Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet, è stato davvero molte cose nella sua vita: filosofo, scrittore, drammaturgo, storico, enciclopedista, poeta, aforista, romanziere, autore di fiabe e saggista francese.
Il suo nome si lega indissolubilmente alla cultura dell’illuminismo, essendo lui uno degli esponenti e animatori principali di questa corrente insieme a Locke, Montesquieu, d’Alambert, Diderot e molti altri autori francesi.
La produzione letteraria di Voltaire è molto vasta e caratterizzata da chiarezza dello stile, vivacità e ironia dei toni. Uno dei fulcri centrali delle opere di Voltaire è la polemica contro le superstizioni e contro le ingiustizie. Egli è Deista (cioè seguace della religione naturale che professa l’estraneità della divinità rispetto al mondo e alla storia), scettico, contro il clero e la chiesa e laico. Tra i vari meriti, gli va riconosciuto di essere uno dei principali ispiratori del pensiero razionalista e non religioso moderno.
La vita di Voltaire
Voltaire, principalmente filosofo e scrittore francese, nasce il 21 novembre 1694 a Parigi. Come già accennato, il suo vero nome è Francois-Marie Arouet. Figlio di una famiglia borghese e ricca, i suoi primi studi li compie presso gesuiti e giansenisti, ricevendo così una solida formazione umanistica.
Ancora giovane, viene introdotto nella Société du Temple, circolo in cui emerge subito la sua vivacità intellettuale.
Tra il 1717 e il 1718 scrive, già sotto pseudonimo, la tragedia "Edipo" e il poema epico "La lega o Enrico il Grande" (1723), in seguito ripubblicato col titolo di "Enriade". L’iniziale momento prolifico e felice della sua carriera viene però bruscamente interrotto a causa di un litigio col cavaliere di Rohan, che gli frutta l’esilio in Gran Bretagna dal 1726 al 1729.
Il periodo che passerà costretto a vivere a Londra sarà però fondamentale per la sua formazione intellettuale; capire come funzionano realtà politica e sociale in Gran Bretagna convincono Voltaire che anche lo stato assolutistico e feudale francese abbia la necessità di una profonda riforma. Quello che pensa Voltaire lo affida alle "Lettere filosofiche" (o "Lettere sugli inglesi"), che riscuotono un enorme successo in Francia, diventando uno dei principali testi di riferimento contro l’Ancien régime.
In seguito, nel suo breve soggiorno a Parigi, Voltaire pubblica una serie di tragedie tra cui "Bruto" (1730) e "La morte di Cesare" (1731). Nel 1732 l’autore e filosofo francese è di nuovo costretto a fuggire da Parigi per evitare un arresto, trovando rifugio nella regione della Lorena.
Lì, ospite nel castello di Cirey di Madame Émilie de Châtelet, Voltaire si dedica ad alcune tragedie e finisce di scrivere il trattato "Gli elementi della filosofia di Newton" nel 1738. Questo testo costituisce un attacco contro la fisica cartesiana.
La sua posizione con la corte si risolleva grazie a Madame de Pompadour, che simpatizza per lui, e grazie anche alla pubblicazione di "Poema di Fontenoy". A quel punto è fatta e il suo ritorno a Parigi, dove viene nominato storiografo del re e dove diventa membro dell’Académie Francaise, ha luogo nel 1746.
Tra il 1749 e il 1753 Voltaire vive a Berlino, ospite di Federico II di Prussia. Qui completa "Il secolo di Luigi XIV" e scrive il racconto filosofico "Micromega". In seguito a un litigio con il presidente dell’Accademia di Berlino, Pierre Louis de Maupertuis, è costretto a lasciare anche questa città.
Da qui si sposta a Losanna e a Ginevra, stabilendosi poi nel 1758 al castello di Ferney. Ormai ricco e famoso, è qui che Voltaire passerà gli ultimi vent’anni della sua vita. A questo punto Voltaire è un punto di riferimento per tutta l’opinione pubblica dell’intera Europa illuminata.
Voltaire non manca di scatenare l’ira dei cattolici con un’irriverente parodia su Giovanna D’arco e non risparmia nemmeno i protestanti, con la pubblicazione del "Saggio sui costumi" nel 1756.
Voltaire opera come fiero avversario di ogni tipo di provvidenzialismo e come assertore convinto di disordine morale e fisico presente in natura. Questi suoi modi di essere trovano espressione nel romanzo filosofico "Candido", del 1759.
