“La ragione? Col pensiero unico imperversante, direi che nell’era della globalizzazione sta dalla parte del torto!”
Maurizio Martucci non è un intellettuale dissidente ma un investigatore bastian contrario. Quest’anno spegne le 20 candeline dall’uscita del suo primo libro: storia contemporanea in molteplici forme, con lontani echi di divagazione pasoliniana per parlare degli esclusi, di esuli in patria. Inchieste, cronaca nera, movimentismo giovanile da stadio ed antropologia culturale ricercata nella ‘sfera cuoiata’ nazional-popolare. Altro che un semplice gioco:
“il calcio? Una droga per molte generazioni, ma adesso è morto sotto i colpi del business. Ecco perché ne ho storicizzato i fenomeni. Il calcio non c’è più, è la legge dell’impermanenza. Quello di oggi è fac-simile, una sua brutta mutazione genetica”.
Compie 20 anni la letteratura ‘metropolitana’ di Maurizio Martucci, bi-laureato, romano di 43 anni, meno di 2.000 pagine scritte in 8 libri, con molte presentazioni effettuate in tutta Italia (“pure alla Camera dei Deputati!”) e qualche rimpianto (“pubblicai col gruppo Mondadori, un flop! Meglio la piccola editoria, più attenta e meno presuntuosa”). La scalata delle classifiche tra i titoli più quotati, una stima di 25.000 volumi venduti, recensioni e critica sui grandi media, dalle aperture delle prime pagine di giornale a rotocalchi e Tg nazionali (“ma preferisco intervenire in radio, più fascino e romanticismo”). Libro dopo libro, lo scrittore Maurizio Martucci ripercorre la sua carriera ventennale,
“condotta da utopista ‘scomodo’ e disallineato. Scrivendo libri non ci si campa, ma serve per continuare a sognare. Prediligo percorsi inediti per trovare verità nascoste, ficcando il naso dove altri non vanno per paura del buio o magari dell’isolamento”.
Nobiltà Ultras (Voce della Nord, 1996) “L’esordio, avevo 23 anni, non sapevo nemmeno da dove cominciare, feci tutto da solo, scrivendo su carta anziché sul computer. Incontrai personaggi che hanno fatto epoca e che oggi non ci sono più. Veri capi popolo della romanità, figure tra Rugantino e Thomas Milian. La vera sociologia era allo stadio. Per me fu come un bambino che muove i suoi primi passi. Fui tra i primi a storicizzare il fenomeno giovanile delle curve, senza demonizzazioni precostituite: c’era già chi sapeva farlo molto meglio di me!”
Hitler turista, viaggio in Italia (Greco&Greco, 2005) “La mia prima tesi di laurea in Storia Contemporanea rivista e corretta. Il problema è che ancora adesso è difficile fare storia senza tabù. Ne parlai col mio relatore, impegnato nei suoi studi sulla Resistenza. Gli dissi: ‘Prof, tutti parlano delle leggi razziali del ’38, ma non c’è traccia dell’unica visita di Hitler con Mussolini, quando cioè l’Italia si appiattì verso la Germania. Nemmeno De Felice ne parla’. L’argomento era scomodo, ma trafugai alcuni anni negli archivi di Stato e ne uscì un’esaustiva ricerca. Poi l’Istituto Luce mandò in edicola un DVD sul tema. Il mio libro è ancora oggi l’unico.”
11 Novembre 2007, l’uccisione di Gabriele Sandri (Sovera, 2008) “Il libro più letto, il più conosciuto in assoluto. Ancora oggi mi dipingono come il biografo di Gabbo, anche per la mia attività profusa nella Fondazione intitolatagli. Grandi attenzioni mediatiche, inviti a parlarne da ogni dove, l’immane tragedia di una famiglia da custodire dentro un libro che squarciò un muro di gomma, infrangendo imbarazzanti silenzi. Anticipai di alcuni anni la sentenza di condanna del poliziotto che uccise Gabriele. Nessuno voleva parlarne davvero: l’argomento faceva paura. Mi ci buttai con tutte le mie forze. Fu una grosso lavoro di verità, un esercizio di giornalismo d’inchiesta.”
