L’ombra di Artemisia di Maurizio Cohen

La giovane e bella Jenny - personaggio principale de “L’ombra di Artemisia” di Maurizio Cohen - è un’attrice e si trova a Roma per girare un film su Artemisia Gentileschi, l’immortale pittrice seicentesca, nel quale lei interpreta proprio la protagonista. Ma una sera, dopo le riprese e dopo avere trascorso qualche ora in un locale nel centro di Roma, Jenny viene seguita da tre uomini e violentata ripetutamente da loro.

È l’inizio di un incubo in cui le due figure - quella di Jenny e quella di Artemisia - inizieranno a sovrapporsi fino quasi a fondersi: anche Artemisia Gentileschi, infatti, pittrice geniale e talentuosa, ammirata perfino dal Caravaggio, fu violentata da un pittore amico di famiglia e dovette affrontare un processo che è stato soprattutto morale, rivolto a lei, al suo essere donna, quasi imperniato sull’accusa assurda di esser stata una seduttrice piuttosto che una vittima.
Anche Jenny dovrà affrontare questo processo e dovrà farlo due volte: da un lato contro i suoi tre violentatori, appartenenti alla buona borghesia romana, che faranno di tutto per fare apparire lei come colpevole; dall’altro sul set, dove interpreta Artemisia e rivive su di sé le ingiuste e terribili umiliazioni sopportate nel Seicento dalla pittrice.

Alla fine vincerà la forza e dignità dell’essere donna di entrambe le protagoniste, quasi che Artemisia, a secoli di distanza, avesse trovato attraverso la figura di Jenny giusto riscatto e vendetta, e se Artemisia verrà consacrata come immensa artista, Jenny troverà l’amore ed il riconoscimento per il suo talento di attrice.

“L’ombra di Artemisia” di Maurizio Cohen, veramente ben scritto, oltre che piacevole è anche di notevole interesse. Attraverso le vicende incrociate e spesso sovrapposte delle due protagoniste emergono non solo due stupendi ritratti femminili, ma soprattutto un’affascinante affermazione di Artemisia come donna prima ancora che come artista.