Dopo l’esordio con “La leggenda degli Intarsicats” (Arduino Sacco Editore, 2015), uno psyco-fantasy firmato con lo pseudonimo di Beatrix K, Beatrice Fiaschi torna in libreria con “La leggenda del cane rosso” (Rapsodia Editore, 2017).
Giornalista e scrittrice, Beatrice Fiaschi, dopo la laurea in Informazione e Sistemi Editoriali all’Università di Roma Tor Vergata, ha collaborato e continua a collaborare con testate cartacee e on-line dove scrive articoli dedicati al mondo del lavoro e della cultura; attiva anche in un service editoriale, tiene laboratori di scrittura creativa per ragazzi disabili e minori a rischio.
In quest’intervista Beatrice Fiaschi ci racconta la sua ultima fatica letteraria e le sue tematiche principali.
- Salve Beatrice e ben trovata. Ci parli di questo romanzo, “La leggenda del cane rosso”, cosa racconta?
“La leggenda del cane rosso” racconta la storia dell’ispettrice Cristina Corbe che, a 35 anni, arriva a un decisivo giro di boa nella sua vita: sola sentimentalmente e di ruolo in un nuovo commissariato nel piccolo paese marino di Voltunna, cerca di dedicarsi al massimo alla vita professionale e rimane imbrigliata in un caso molto particolare in cui ci sono morti violente, rapimenti e anche ratti di animali, tutto per mano di inquietanti delinquenti il cui volto non è dato conoscere. Sullo sfondo delle vicende poliziesche c’è, inoltre, un sottile filo rosa sul quale danzano la stessa Cristina e il commissario Valerio Fante, affascinante quanto razionale protagonista maschile del romanzo.
- Chi sono i personaggi e che ruolo hanno nell’intreccio della trama?
I personaggi principali sono i poliziotti Cristina e Valerio, tuttavia i protagonisti indiscussi del romanzo sono i due cani rossi, Diego e Nina, setter irlandesi di straordinaria bellezza che sono al centro di una leggenda del luogo. La presenza di questi cani è reale ma non si capisce mai fino a che punto: essi sono piuttosto dei simboli, dei totem e rappresentano la parte più primitiva e ancestrale dei personaggi umani del romanzo, quella parte che spesso non si riesce ad ascoltare in quanto sopraffatta dagli assordanti rumori dell’esistenza.
- Cosa succede nel libro, cosa si deve aspettare il lettore da questa storia?
Diciamo che in una prima fase vengono disseminati tutta una serie di indizi inquietanti, grazie anche alla comparsa di personaggi minori ma molto stranianti e criptici nei messaggi che mandano; poi nella parte centrale comincia una sorta di elaborazione dei segnali da parte di Cristina che intraprende un grandissimo lavoro su se stessa per entrare in contatto con le forze della Natura. Nella parte finale potrà finalmente fronteggiare il nemico in maniera diretta, in un’ultima lotta corpo a corpo. Su una base giallistica si innestano elementi fantasy e misterici.
- Come nasce l’idea di questa storia?
L’idea di questa storia, nasce da un insieme di suggestioni che si affastellavano nella mia mente in momenti in cui osservavo la realtà che mi circondava. Molte immagini mi sono state suggerite dai miei due personalissimi cani rossi, Scotch e India, la cui bellezza imperscrutabile mi ha spinto molte volte a viverli come esseri leggendari. India stessa per me è un totem e l’incontro che ho avuto con lei a un certo punto della mia vita, incontro imprevisto e salvifico, ha cambiato la mia esistenza e mi ha spinto a ricercare in me stessa gli elementi che lei faceva risuonare, per conoscerli più intimamente, per accoglierli finalmente dentro di me come parti della mia poco unitaria personalità. L’ambientazione, poi, è un luogo a me caro in cui ho vissuto per molti anni da piccolina e che mi ha fatto vivere fortemente la presenza del mare come suggestione principale della mia vita. La trama è venuta da sé ed è stata arricchita da un’esperienza che ho iniziato proprio un paio di anni fa, in coincidenza con la stesura del romanzo, quella dei viaggi sciamanici.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Beatrice Fiaschi presenta in un’intervista “La leggenda del cane rosso”
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Ottimo libro, ben strutturato e che tiene il lettore sospeso nell’interesse dello svolgimento della storia.