Voltaire non smette mai di scrivere per il teatro, curando lui stesso spesso le rappresentazioni teatrali dei suoi scritti. Attraverso questa intensa attività polemista e pubblicista Voltaire persegue la sua battaglia contro ogni forma di fanatismo religioso e superstizione, andando contro privilegi politici e a favore della giustizia e della tolleranza.
A questo proposito, le maggiori opere filosofiche le ha scritte nel suo ultimo periodo. Un paio di esempi: il "Trattato sulla tolleranza" (1763) e le "Questioni dell’Enciclopedia" (1770-1772).
Tornato a Parigi nei primi mesi del 1778, nell’occasione della rappresentazione della sua ultima tragedia "Irene", viene accolto da un tripudio di folla, venendo incoronato con l’alloro. Voltaire muore nel 1778, a 83 anni, a Parigi.
Voltaire: le opere
Voltaire, come già chiarito, è stato un autore particolarmente prolifico nella sua lunga vita. Le sue opere, così come quelle di altri illuministi, hanno ispirato politici, pensatori e intellettuali successivi.
Vediamo la lista di quelle che possono essere considerate le opere principali:
- Edipo, tragedia, 1718
- Artémire, tragedia, 1720
- La lega o Enrico il grande, poema epico, 1723
- Erode e Mariamne, tragedia, 1724
- La festa di Bélébat, commedia, 1725
- Enriade, epopea, 1728, riedizione de La lega
- Storia di Carlo XII, 1730
- L’indiscreto, commedia, 1730
- Bruto, tragedia, 1730
- Gli originali o il Signor Capo Verde, commedia, 1732
- Erifile, tragedia, 1732
- Zaïre, tragedia, 1732
- Sansone, libretto d’opera musicale, 1732
- Il tempio del gusto, saggio, 1733
- Tanis e Zélide ovvero i Re pastori, tragedia, 1733
- Lettera a Urania, 1733
- Lettere inglesi o Lettere filosofiche, 25 lettere, 1734
- Adelaide del Guesclin, tragedia, 1734
- Lo scambio, commedia, 1734
- Trattato di metafisica, saggio, 1734
- La morte di Cesare, tragedia, 1735
- Mondain, 1736, seguito da una Difesa
- Epistola su Newton, 1736
- Il figliol prodigo, commedia, 1736
- Alzire o Gli americani, tragedia, 1736
- Saggio sulla natura del fuoco, 1738
- Elementi della filosofia di Newton, 1738
- L’invidioso, commedia, 1738
- Discorso in versi sull’uomo, 1738
- Zulime, tragedia, 1740
- Pandora, libretto d’opera musicale, 1740
- Maometto ossia il fanatismo, tragedia, 1741
- Mérope, tragedia, 1743
- Teresa, 1743
- La Principessa di Navarra, commedia balletto, 1745
- Il Tempio della gloria, libretto d’opera, 1745
- Il facchino guercio, racconto, 1746
- Così-sancta, facezia, 1747
- La Prude, commedia, 1747
- Sogno di Platone, 1748
- Di quel che non si fa e di quel che si potrebbe fare, 1748
- Zadig o Il destino, romanzo, 1748
- Il mondo come va, racconto, 1748
- Lettera d’un turco, 1748
- Memnone o la saggezza umana, 1748
- Semiramide, tragedia, 1748
- La femmina che ha ragione, commedia, 1749
- Nanine o Il pregiudizio sconfitto, commedia, 1749
- Oreste, tragedia, 1750
- Discorsi di Voltaire all’Accademia di Francia, 1750
- Storia dei viaggi di Scarmentado, 1750
- Roma salvata ovvero Catilina, tragedia, 1750
- Lettera di un turco sui fachiri e sul suo amico Bababec, racconto, 1750
- Il secolo di Luigi XIV, 1751
- Il Duca d’Alençon o I fratelli nemici, tragedia (variante di Adelaide del Guesclin), 1751
- Micromega, 1752
- Amélie o Il Duca de Foix, tragedia (ulteriore variante di Adelaide del Guesclin), 1752
- La Pulzella d’Orléans, poema eroicomico 1755
- L’orfano della Cina, tragedia, 1755
- Poema sul disastro di Lisbona, 1756
- Poema sulla legge naturale, 1756
- Storia del dottor Akakia, 1756
- Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni (Essai sur les mœurs et l’esprit des nations et sur les principaux faits de l’Histoire depuis Charlemagne jusqu’à Louis XIII) 1756, tr. it. Torino, Einaudi, 2017, 2 voll., a cura di D. Felice
- I due consolati, racconto, 1756
- Galimatias drammatico, dialogo, 1757
- Relazione del gesuita Berthier, 1758
