In occasione della scomparsa del grandissimo Philip Roth, morto a New York a 85 anni, vincitore di un Pulitzer, ma mai di un premio Nobel, pur essendo stato forse il maggior narratore americano contemporaneo, ricordo Zuckerman scatenato, uno dei suoi libri meno noti, ma sempre grandissimo.
Pubblicato nel 1981 questo romanzo di Roth precede l’ormai celebre trilogia di Pastorale americana, Ho sposato un comunista, La macchia umana.
Il protagonista è l’alter ego dello scrittore, il giovane romanziere Nathan Zuckerman, reduce dal grandissimo successo editoriale di un romanzo che gli ha fruttato una enorme ed inattesa ricchezza, ma che lo costringe a fare i conti con il suo passato, i suoi affetti, la sua identità ebraica.
Eccolo dunque in giro per New York dove è raggiunto da strani personaggi che lo invidiano, lo minacciano, gli chiedono le cose più strampalate; il momento della verità arriva però con la grave malattia del padre, al cui capezzale corre insieme al fratello Henry. Sul letto di morte il vecchio dottor Zuckerman pronuncerà un’unica parola rivolta al figlio Nathan, bastardo.
Il libro che gli ha dato fama e denaro, infatti, ha per protagonista un pervertito che il pubblico ha identificato con lo stesso autore e la storia che si racconta ha distrutto la ragione a suo padre che ne morirà: una metafora forte sul rapporto autore-personaggio, sulla finzione narrativa che Roth tratta con la consueta maestria letteraria. Straordinaria la ricostruzione di alcuni ambienti della sua infanzia, la Newark degli anni 40, che ricorre in molti dei suoi romanzi, o la Miami dei pensionati, o ancora la Manhattan anni 70, descritta negli anni poco dopo la morte di Bob Kennedy. Roth è stato un grandissimo narratore, anche nelle sue prove meno celebri.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Zuckerman scatenato: un libro di Philip Roth per ricordarlo
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