A Bob Dylan è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura 2016 “per aver creato una nuova poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora americana”. Appena il comitato dei Nobel ha dato l’annuncio, un boato si è levato dai presenti in sala.
Cinquant’anni di rock sono dunque valsi al cantautore e compositore statunitense Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, nato a Duluth il 24 maggio 1941, il massimo riconoscimento letterario, personalità unica nel mondo della musica mondiale, una delle più importanti figure del pop folk e della cultura di massa dell’ultimo mezzo secolo, scrittore e poeta, attore, pittore, scultore. Uno sperimentatore, un inventore di un nuovo linguaggio, questa volta musicale, come Dario Fo, Premio Nobel per la Letteratura che si è congedato dalla scena a novant’anni proprio oggi, giorno nel quale è stato assegnato il Premio Nobel, che lo vide stupefatto ma orgoglioso vincitore nel 1997. Il giullare del teatro e il menestrello della musica, protagonisti insieme nella medesima giornata in una sorta di ideale passaggio di testimone.
Nel settembre 1996 Dylan era stato indicato all’Accademia Reale Svedese come meritevole del prestigioso riconoscimento dal professor Gordon Ball, docente di letteratura dell’Università della Virginia. A quella prima candidatura se ne erano aggiunte altre da studiosi americani di importanti università Usa, ottenendo anche l’appoggio di Allen Ginsberg, il poeta cantore della Beat generation. Allora Ball chiarì che Dylan, armonica tra le labbra, era stato proposto
“per l’influenza che le sue canzoni e le sue liriche hanno avuto in tutto il mondo, elevando la musica a forma poetica contemporanea”.
Dai primi anni 2000 il nome di questo gigante della cultura era ricorso più volte nel toto-Nobel. A vent’anni dalla prima candidatura Bob ha fatto centro. Svariati i riconoscimenti che gli sono stati finora conferiti: il Grammy Award alla carriera nel 1991, il Polar Music Prize (ritenuto da alcuni equivalente del premio Nobel in campo musicale) nel 2000, il Premio Oscar nel 2001 (per la canzone “Things Have Changed”, dalla colonna sonora del film “Wonder Boys”, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe), il Premio Pulitzer nel 2008, la National Medal of Arts nel 2009 e la Presidential Medal of Freedom nel 2012.
Sono state la poesia e la tradizione degli “hobo”, i cantanti folk di strada americani a essere stati premiati insieme, nella figura controcorrente e carismatica di Bob Dylan, che ha contribuito a fare la Storia del suo Paese. Pensiamo a “Blowin’ in the Wind” (1963), famosa canzone storica e manifesto di anni di ribellione hippie, dei figli dei fiori e di Woodstock mentre infuriava la guerra nel Vietnam.
Molti di noi in questi attimi sta celebrando la vittoria di Dylan canticchiando il ritornello “The answer, my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin’ in the wind... “La risposta, amico mio, se ne va nel vento...”, perché il vincitore è un simbolo per più generazioni, anche se è e resterà per sempre il più enigmatico tra i geni della musica popolare.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: A Bob Dylan il Premio Nobel per la Letteratura 2016
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