- Relazione del fratello Garassise, 1758
- Candido o l’ottimismo, racconto, 1759
- Socrate, tragedia, 1759
- Storia di un buon brahmano, racconto, 1759
- Memorie per servire alla "Vita" del signor Voltaire, scritte da lui medesimo 1759-1760
- La scozzese, commedia, 1760
- Dialogo tra un bramino e un gesuita, 1760
- Dialoghi tra Lucrezio e Posidonio, 1760
- Pensieri per gli sciocchi, 1760
- Tancredi, tragedia, 1760
- Il diritto del signore, commedia, 1762
- Il sermone dei cinquanta, 1762
- Olympie, tragedia, 1762
- Trattato sulla tolleranza, 1763
- Quello che piace alle signore, 1764
- Dizionario filosofico, 1764
- Jeannot e Colin, racconto, 1764
- Il triumvirato, tragedia, 1764
- Dell’orribile pericolo della lettura, saggio, 1765
- Questioni sui miracoli, 1765
- La filosofia della storia, 1765, tr. it., in Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni, 2 voll., Torino, Einaudi, 2017
- Il filosofo ignorante, 1766
- Piccola digressione, 1766
- Le domande di Zapata, 1766
- L’ingenuo, racconto, 1767
- Gli Sciiti, tragedia, 1767
- La guerra civile di Ginevra, 1767
- Charlot ovvero La Contessa de Givry, dramma, 1767
- L’uomo dai quaranta scudi, racconto, 1768
- La Principessa di Babilonia, racconto, 1768
- L’A, B, C Dio e gli uomini, 1769
- La canonizzazione di san Cucufino, 1769
- Le lettere di Amabed, 1769
- Il custode, commedia, 1769
- I Guèbres o La tolleranza, tragedia, 1769
- Il Barone d’Otranto, opera buffa, 1769
- Questioni sull’Enciclopedia, 1770
- I Pelopidi, ovvero Atreo e Tieste, tragedia, 1771
- Le lettere di Memmio, 1771
- Bisogna prendere una parte, 1772
- I due barili, opéra-comique, 1773
- Le leggi di Minosse, tragedia, 1773
- Sofonisba, tragedia, 1774
- Don Pèdre, tragedia, 1774
- Il grido del sangue innocente, 1775
- Dell’anima, 1776
- La Bibbia spiegata infine da alcuni cappellani di S.M.L.R.D.P., 1776
- L’oste e l’ostessa, divertimento, 1776
- Dialoghi di Evemero, 1777
- Commentario sullo spirito delle leggi 1777
- Irene, tragedia, 1778
- Agathocle, tragedia, 1778
- Storia di Jenni ovvero Il saggio e l’ateo, racconto
- Correspondance, 13 voll. dall’epistolario a cura di Theodore Besterman, editi dal 1977 al 1993
- Stupidità del cristianesimo, Nuovi Equilibri, edita nel 2001, brani editi e inediti raccolti in volume
- Corrispondenza con Vauvenargues, edita nel 2006, lettere inedite
Il pensiero di Voltaire
Per quanto riguarda la religione, Voltaire lotta contro quella che degenera in superstizione e non contro la religione in quanto tale. Per lui una religione deista e popolare è necessaria come elemento che mette ordine, tanto che "se Dio non ci fosse bisognerebbe inventarlo" . Voltaire ritiene però che ogni dogma è ridicolo in quanto forzale qualcuno a credere risulta assurdo.
Parlando di politica, invece, Voltaire operò sempre, nonostante le numerose delusioni, per un orientamento politico che negasse, grazie all’autorità dello Stato, il privilegio feudale. Egli era, in questo senso, favorevole alla monarchia assoluta, ma non dispotica.
Voltaire volle anche costruire una storia filosofica e le sue idee trovano attuazione nel suo capolavoro “Il secolo di Luigi XIV”, passato alla storia perché non è più il re il protagonista, bensì il secolo.
L’opera più celebre di Voltaire, “Candido”, mostra senza veli e con ironia le disgrazie, le sofferenze e i dolo, tutti quelle ingiustizie e le tragiche casualità che tutti gli uomini sono costretti ad affrontare su questo “atomo di fango”, la Terra.
Cosa è opportuno fare una volta che si è distrutto il mito del “migliore dei mondi possibili”? Coltivare il nostro orticello, sostiene Voltaire. L’ottimismo metafisico è falso mentre è buono quello della ragione, che deve comunque rimanere consapevole dei propri limiti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Voltaire: vita, opere e pensiero
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