Jacques Brel, ritenuto il maggior cantautore francofono, è conosciuto soprattutto per le sue melodiche canzoni in lingua francese, ma il talento letterario del cantautore belga non era da meno, come dimostrano i testi da lui musicati. Uno tra i suoi testi poetici più conosciuti è Vi auguro sogni a non finire: un augurio valido sempre, ottimo da rinnovare a Capodanno, che non passa mai di moda.
Si tratta di una bellissima poesia perfetta come augurio per il nuovo anno. La dedichiamo a voi lettori nella speranza che possa essere di buon auspicio per l’anno che verrà.
Vi auguro sogni a non finire: la poesia di Jacques Brel
Vi auguro sogni a non finire
e la voglia furiosa di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare ciò che si deve amare
e di dimenticare ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli al risveglio
e le risate dei bambini.Vi auguro di rispettare le differenze degli altri perché il merito e il valore di
ognuno spesso è nascosto.Vi auguro di resistere all’affondamento,
all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.Vi auguro di non rinunciare mai alla ricerca, all’avventura, alla vita,
all’amore,
perché la vita è una magnifica avventura e niente e nessuno può farci
rinunciare ad essa, senza intraprendere una dura battaglia.Vi auguro soprattutto di essere voi stessi, fieri di esserlo e felici, perché la
felicità è il nostro vero destino.
Vi auguro sogni a non finire di Jacques Brel: un commento
Le parole di Brel sono semplici e profonde, ancora una volta riescono a cogliere l’essenza del messaggio che vogliono trasmettere.
In apertura il poeta pone l’accento sui sogni, valorizzando proprio ciò che più di ogni altra cosa ci fa sentire vivi e liberi. Con l’augurio di infiniti sogni Brel vuole augurare infinita vita, infinita speranza, una libertà rinnovata. Perché sono proprio i sogni a far progredire il mondo.
Il concetto di sogno, ribadisce l’autore, è uno dei primi valori e deve essere tutelato. In seguito Brel nomina l’amore, il motore più potente dell’universo, ciò che muove il sole e le altre stelle.
L’augurio del cantautore è quindi di sognare, di amare e - nell’ordine - di dimenticare perché solo dimenticando il passato si può vivere appieno il futuro che ci aspetta.
Nei versi successivi Jacques Brel elenca tutte le cose belle per le quali vale la pena vivere: le passioni che travolgono, i profondi silenzi, il canto degli uccelli e le risate dei bambini.
Le ultime quattro strofe della poesia sono più lunghe e meditative, appaiono come dei comandamenti religiosi. Il primo è un invito al rispetto e all’uguaglianza, allo scoprire il valore e l’unicità dell’altro.
Il secondo è invece un ammonimento a non lasciarci sommergere dai pensieri negativi. Un invito a resistere all’indifferenza, a liberarci dai sentimenti inquinanti, oscuri, che avvelenano il nostro vivere.
Nel terzo comandamento l’autore sprona tutti i lettori alla ricerca, all’avventura, all’amore. Infine Jacques Brel ci ricorda che il nostro unico compito, il nostro unico destino è perseguire la felicità.
Chi era Jacques Brel
Brel nacque l’8 aprile del 1929 in un paese nei pressi di Bruxelles e fin da giovanissimo si dedicò alla scrittura componendo poesie e vari racconti. All’età di quindici anni iniziò per diletto ad accompagnare i suoi scritti con la chitarra, ma le sue esibizioni erano ristrette all’ambito familiare e privato.
Terrà la prima performance pubblica a Parigi, nel 1954, per la presentazione del suo primo disco Grand Jacques che darà avvio alla sua sfolgorante carriera musicale.
Qualche anno più tardi, al vertice della fama, lascerà attonito il suo pubblico annunciando la decisione di non voler cantare più. Disse che non intendeva diventare un “impiegato della canzone”, e si mise a viaggiare per il mondo in aeroplano e barca a vela. Morì nel 1978, per un cancro ai polmoni, all’età di quarantanove anni. Un anno prima della morte era tornato a Parigi in gran segreto per incidere diciotto canzoni in presa diretta che confluirono nel suo ultimo album Brel.
La poetica di Jacques Brel
Prima del Jacques Brel cantante vi è dunque il Jacques Brel poeta. Il cantautore belga era dotato di una vena poetica originale che traeva ispirazione da un esistenzialismo umanistico alla Albert Camus. La poesia di Jacques Brel, proprio come le sue canzoni, è ricca di spiritualità e al contempo di accesi ideali libertari e socialisti, spunti religiosi ed evangelici.
Le poesie di Brel sono espressive e profonde, si contraddistinguono per un peculiare linguaggio evocativo e metaforico.
L’augurio di Jacques Brel in “Vi auguro sogni a non finire” è una riflessione importante che vuole valorizzare l’unicità e il diritto alla felicità di ogni essere umano.
Una riflessione indispensabile per ricordarci, come dice alla fine Jacques Brel, che dobbiamo essere noi stessi, fieri e felici.
L’unico destino che abbiamo il compito di difendere è la felicità: "essere voi stessi, fieri di esserlo e felici" che è poi tutto quello che conta. Essere fedeli a se stessi e felici di esserlo, sempre. Senz’altro il messaggio migliore da cui trarre la forza per affrontare il nuovo anno che sta per arrivare.
Buon anno nuovo!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Vi auguro sogni a non finire”: buon anno con le parole di Jacques Brel
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