In un autoritratto, datato 1639, si era raffigurata come l’allegoria della pittura. Del resto non poteva essere altrimenti, lei Artemisia Gentileschi era “la pittrice”, la sua arte l’accompagnava come la sua più intima essenza.
Fu la prima donna a essere ammessa alla prestigiosa Accademia delle arti di Firenze e una delle prime artiste italiane riconosciute dalla storia dell’arte. Ebbe una vicenda esistenziale tumultuosa e controversa, che si lega strettamente alla sua opera trasfondendo l’immagine pittorica nella narrazione autobiografica.
Artemisia Gentileschi: vita di una pittrice
Artemisia Gentileschi nacque a Roma l’8 luglio 1593, figlia del pittore pisano di stampo manierista Orazio Gentileschi. Riportano le fonti che fu battezzata due giorni dopo la nascita nella chiesa di San Lorenzo in Lucina. La piccola Artemisia rimase orfana di madre in tenera età, nel 1605. Fu probabilmente in questo periodo, per reagire al lutto, che si avvicinò alla pittura. Del resto era stimolata dal talento del padre Orazio, talento nascente dell’Urbe, che lei guardava ammirata mentre si cimentava con colori e pennelli nel suo laboratorio. L’ammirazione sconfinata dell’infanzia diventò ben presto un tentativo di emulazione e la giovane Artemisia apprese le tecniche pittoriche alla base del realismo caravaggesco.
A soli diciassette anni, nel 1610, realizzò la sua prima opera Susanna e i vecchioni che svelò all’Urbe il suo straordinario talento. La pittura della giovane aveva toni vividi e drammatici, che richiamavano i dipinti di Caravaggio ma vi aggiungevano una sfumatura che al grande Michelangelo Merisi sfuggiva: la prospettiva di uno sguardo femminile.
L’incredibile vicenda esistenziale di Artemisia è tuttavia funestata da un evento che sembra determinare un prima e un dopo nella sua vita, uno spartiacque drammatico. Nel 1611, durante il suo apprendistato in bottega, la giovane venne violentata dal pittore Agostino Tassi. Ne seguì un lungo processo che fece scandalo all’epoca e balzò all’onore delle cronache. Artemisia, la vittima, fu quasi ritenuta colpevole dello stupro perché era considerata una donna immorale, una “donna che dipingeva”.
Nonostante le malelingue e la pena dello scandalo alla fine Artemisia ebbe la meglio al processo: Tassi fu condannato. Lei allora lasciò Roma partendo alla volta di Firenze dove poté dare una svolta alla propria carriera artistica. Trasformò la pittura in un atto di catarsi: nel quadro Giuditta e Oloferne (1612), considerato il suo capolavoro, Artemisia Gentileschi sembrò gridare la propria vendetta: il suo stupratore veniva decapitato, era sua la testa mozzata da cui sgorgavano fiotti di sangue. Ancora oggi l’opera può essere letta come una condanna pittorica: un metoo ante litteram in cui la pittrice trasformava in immagine gli abusi delle donne da parte dei potenti e riportava giustizia.
Artemisia Gentileschi fu la prima donna della storia a essere ammessa alla prestigiosa Accademia delle arti di Firenze. Riuscì a vivere della sua arte, superando persino il talento del padre Orazio dalla cui ombra fu tuttavia sempre eclissata.
Ignorata per secoli dalla storia dell’arte, la vicenda di Artemisia è stata riportata all’attenzione del grande pubblico grazie alla letteratura che ci ha restituito il valore di una pittrice geniale che nel Seicento dovette lottare per affermarsi in un mondo prevalentemente maschile in cui non v’era spazio per le donne nell’arte.
Scopriamo 6 libri da leggere dedicati ad Artemisia Gentileschi che oggi ci permettono di scoprire la storia della straordinaria pittrice.
1. Artemisia di Anna Banti
È il libro più famoso e sofferto della scrittrice Anna Banti che, scavando tra le macerie della storia, ci restituisce il ritratto di una donna eccezionale “né sposa né fanciulla”. Nel romanzo Artemisia, pubblicato nel 1947, Banti riporta alla luce la travagliata vicenda esistenziale della pittrice seicentesca Artemisia Gentileschi. Il libro richiese numerose stesure e un lungo lavoro di ricerca, ma fu ripagato da uno straordinario successo e dal plauso unanime della critica che perdura tuttora.
