La scuola di oggi deve stare al passo con i tempi di una società in continua evoluzione e che cambia con estrema velocità. Spesso i modi tradizionali di impostare la didattica si dimostrano, frequentemente, non adatti a seguire le necessità cognitive e di apprendimento degli studenti.
Per questo, complici i più recenti studi di Psicologia dello sviluppo e delle Neuroscienze, insieme alle tendenze in atto nei contesti scolastici esteri (principalmente di area anglosassone), si stanno diffondendo anche in Italia diverse modalità di impostazione delle lezioni come il debate o il cooperative learning.
Noi oggi ci concentreremo sul brainstorming, una tecnica didattica che è nata in un altro ambito di attività, ma che ha trovato a scuola una sua frequente applicazione. Vedremo quindi che cosa significa brainstorming, in cosa consiste e ne proporremo anche un esempio pratico.
Che cos’è e cosa significa brainstorming
Il brainstorming è un tipo di intervista di gruppo a basso grado di strutturazione, che trae ispirazione dalla pratica di conduzione aziendale di una riunione creativa proposta dal pubblicitario Alex Osborn negli anni Cinquanta. Il termine viene tradotto in italiano sia come «assalto mentale» (dal verbo to storm = assaltare + brain = cervello) che, più comunemente, come «tempesta di cervelli» (dal sostantivo storm = tempesta + brain = cervello).
Il brainstorming prevede l’emergere delle idee del gruppo rispetto a un dato argomento attraverso il gioco creativo dell’associazione di idee, al fine di definire diverse possibili alternative per risolvere un problema.
Come dicevamo nell’introduzione, allora, oltre che in campo aziendale, tale metodo può trovare applicazione in diversi ambiti educativi/formativi e può essere utilizzato sia con minori che con adulti. Nel contesto scolastico, in particolare, il brainstorming si caratterizza come attività collaborativa e inclusiva finalizzata ad attivare le conoscenze pregresse degli allievi o a generare nuove idee, stimolando la partecipazione, il coinvolgimento e la co-costruzione del processo di conoscenza attraverso il contributo di tutti.
Operativamente il metodo si compone di due fasi:
- nella prima fase viene stimolato il pensiero divergente e si privilegia la quantità; tutti i membri del gruppo esprimono liberamente le idee riferite al tema indicato, accogliendo qualsiasi proposta senza avanzare critiche. Anche idee apparentemente bizzarre o improduttive, infatti, possono stimolarne di utili ed efficaci e questo aspetto contribuisce a ridurre l’inibizione e la paura del giudizio dei partecipanti. L’ordine degli interventi non è sequenziale o determinato a priori e ognuno può prendere la parola quando lo ritiene opportuno. Può essere utile designare un segretario (per esempio l’insegnante stesso o un alunno) che si occupi della raccolta delle proposte, riportandole man mano su supporti quali cartelloni, post-it, lavagne a fogli mobili o LIM;
- nella seconda fase si attiva il pensiero convergente e si presta attenzione alla qualità: le idee accumulate vengono analizzate criticamente, valutate e selezionate per individuare quelle più interessanti, adeguate e/o efficaci per rispondere al problema presentato.
Durante tutto il processo il docente riveste una funzione fondamentale: egli, infatti, deve conoscere bene il problema da sottoporre, spiegare ai partecipanti le regole inerenti questa tecnica, stimolarne l’interesse e porsi con un atteggiamento incoraggiante di attesa fiduciosa.
Il collegamento tra brainstorming e creatività
Il brainstorming è una tecnica molto conosciuta nell’ambito dello sviluppo della creatività perché fa emergere delle idee volte alla risoluzione di un problema. Quanto più il gruppo è numeroso e maggiore sarà la produzione di idee che verranno poi organizzate e valutate dai partecipanti in termini di fattibilità ed efficacia. L’apprendimento di questa metodologia può offrire agli alunni uno strumento utile che potranno utilizzare in futuro nei diversi ambiti in cui si troveranno a operare.
C’è da considerare, comunque, che l’efficacia della tecnica dipende molto dalle competenze e dal comportamento dell’insegnante che le applica. È importante, infatti, che gli alunni vengano messi in condizione di esprimersi liberamente senza giudizi e che vengano incoraggiati a dare risposte non convenzionali al fine di esplorare il più possibile le loro ispirazioni per evitare le resistenze date dal timore di dire la cosa giusta.
Un esempio di brainstorming a scuola
Vediamo, quindi, un esempio concreto di applicazione del brainstorming a scuola. Nello specifico ci troviamo in una classe quinta di una scuola secondaria di secondo grado. Il docente di Scienze introduce il tema dei danni della sigaretta elettronica. Inizialmente promuove un brainstorming sul tema "sigaretta elettronica" per rilevare i saperi naturali attorno a questa tematica. Le parole emerse riscontrano che gli allievi si dividono in due parti: metà della classe non ritiene affatto dannosa la sigaretta elettronica, mentre la rimanete metà la ritiene pericolosa per la salute, esattamente quanto la sigaretta normale. Il docente prepara un’attività di apprendimento introducendo documenti e letture per suffragare o confutare la posizione emersa in questa fase, avvia un lavoro di cooperative learning che si svilupperà per circa due settimane, in parte a scuola e in parte a casa.
Gli studenti devono ricercare nel materiale documentale fornito dal docente le posizioni pro e contro l’utilizzo della sigaretta elettronica, annotarne gli elementi significativi, animare una discussione in cui ciascun allievo, parlando a turno, esprime il suo parere anche alla luce degli approfondimenti fatti.
Fondamentale è che tutti ascoltino attivamente l’opinione degli altri, aspettino il proprio turno senza accavallarsi, pongano domande stimolo, mantengano un clima che rispetti ciascun individuo e la propria posizione.
Durante l’ascolto il notaio (che può essere uno dei ruoli assegnati nel cooperative learning) sintetizza le posizioni emerse che verranno presentate a tutto il gruppo in occasione di un incontro restitutivo finale. Il docente chiederà in particolare a ciascun allievo come si è svolta l’attività di gruppo, se ciascuno ha rispettato il ruolo assegnato e l’opinione differente dalla propria, se qualcuno ha modificato l’opinione originaria a seguito delle informazioni acquisite e dell’ascolto con i compagni.
L’esempio di brainstorming presentato possiede, quindi, tutti gli elementi di riflessione e le indicazioni tipiche di questa tecnica. Se siete docenti, avete mai usato questa modalità didattica nelle vostra classe? Fatecelo sapere nei commenti!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il brainstorming: cosa significa, cos’è e un esempio
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