Zanzibar è una bugia
- Autore: Margherita Marvasi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2017
Come si fa a decidere di punto in bianco di cambiare vita e di andare a vivere lontano in un paradiso terrestre? Mollare tutto e partire fa paura, eppure è stata una decisione maturata senza troppi ripensamenti, un grande cambiamento che ne valeva la pena, scrive Margherita Marvasi. “Zanzibar è una bugia” è il racconto della sua scelta di lasciare tutto alle spalle, di ricominciare da zero, la storia dei suoi dieci anni trascorsi in Africa nei quali la nostra autrice ha dato spazio alla sua fantasia, alla creatività, all’amore, con coraggio e molta determinazione.
Ed è anche il racconto di una fuga in un paradiso, tra palme e sabbie bianche che non sempre riesce a far dimenticare la propria realtà. Una storia personale di rinascita, di speranze e di sconfitte, ben scritta e ben narrata. In poco più di cento pagine che scorrono piacevolmente ci si immerge nella bellezza dei luoghi e nelle passioni della nostra protagonista.
“Zanzibar ha cancellato tutte le mie paure regalandomi un gran senso di pace. Finché è durata”.
Zanzibar un arcipelago al largo della Tanzania: Unguia la più grande e Phemba ancora selvaggia e poco frequentata dai turisti. Una terra con la sua storia affascinante e turbolenta, tra conquiste, schiavismo ed invasioni. Nel canale che le divide Hemingway era di casa perché amava la pesca d’altura. Una terra che offre spettacoli indimenticabili come i tramonti che si tingono di arancione e rosa e i profumi di spezie che inebriano i pensieri.
“Molte volte mi sono chiesta se ne valesse la pena, quell’essere altrove, quella ricerca, la solitudine di avere sfilacciato le radici, tutte quelle volte in cui la bellezza dell’isola si trasforma in un inganno, e il colore della mia pelle stonava con quello dell’Africa”.
Il sogno di Margherita Marvasi era diventare giornalista e l’aveva realizzato lasciando Bologna e stabilendosi a Roma, alternando tappe a Milano per Luca, l’uomo che amava. Poi ad un certo punto nella quotidianità intensa e frenetica la gioia non c’era più e, insieme alla crisi economica, impietosa anche nelle redazioni dei giornali, ecco che la scelta di andare via è presa. La vita sull’isola iniziava con litri di tè, con l’idea che si stava concretizzando del loro hotel, dell’atelier e la collezione per le boutique italiane, con nuovi amici e i giorni d’amore per Luca.
“Momenti di felicità pura”.
Una scelta d’amore che la rendeva felice ed operosa. Margherita aveva saputo adattarsi con sensibilità e intelligenza agli usi e costumi del posto: dall’imparare con difficoltà la lingua locale, ad indossare i kanga, i vestiti delle donne africane cuciti con scampoli di stoffa dai colori sgargianti, all’approfondimento della storia dell’architettura locale con intrecci di diversi stili, dalle chiese gotiche agli edifici coloniali inglesi.
Ma pian piano col tempo, come spesso accade, la parte oscura di noi prende il sopravvento. Luca e Margherita sanno intimamente che quella vita per loro non è che una fase. L’Africa non poteva essere il posto giusto dove trovare una patria. Il rumore del mondo lontano, la noia, il caldo troppo caldo, l’acqua e la corrente elettrica che manca all’improvviso, gli amici che possono tradire, e i turisti che vogliono a tutti i costi trovare la loro cartolina tropicale, ecco che la magia è finita.
“Zanzibar è una bugia, ma una bugia senza la quale non so più vivere”
un’isola che per molto tempo è stata la sua casa. La tristezza e una differente solitudine avvertita profondamente dalla nostra protagonista la trascinerà alla deriva tra mare e cielo come una barca spinta dalla corrente; un brivido al cuore così forte la lascerà senza forze. Margherita Marvasi ha amato, sperato, riso e pianto; ha danzato sotto le stelle e sfiorato gli animali della savana, ha camminato ore sulla spiaggia ed esplorato i fondali di corallo, ha amato Luca, ma sentirà in lei di essere pronta ad un nuovo cambiamento.
“Per la persona che ero, per come mi sono sempre immaginata, per l’ambiente nel quale mi sono formata, forse New York sarebbe stata più facile. Ed è strano pensare come un luogo possa cambiare il corso di una vita. Se fossi rimasta in Italia, o in Europa, o in Sudamerica, o da qualsiasi altra parte, sarei oggi la persona che sono? Quanto l’Africa è diventata parte di me?”.
Zanzibar è una bugia
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