Wheeling di Hugo Pratt

Vedi il “tratto” di Hugo Pratt una volta e lo riconosci per sempre. Messa così sembrerebbe una trovata (peraltro alquanto trita) da spot tv, ma è la verità unica e sola.

I disegni di Hugo Pratt sono un languore, una saudade, una freccia indiana conficcata tra memoria e stupefazione: come trovarsi faccia a faccia con l’Idea di fumetto in sé, per capirci. Sull’impronta prattiana non c’è di che sbagliarsi: facce, oceani, strade, malinconie e vite da avventura (capitani coraggiosi, pionieri, cuginetti o eredi di Corto Maltese che siano), imparentate strette con l’“altrove”; estratti dal brodo primordiale dei mondi possibili, archetipi umani, ambasciatori del verosimile nel mare grande della Storia e dell’Imprevisto.

“Wheeling” è il (non) luogo dove l’epica si è incrociata con la frontiera e la nascita di una nazione. E’ uno snodo, un incrocio dei venti, il sogno di un sognatore e un lembo di leggenda cuciti assieme: è una grande saga a fumetti, la gigantografia di gruppo della colonizzazione nordamericana riveduta e corretta in senso immaginifico-realista.

Il titolo discende dal nome di una minuscola città canadese (di cui, peraltro, Pratt era cittadino onorario), la trama dalle gesta di Robert Rogers, maggiore dell’esercito coloniale americano, una di quelle facce da avventura (polvere-roccia-pistole-sudore) cui si diceva prima, per un racconto senza fiato, che salta subito agli occhi e arriva dritto al cuore. Filo rosso: l’amicizia virile; corollario: musi rossi, pistole, frecce, fucili, fanteria a cavallo, piccoli/grandi eroismi e non poche viltà per un manipolo di malinconici e spaventati guerrieri; contesto: la guerra d’indipendenza americana. E la prelibatezza per nuvole, strisce e disegni è bella che servita (ma Pratt avrebbe potuto fare lo scrittore, tanto e bene si dilunga nelle descrizioni).

Meglio e più del mero fumetto western, "Wheeling" è un romanzo a disegni, un inno, un’ossessione, “la” trama di una vita, se è vero com’è vero che la prima stesura di “Wheeling” affonda in un tempo lontano (1962) e in un luogo argentino (la rivista “Misterix”) e le due rivisitazioni successive (1980; 1995) coprono l’arco dell’intera esistenza prattiana (la versione definitiva del fumetto risale a poco prima della sua morte - contiene l’aggiunta di alcuni acquarelli smarginati, quasi danzanti, suggestivi).

Quest’edizione, che esce in veste deluxe (grande formato con copertina cartonata) per Rizzoli Lizard, recupera il taglio che il suo autore le aveva impresso in origine, quello montato in pannelli a tre strisce. In appendice c’è anche il compendio delle celeberrime “Leggende indiane”, utili e bellissime (lasciatemelo dire) sotto l’aspetto antropologico oltre che grafico. Costa 22 euro ma è un libro imperdibile.