Vittorio Nocenzi. Sguardi dall’estremo Occidente
- Autore: Gianfranco Salvatore
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2011
Franco Battiato, Eugenio Bennato, Angelo Branduardi, Rossana Casale, Simone Cristicchi, Niccolò Fabi, Eugenio Finardi, Ennio Morricone, Enrico Ruggeri: basta una scorsa alla lista dei contributi a questo “Sguardi dall’estremo Occidente” (Stampa Alternativa - Nuovi Equilibri, 2011) per farsi un’idea della stima e della fama che investono Vittorio Nocenzi, da che Banco del Mutuo Soccorso è stato Banco del Mutuo Soccorso e lui l’artefice.
E poi giuro che per non farla troppo lunga ho riportato solo qualche nome, lasciando fuori una elenco ben più corposo di varia umanità - nota e meno nota, comune e non comune -, arruolata in massa per l’esperimento del secolo: quello della “recensione collettiva” che solo a un diavolaccio di sperimentatore/innovatore come Nocenzi poteva venire in mente.
Allegato a questo libro troverete, infatti, anche un suo cd, con lo stesso titolo. Sono nove composizioni per piano solo sul quale il drappello di cui sopra è chiamato a esprimersi come più gli pare e piace. Un modo come un altro per saperne qualcosa su quanto sopravvive del rapporto con la musica al tempo dell’usa-e-getta e dei dischi saponetta.
Tornando alle pagine (ben) scritte: trattasi, per lo più, di un’articolata conversazione con il musicologo Gianfranco Salvatore.
Un confronto quasi filosofico - se non vi spaventa questo termine, altrimenti fatevene una ragione - che gira e rigira attorno al rapporto della sette note con la parola, le arti visive, le tecnologie, il razionale, l’irrazionale, l’inconscio, e anche (soprattutto?) con l’indicibile e l’invisibile che ci circondano. Speculazioni niente male e d’un certo peso, che vanno a comporre il ritratto autentico di un artista onnivoro, talentoso, curioso, sui generis, aduso al canto gregoriano come agli impressionisti, all’etnomusicologia come a Stravinskij, Bartók, Puccini, Prokofiev, Bach, a chi più ne ha più ne metta, insomma, purchè faccia armonia e suoni qualcosa.
"Sguardi dall’estremo Occidente" può rivelarsi così una lettura sapienziale, da non mancare; consigliata caldamente a quanti ritengono che scrivere - e/o parlare - di musica sia ancora una faccenda tremendamente - fortunatamente - seria.
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