Yellow Birds
- Autore: Kevin Powers
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
“Yellow Birds” di Kevin Powers (Einaudi, 2013) è un magnifico libro sulla guerra e sul rapporto amicale e cameratesco tra soldati. Un affresco brutale e al contempo denso sulla guerra in Iraq.
- Vincitore del PEN/Hemingway Award 2013 per il miglior esordio.
- Vincitore del Guardian First Book Award 2012.
- Finalista al National Book Award 2012.
- Tra i 10 migliori libri dell’anno per «The New York Times Book Review».
Due ragazzi in Iraq: piccoli, immaturi, uno di ventuno anni e l’altro di diciotto anni, al cospetto di una cosa immensa come la guerra. Impreparati, si ritrovano tra minareti e viuzze scoscese, con mitra dappertutto. La guerra non ha vinti né vincitori.
Straordinariamente tradotto da Matteo Colombo per Einaudi, il libro inizia così:
"La guerra provò ad ucciderci in primavera. Quando l’erba tingeva di verde le pianure del Ninawa e il clima si faceva più caldo, pattugliavamo le colline basse dietro città e cittadine".
Illuminante e già tragico. Bartle è uno che non viene da una buona famiglia, è anche un po’ canaglia, ma promette alla madre di Murphy di riportarlo a casa sano e salvo. Una promessa maledetta. Bartle coglie tutte le debolezze del diciottenne, che assomiglia al capitano Sterling, un cinico guerriero che è franato nell’orrore della guerra, perdendo un po’ in umanità. Stanno insieme i due, come due fratelli, Murphy viene pure lasciato dalla ragazza. La genesi del rapporto parte da queste parole:
"Voi due quanti anni avete? - Diciotto - rispose in fretta Murph. - compiuti la settimana scorsa, - aggiunse sorridendo. Mi sorprese che non me l’avesse detto.. così giovane. Allora io ne avevo ventuno e diciotto non mi erano mai sembrati così poco...guardai Murph. Aveva un brufolo.. le pelle liscia. Mi resi conto che non si era mai fatto la barba in vita sua".
Il rapporto tra Bartle e Murph è struggente, delicato, uno si forma sull’altro, quindi potremmo definire "Yellow Birds" anche romanzo di formazione (o come quelli che parlano bene, un Bildungsroman).
Si fa fatica a raccontare questo libro perché si sciupa tutto, i silenzi, le libere uscite. Non dirò una parola su Murph: lo scoprirete leggendo questa meraviglia di romanzo che incanta e fa rabbrividire. Murph, il piccolo rosso che non ha barba, è tratteggiato da Powers in questo modo:
"E quindi certo, Murph voleva vedere un po’ di gentilezza, voleva guardare una bella ragazza, voleva trovare un posto in cui la compassione esistesse ancora, ma il punto non era quello. Lui voleva scegliere. Voleva volere. Voleva rimpiazzare l’ottundimento che gli stava crescendo dentro con qualsiasi altra cosa."
Nelle parti che vedono il soldato che torna a casa, l’io narrante della vicenda è straziante, il veterano di guerra che non ha nemmeno venticinque anni. Non vi dico oltre della trama, perché i romanzi di guerra sono come i Thriller e non si deve mai dire troppo.
L’autore del libro è Kevin Powers, che si è arruolato nell’esercito a diciassette anni e ha combattuto come mitragliere in Iraq nel 2004 e nel 2005.
Dopo questa, diciamolo, autobiografia, continuerà a scrivere?
Non so, l’unica cosa che posso dire che era da tempo che non leggevo un libro così atroce e così bello.
Yellow Birds
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