La criminalità servente nel Caso Moro
- Autore: Simona Zecchi
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2018
“La criminalità servente nel Caso Moro” di Simona Zecchi, edito da La nave di Teseo, torna, dopo quarant’anni, sul rapimento e sull’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana per mano delle Brigate Rosse, due eventi avvenuti rispettivamente il 16 marzo e il 9 maggio del 1978.
L’affaire Moro, come scritto a caldo Leonardo Sciascia, ripercorrendo con spirito critico quei quasi due mesi di prigionia dell’uomo politico democristiano migliore, ha ancora oggi un sostrato a metà fra verità ufficiale, falsità palese, manipolazione palpabile.
Simona Zecchi costruisce in maniera documentata, comparata, dettagliata, un’inchiesta coraggiosa, rivelando senza alcuna remora nomi, aneddoti, indiscrezioni, atti giudiziari, articoli di giornali, contraddizioni, giungendo a una sua personale e condivisibile chiave di lettura su uno degli eventi più destabilizzanti della storia della Repubblica Italiana; sicuramente uno dei più drammatici del periodo degli anni di piombo. C’è, secondo la giornalista-scrittrice, un filo che lega brigatisti, malavita organizzata, Cosa Nostra e soprattutto ’Ndrangheta e servizi segreti deviati. Molto negli anni, grazie anche alle commissioni parlamentari e ad altre inchieste, si è cercato e trovato sui brigatisti coinvolti, sulla malavita organizzata e sulla banda della Magliana, poco o nulla sul Sismi e su Cosa Nostra. Si è invece del tutto tralasciato il ruolo centrale della ’Ndrangheta che l’autrice analizza e indica come
“costante del caso Moro”.
Che cosa ha impedito veramente la liberazione di Aldo Moro tra trattative andate in fumo e accordi presi sotto banco? Se alle Brigate Rosse interessava il risultato politico e non l’uccisione dello statista, se la Banda della Magliana voleva solo guadagnarci svariati miliardi, se parte di Cosa Nostra è stata sollecitata da parte della Democrazia Cristiana a intervenire, cos’è avvenuto il 10 aprile 1978 che ha decretato un processo sommario e un giudizio inesorabile di uccisione?
I nodi sono due. Uno, già detto, il ruolo attivo e forse decisivo della ‘Ndrangheta calabrese. Il secondo la ricostruzione dei luoghi dove Aldo Moro è strato prigioniero. Simona Zecchi con lucidità e fatti concreti li analizza entrambi. L’amarezza per noi lettori, che in quegli anni giovani idealisti abbiamo pagato sulla nostra pelle la confusione di uno Stato/Non Stato, rimane.
“Il Caso Moro non è soltanto il risultato di un’azione di matrice unicamente terroristica ma il senso che lo definisce resta ben inquadrato nelle logiche politico-criminali che hanno trasformato questo Paese lentamente ma inesorabilmente negli ultimi quarant’anni”.
Ringraziamo dunque Simona Zecchi che ha cercato con caparbietà di rendere giustizia e portare a galla la verità per il rispetto dovuto a tutte le vittime innocenti di questa strage.
La criminalità «servente» nel caso Moro
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