Zanzare. Il più micidiale predatore della storia dell’umanità
- Autore: Timothy C. Winegard
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2021
Non bastava la zanzara tigre, adesso c’è anche la coreana, a disturbare non solo le notti estive, anche le invernali. Perché non teme il freddo questa mutazione ancora più aggressiva del nemico numero uno dell’umanità: la principale e più famigerata assassina del genere umano, avverte Timothy C. Winegard, storico canadese ed esperto di storia militare e dei nativi americani. È l’autore del saggio storico-biologico-entomologico, in stile cronistico, Zanzare. Il più micidiale predatore della storia dell’umanità, edito da HarperCollins Italia a luglio (2021, 568 pagine), nella traduzione di Paolo Lucca dall’originale The mosquito, uscito nel 2019.
Quella contro le zanzare è una guerra, dice. Anzi, la guerra del genere umano. Dura da sempre ed è un conflitto impari. Se noi siamo 7,7 miliardi, l’esercito nemico schiera un’armata di 110 bilioni di insetti, in ogni parte del pianeta, escluse l’Antartide, l’Islanda, le isole Seychelles e qualche atollo della Polinesia francese. A quanto pare, però, resteranno immuni solo fino all’arrivo anche da quelle parti della coreana: resiste al freddo e all’asciutto.
Le armi del nemico: almeno quindici agenti patogeni letali o debilitanti, trasmesse dalla puntura della femmina di questa specie ronzante, sempre a caccia di sangue. Quelle dell’uomo: strategie difensive non sempre efficaci e spesso nocive per gli umani, lamenta Winegard.
Le vittime: 830mila umani nel 2018 (al confronto, nello stesso anno siamo stati responsabili “solo” della morte di 580mila nostri simili, pur piazzandoci al secondo posto nella classifica degli “assassini” di uomini e donne). Dal 2000, questa legione sterminata di amazzoni aggressive, che vivono solo per succhiare sangue e deporre uova, ha provocato in media la morte di 2 milioni di persone ogni anno. I leoni si fermano a 100 e i lupi, nonostante la pessima fama, a una decina di umani sbranati.
Il ciclo vitale copre da una a tre settimane in genere, se non intercettate dalle nostre contromisure. Quello dei maschi è minore, non supera le due e non si nutrono di sangue, solo di larve nell’acqua, elemento vitale della specie, dal momento che le uova vengono deposte e si schiudono in ambiente umido, dove la pupa staziona fino a raggiungere la maturità. A quel punto, le giovani zanzare maschio si riuniscono in stormi, le femmine vanno in giro invece, non allontanandosi in media più di 400 metri dal luogo in cui si sono sviluppate, pur potendo volare anche a 3 chilometri.
Secondo le stime, avrebbero determinato la morte di metà degli esseri umani della Terra. In pratica, in 200mila anni hanno eliminato circa 2 miliardi di persone sul totale di 108 miliardi. E non lo hanno fatto direttamente, ma trasmettendo tossinfezioni devastanti con la puntura, che di per sé provoca solo un lieve fastidio doloroso e in qualche caso irritazioni cutanee. Senza le zanzare come vettore, moltissimi microrganismi non potrebbero raggiungere gli esseri umani, né mantenere attivo il ciclo del contagio. Gli uni hanno bisogno delle altre. Se non ci fosse la minuscola zanzara femmina, non esisterebbero tantissime malattie, sulle quali l’autore si sofferma.
È uno degli aspetti affrontati in questo lavoro, che guarda anche all’incidenza di questi insetti nelle varie fasi della storia umana e in tutti i continenti.
Tolte le zanzare, il mondo sarebbe diverso: sterminatrice primaria della popolazione umana, è stata un fondamentale ma sottovalutato fattore di cambiamento.
J.R. McNeill, docente di storia nell’Università di Georgetown, sostiene che la capacità di condizionare i nostri affari internazionali, dimostrata da creature apparentemente insignificanti come le zanzare e da microrganismi invisibili a occhio nudo come i virus, infligge un duro colpo alla stima che l’uomo ha di sé, della propria intelligenza e arbitrio. Eppure, storici, saggisti e giornalisti trovano le epidemie, le malattie e le zanzare molto meno interessanti di guerre e conquiste. Nei libri di storia, si preferisce attribuire i destini di imperi e nazioni all’esito di conflitti e alla capacità di condottieri di volgere certi eventi in proprio favore. E un ruolo viene riconosciuto anche ad attività sempre umane come la politica, la religione, l’economia.
Invece d’essere considerata come soggetto storico attivo a nostro danno, la zanzara è stata retrocessa a semplice comparsa, ignorando la persistente influenza sulla nostra storia. Ma le malattie che ha trasmesso a viaggiatori, mercanti, soldati e colonizzatori in tutto il mondo si sono dimostrate più letali di ogni arma o invenzione umana.
Questo insetto nuoce all’uomo da tempo immemorabile. Le ronzanti propagatrici di epidemie hanno marciato sui campi di battaglia, debilitando le più grandi armate e spesso decidendo scontri che hanno cambiato il corso dei secoli. Libri di storia militare e film hollywoodiani andrebbero riscritti o girati di nuovo: le zanzare sono state molto più determinanti di soldati, armi e capi. È uno scontro impari e non abbiamo mai avuto la minima possibilità. Evolvendo e adattandosi, l’irriducibile nemico ha vanificato ogni tentativo di eliminarlo, continuando a nutrirsi di noi e conservando “il suo regno di terrore”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Zanzare. Il più micidiale predatore della storia dell’umanità
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Sono perfettamente d’accordo: io (ma sicuramente non sono il solo), ho sempre ritenuto che il destino dell’uomo dipenda da lui e da quanto riesca a fare. Che di fosse un terzo incomodo che, fra l’altro, si dimostra decisivo, non ci avevo mai pensato.
Pertanto, l’opera di Winegard serve ad aprire gli occhi della gente su uno scenario sconosciuto e insospettato e non sarebbe del tutto scorretto rivedere la storia sotto questo punto di vista.