Artemisia
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2. La passione di Artemisia di Susan Vreeland
La vita e le opere di Artemisia Gentileschi sono state di recente riportate all’attenzione del pubblico in un romanzo della scrittrice californiana Susan Vreeland, edito da Neri Pozza. La passione di Artemisia narra dell’incessante lotta della prima grande pittrice riconosciuta nella storia dell’arte: una donna che, in un mondo ostile alle donne, riuscì a imporre la sua arte e a difendere strenuamente la propria visione dell’amore e dell’esistenza.
La passione di Artemisia
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3. Le lettere precedute da “Atti di un processo per stupro”
Il volume riporta gli atti del processo intentato nel 1612 contro il pittore Agostino Tassi, accusato dal padre di Artemisia, Orazio Gentileschi, di strupro ai danni della figlia. Gli atti riproducono gli interrogatori e le deposizioni dell’accusatore, dell’imputato e vari testi sullo stupro. Una vicenda intricata in cui i ruoli dei protagonisti non sono tuttora ben chiari, ma in cui Artemisia non fu mai creduta, guardata con sospetto perché faceva "esercizio di pittura". Il volume è corredato da un saggio scritto da Roland Barthes.
Lettere precedute da «Atti di un processo per stupro»
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4. Artemisia di Alexandra Lapierre
Artemisia di Alessandra Lapierre, edito per la prima volta da Mondadori nel 1999, è un romanzo storico ben orchestrato che ci restituisce la storia della prima pittrice italiana.
Nella Roma del 1600 la giovane Artemisia si batte furiosamente per imporre il suo talento. L’avversario più temibile che le si para di fronte altri non è che il padre, il grande pittore Orazio Gentileschi. Artemisia è il dramma di una passione folle, della tenerezza e dell’odio di due creature incatenate dai legami di sangue. Ma soprattutto è l’avventura di una delle prime pittrici che la storia ricordi.
Artemisia
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5. Gentileschi. Padre e figlia
Un articolo scritto nel 1916 da Roberto Longhi ebbe il merito di riportare in luce la figura dimenticata di Artemisia Gentileschi. Il testo è stato riedito nel 2011 in una preziosa edizione illustrata dalla casa editrice Abscondita.
Lo storico dell’arte Roberto Longhi inizia questo suo scritto giovanile dedicato a Orazio Gentileschi con queste parole rivelatorie: "il più meraviglioso sarto e tessitore che mai abbia lavorato tra i pittori" e alla figlia Artemisia "l’unica donna in Italia che abbia mai saputo cosa sia pittura, e colore, e impasto, e simili essenzialità" che ci svelano l’esistenza della prima pittrice italiana.
Gentileschi. Padre e figlia. Ediz. illustrata
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6. Artemisia Gentileschi e il suo tempo
Attraverso un arco temporale che va dal 1593 al 1653, questo volume svela gli aspetti più autentici di Artemisia Gentileschi, pittrice di raro talento e straordinaria personalità artistica. Artemisia Gentileschi e il suo tempo è catalogo, realizzato sotto il coordinamento scientifico di Francesca Baldassarri, accompagna la retrospettiva romana dedicata alla grande pittrice seicentesca, tenutasi nel 2016 a Palazzo Braschi, a Roma.
Artemisia Gentileschi e il suo tempo. Ediz. a colori: 1
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7. L’ombra di Artemisia di Maurizio Cohen
Una narrazione moderna quella di Maurizio Cohen che intreccia la vicenda storia di Artemisia alla contemporaneità. Attraverso le vicende incrociate e sovrapposte delle due protagoniste, la pittrice Artemisia Gentileschi e una donna contemporanea, un’attrice di nome Jenny. L’ombra di Artemisia ci regala due stupendi ritratti femminili, ma soprattutto l’affermazione dell’importanza di Artemisia come donna prima che come artista.
L'ombra di Artemisia
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Ci auguriamo che si racconti la storia di Artemisia Gentileschi per lungo tempo ancora attraverso nuove e originali narrazioni, perché la pittrice seicentesca è un personaggio immortale, capace di sopravvivere al trascorrere delle epoche portando un messaggio sempre attuale di resilienza, consapevolezza, tenacia e autodeterminazione femminile.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Artemisia Gentileschi: 7 libri da leggere dedicati alla prima pittrice italiana
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