggi pistoiesi, di nascita o d’adozione, nel campo della letteratura o dell’arte in genere (Gianna Manzini, Piero Bigongiari, Marino Marini, Emanuel Carnevali, Tiziano Terzani, Mauro Bolognini, Yves Montand...). I volumetti delle collane cessati vengono tuttora richiesti al pari di quelli della collana in essere. Molti dei circa 240 titoli complessivi sono esauriti, ma qualcosa può ancora trovarsi nel mercato antiquario.
- I volumi pubblicati da Via del Vento hanno il prego di contenere testi rari se non del tutto inediti: in quale modo riuscite a scovarli? Qual è il vostro modus operandi?
La cosa funziona così: io propongo ai vari curatori l’elenco degli autori italiani o stranieri che sono nelle mie corde e che mi piacerebbe pubblicare se mai esistesse di loro qualche racconto non ancora pubblicato in volume in Italia (al limite può essere già stato pubblicato decenni fa in qualche rivista letteraria). I curatori si attivano ognuno per il proprio ramo linguistico, si procurano l’opera omnia in lingua originale di quel determinato autore e poi escludono con pazienza tutti i racconti che fossero già stati pubblicati in Italia (sia tra i libri in commercio, sia tra quelli del mercato antiquario). Se la ricerca ha successo e il racconto o i racconti trovati sono di buona qualità, il traduttore procede oltre alla traduzione alla stesura della postfazione e della biografia dell’autore.
- Qual è stato il testo più difficile da trovare o da tradurre?
Ce ne sono stati tanti di difficile reperibilità, e per quelli di difficile traduzione il pensiero mi corre subito ai due volumetti del giapponese Ryunosuke Akutagawa [Un marito illuminato e Sogni e altri racconti inediti, n.d.a.].
- E il testo del quale siete particolarmente fieri?
Molti: il primo racconto scritto da Ferdinand Céline, i racconti inediti di Marcel Proust, l’unico testo ancora inedito in Italia di Thomas Mann, i primi drammi di Bertolt Brecht, le prose di Samuel Beckett, i racconti inediti di Ernest Hemingway, le prose di Antonin Artaud, Rainer Maria Rilke, Albert Camus, André Gide, Hugo von Hofmannsthal, Cesare Pavese, Lou Andreas Salomé, Beppe Fenoglio, Vittorio Sereni, Ezra Pound, Corrado Alvaro, Robert Musil, Joseph Roth…. e tanti altri.
- C’è un testo che state cercando ma non siete mai riusciti a trovare e a pubblicare?
Più di uno, ma i dossier con quei nomi sono ancora aperti e non dispero di trovare prima o poi la chiave giusta per poterli pubblicare, quindi preferirei non dirne.
- Microeditore: è un termine che le piace?
Certo, visto che questo termine attiene solo alla dimensione aziendale e non al valore del pubblicato.
- Tra trent’anni Via del Vento…
Temo che le Edizioni Via del Vento cesseranno con me... troppo accentramento, personalizzazione. Non mi sentirei di fare programmi nemmeno per un lustro...
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Via del Vento compie trent’anni: l’intervista all’editore Fabrizio Zollo
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