Cuore Tifoso (Sovera, 2009) “L’intuizione che si poteva aprire un filone di storicizzazione sulla cronaca nera legata al mondo degli stadi. Tutti ne parlavano ma nessuno ne conosceva i contenuti. Gli ultras, chi sono? Nel 1979 Vincenzo Paparelli lasciò moglie e figli in un derby assurdo, allo Stadio Olimpico. Quel libro riuscì ad umanizzare una figura che prima d’allora veniva solo considerata uno slogan, da infangare da un lato o da difendere dall’altro. Ricordo ancora l’emozione della moglie Vanda: mi rilasciò l’ultima intervista. Aveva le lacrime agli occhi per un episodio di 30 anni prima: il dolore non gli era passato!”
Cuori Tifosi, quando il calcio uccide (Sperling&Kupfer, 2010) “Mi misi a girare tutta Italia alla ricerca di storie dimenticate, vite spezzate, gettate nel dimenticatoio, dopo tanto chiasso alzato fare cassetta. Scoprii che la violenza del calcio non aveva mietuto più vittime della mala gestione dell’ordine pubblico o dell’inadeguatezza degli impianti sportivi, anzi. L’Heysel insegna. Il ricordo più forte? Tanti, ma la presentazione a Trieste con la mamma di Stefano Furlan è particolare: mi abbracciò come se io potessi restituirgli quella giustizia negatale in tribunale. Quel libro servì a far riflettere molti ragazzi sull’essenza più profonda di un bene chiamato Vita! La controcultura deve viaggiare dal basso”
Football Story, musei e mostre del calcio nel mondo (Nerbini, 2010) “Passai alcuni anni a girare in aereo alla ricerca dei musei sparsi in Europa, intervistai i direttori, fotografai coppe e trofei ambiti che erano prepotentemente entrati nella storia del football mondiale. La FIGC mi propose di far parte della Fondazione Museo del Calcio di Coverciano, presentai il libro nell’atto costitutivo della federazione italiana dei musei. Ma mi accorsi subito, però, che l’idea originaria correva il rischio di una degenerazione mercificata di un passato irripetibile. Finì tutto lì, sono sempre stato per l’Essere, non per l’Apparire”.
Non Scherzo, Re Cecconi 1977, la verità calpestata (Eraclea, 2012) “Leggendo le carte del processo, compresi che la verità sulla fine dell’unico giocatore italiano in attività assassinato era ben diversa da quella di ‘comodo’, raccontata per troppi anni. La più grossa soddisfazione? L’ho raccolta l’anno scorso: su ‘La Gazzetta dello Sport’, Pietro Ghedin (CT di Malta, testimone oculare) ammise la veridicità della mia ricostruzione sull’assurdo omicidio dell’azzurro Cecco. Altro che finta rapina andata male! Ma perché in Italia la verità è così difficile da far emergere? E ci vuole sempre che qualche ficcanaso vada più a fondo, senza limitarsi al superficiale?”
Roma Sparita Football Club , la storia sconosciuta (Urbone, 2016) “L’ultimo della serie, fresco di stampa, uscito dopo un periodo personale abbastanza difficile. E’ un libro frutto di anni di meticolose ricerche e ricostruzioni che stravolgono la falsa storia sul calcio capitolino. Aria fritta, tutta fuffa. Quale? Leggetelo! Ho ricollocato i fatti in una dimensione più aderente alle realtà socio-politica delle varie fasi che si sono succedute in meno di 125 anni di pallone all’ombra del Colosseo. Questo è un libro col quale, volenti o nolenti, in molti saranno costretti prima o poi a dover fare i conti, se vogliono continuare a parlare di calcio romano. Non c’è dubbio! Se mi chiedi, tra questi, qual è il libro migliore? Quello a cui sono più legato? Facile, ti rispondo: il prossimo! E il tema sarà diverso.”
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Maurizio Martucci festeggia vent’anni di libri. Ripercorriamoli in un’intervista
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Ti presento i miei... libri News Libri
Lascia il tuo commento