Il Commissario Montalbano: stasera in tv l’episodio “La pazienza del ragno”

Stasera su Rai 1 torna Il Commissario Montalbano, il preferito da tutti gli italiani, con la replica dell’episodio La pazienza del ragno tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri. Al suo esordio, nella prima tv, l’episodio ha conquistato il 30,44% di share per un totale di 8.241.000 milioni di spettatori incollati davanti al teleschermo. L’episodio di stasera sarà l’ottavo trasmesso nell’ambito della Primavera di Montalbano 2019, una serie di dieci repliche di alcuni tra gli episodi più apprezzati che vuole festeggiare i 20 anni del commissario in tv. Vediamo insieme la trama di La pazienza del ragno, ottavo episodio dopo la messa in onda in replica - nell’ordine - di: La giostra degli scambi, Un covo di vipere, Amore, Come voleva la prassi, Una faccenda delicata, L’odore della notte e Par Condicio.

La pazienza del ragno: trama dell’episodio del Commissario Montalbano

Vediamo ora la trama dell’episodio La pazienza del ragno del commissario Montalbano. Come lo troveremo all’inizio della puntata? Si tratta di un Montalbano ancora in convalescenza sia nel corpo che nell’anima, assistito amorevolmente dalla sua fidanzata Livia. La paura del commissario, che è ricoverato, è quella di scoprire di aver avuto un infarto nel corso della scorsa indagine: alla fine i timori si rivelano infondati. La profonda malinconia che prova è dovuta alla consapevolezza di stare invecchiando e di essere quasi giunto al regolamento dei conti con una vita spesa al servizio di una giustizia in cui ora non è più tanto sicuro di credere.
Il commissario riflette, mentre è in ospedale, sul fatto che tutti quei criminali che ha contribuito a far arrestare altro non sono, anch’essi, che povere e disgraziate vittime dell’umanità. Livia, dal canto suo, conosce bene il suo commissario e gli rimprovera tutte quelle volte in cui Montalbano di è elevato a giudice decidendo lui stesso chi andasse o meno perseguito o assolto, senza lasciare il compito a un giudice che potesse valutare seguendo quelle che sono le leggi dello Stato.
La valvola di salvezza per uscire da questo circolo di pensieri cattivi? Dedicarsi in toto al suo lavoro. L’occasione perfetta gli si presenta quando, ancora convalescente a casa, giunge la solita chiamata da Cattarella che lo avverte, strampalato come al solito, che un motorino è stato sequestrato. Montalbano non comprende la ragione per cui lo chiamino in causa per una sciocchezza simile ma, parlando a telefono con l’ispettore Fazio, tutto diventa più chiaro: il problema è che ad essere sequestrata è stata la ragazza che lo guidava, il motorino, una giovane universitaria che studia a Vigata, Susanna Mistretta. Il padre della giovane ne ha denunciato il rapimento ma, come spesso accade, Montalbano non è per nulla convinto dell’accaduto. A casa della famiglia della giovane rapita arrivano telefonate anonime e una foto della ragazza rapita, ma Montalbano ancora non riesce a persuadersi che le cose siano effettivamente andate così. Proprio analizzando questa foto Montalbano troverà il filo della tela di ragno che è questa storia, architettata con molta pazienza e una buona dose di crudeltà.