Il barboncino di Schopenhauer e altre curiosità filosofiche
- Autore: Helme Heine
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Bighellonando in libreria, capita in questi giorni di incrociare un libretto dal peso piuma, tanto sbarazzino quanto intrigante.
Magari sei davanti al bancone centrale delle novità, e subito questo titolo eccentrico cattura la tua attenzione. Pensi proprio che le inventino tutte pur di vendere. Apri questo volumetto di appena centocinquanta paginette: lo sfogli, inizia a incuriosirti, pilucchi una rapida scorsa qua e là: bene, il librino ti prende e allora lo prendi.
Ecco, dunque, una spolverata di filosofia alla portata di chiunque. Certo, non apprenderai in modo perfetto la definizione socratica di virtù o il profondo significato della volontà di potenza di Nietzsche. Arrivi a farti un’idea di cosa sia l’“Essere e Tempo” secondo quel capoccione di Heidegger.
Per un approfondimento, non si scappa, devi aprire un robusto manuale di filosofia.
Però “Il barboncino di Schopenhauer” lo apprezzi anche perché - e soprattutto - è pieno di aneddoti e curiosità su abitudini, vezzi, stranezze, manie e vizi dei più importanti maestri del pensiero filosofico e non solo. Tutte cose che resteranno indelebili nella tua memoria, assai più di definizioni e concetti.
Quel distratto di Talete, per esempio, assorto a scrutare il cielo, va a finire in una buca deriso da una servetta. Ma forse lo sapevi già.
Di sicuro però non hai mai saputo che l’ascetico Plotino, autore di “Enneadi”, teneva nascosto il giorno del proprio compleanno perché ritenuto sgradevole, disprezzava la materia e si vergognava addirittura di avere un corpo. Infatti non si recava mai dal medico, mangiava e dormiva un niente.
Tommaso D’Aquino era così grasso che dovettero segare un leggìo per far posto alla pancia.
Cartesio, genio assoluto, si alzava a mezzorgiono e soffriva il freddo. Diventato precettore della regina Cristina di Svezia, costretto a levarsi la mattina alle 5, alla fine ci lasciò le penne.
Pascal, un altro dalla testa sublime, morì a trentanove anni ritirato in una piccola cella monacale.
L’irrequieto Rousseau invece fece tante cose nella vita - tra cui anche il vagabondo e cinque figli - senza portarne a compimento nessuna.
Schopenhauer aveva una predilezione per i barboncini: da buon pessimista, li preferiva soltanto neri.
Con la filosofia - anche se molti non l’hanno mai davvero digerita sin dai banchi di scuola - Helme Heine ci fa anche divertire, e alla fine imparare qualcosa o ripercorrere un ripasso da toccata e fuga.
Perché quindi non sollazzare la mente con questa scanzonata e divertente passerella di filosofi di ogni tempo? Ma sì, il libretto vale il suo prezzo. Insomma, meglio di una fucilata in bocca.
Il barboncino di Schopenhauer e altre curiosità filosofiche
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