Lo scrittore francese Vincent Message è stato una delle principali presenze internazionali della ventesima edizione della fiera del libro di Roma Più libri Più liberi 2021.
Parigino, classe 1983, Message è docente di letteratura comparata a Paris-VIII e co-direttore, dal 2013, di un master di scrittura creativa.
Il suo ultimo libro Cora dans la spirale (Éditions du Seuil, Paris, 2019) è stato di recente portato in Italia dalla casa editrice romana L’orma editore che ha fatto della narrativa francese contemporanea una delle proprie collane di punta.
Cora nella spirale: un romanzo dei giorni nostri
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L’ultimo romanzo di Vincent Message Cora nella spirale (L’orma editore, traduzione di Nicolò Petruzzella e Riccardo Rinaldi, 2021), prima opera dello scrittore pubblicata in Italia, si configura come un avvincente thriller psicologico nel quale tuttavia non mancano interessanti spunti saggistici e storici.
Cora nella spirale è un libro di difficile definizione, poiché nelle sue oltre quattrocento pagine affronta numerose tematiche e offre altrettanti spunti di riflessione.
È la disanima della moderna società capitalistica sacrificata al sacro altare della cultura aziendale e, al contempo, è il racconto profondo e commovente della vita di una donna di trent’anni che si trova ad affrontare cambiamenti radicali dal punto di vista personale e lavorativo.
Il romanzo è ambientato ai tempi del crollo della borsa di Wall Street nel 2008 e offre uno spaccato crudo e veritiero delle conseguenze del regresso economico. Cora nella spirale parla la lingua dei nostri giorni, mettendoci sotto gli occhi il mondo in cui viviamo visto attraverso un’acuta lente di ingrandimento, avvalendosi, al contempo, dell’estetica narrativa propria della grande letteratura.
La prosa di Message è un periodare lungo e articolato che travolge il lettore in una sinestesia di suoni, descrizioni, odori. Tramite una narrazione connotata da un’efficace varietà stilistica l’autore riesce a far rivivere a tutto tondo il mondo di Cora e delle persone che la circondano, dai colleghi ai familiari sino alla figlia, la piccola Manon.
Vincent Message e l’inquietudine di Cora
A partire dall’incipit folgorante Message ci trascina nell’inquietudine della mente della sua protagonista.
La nostra specie bighellonava sulla Terra già da due trecentomila anni quando una mattina, allo scoccare delle sette e trenta, Cora Salme iniziò a vedere con occhi nuovi i corridoi di ceramica bianca e blu della metropolitana di Parigi.
C’è un’oscurità sottile che pervade la narrazione sino a quel famoso venerdì 8 giugno 2012, il giorno del dramma, come ci viene anticipato sin dalle prime pagine. Tramite la storia narrata dal giornalista Mathias seguiamo quattro anni della vita di Cora Salme e assistiamo al suo lento eppure inarrestabile precipitare nella spirale che la risucchia nel profondo del suo abisso.
Ma, ancora una volta, nulla è come sembra e il dramma finale è in realtà totalmente diverso da quanto abbiamo intuito nelle prime pagine.
Cora nella spirale è stato spesso definito dalla critica come la storia di un burnout, eppure è molto di più: nelle pagine di questo libro troviamo una profonda riflessione esistenziale, osservazioni dall’enorme portata sociologica, e anche un’educazione sentimentale, il tutto condito con un ritmo avvincente da thriller che infligge al lettore lo scacco matto finale proprio all’ultima battuta.
Ne abbiamo parlato direttamente con l’autore in un’illuminante chiacchierata durante la fiera dell’editoria Più libri PIù liberi.
- Vincent, come le è venuta l’idea di scrivere la storia di Cora Salme?
Ho vissuto anch’io in prima persona gli anni della crisi economica del 2009. Ne ho subito l’onda d’urto, come molti altri giovani appartenenti alla mia generazione che, all’epoca, aveva trent’anni e si affacciava al mondo lavorativo.
Ecco, tramite Cora Salme volevo creare un personaggio che fosse rappresentativo di quella generazione. Volevo un personaggio che parlasse della vita sociale, politica, familiare attraverso la lente di un trentenne che aveva vissuto gli anni della depressione economica.
La scrittura è un modo per vivere tante vite, oltre che la propria. L’azienda privata in Francia è una realtà che rappresenta tantissime persone. Volevo calarmi in quel contesto, rappresentare tramite un punto di vista individuale un sentire collettivo. Per uno scrittore è fondamentale sapersi mettere nei panni dell’altro.
- Nel corso della presentazione ha detto che il personaggio di Cora le somiglia molto. Come disse Flaubert della sua Madame Bovary: Madame Bovary c’est moi. Quindi Cora Salme c’est vous? Cora Salme è Vincent Message?
Credo che ci sia molto più di me in Cora di quanto ci sia di Flaubert in Madame Bovary. Il personaggio di Flaubert è una donna più leggera, per certi versi superficiale, invece Cora Salme vive una vera e propria inquietudine esistenziale in cui chiunque, al giorno d’oggi, può riconoscersi. Mi ha fatto piacere vedere quanti lettori si siano riconosciuti, loro malgrado, nel personaggio di Cora.
- In un passaggio del libro parla dell’"etica del lavoro che abbiamo ormai radicata nelle ossa". È una critica alla moderna società della performance?
Io credo che l’etica del lavoro in fondo sia un bene, perché è l’unico modo che abbiamo di cambiare il mondo. La mia è piuttosto una critica al capitalismo che pretende l’alienazione. L’alienazione del lavoro è il vero punto. Tutto il libro vuole essere una critica alla violenza delle dinamiche aziendali, che è feroce e tuttavia non necessaria.
Credo che il detto francese “metro-boulot-dodo” (metro-lavoro-nanna, Ndr) riassuma perfettamente il romanzo, è esattamente la dinamica stringente dalla quale Cora cerca di sfuggire.
- L’amicizia con il personaggio di Maouloun (un migrante clandestino, Ndr) apre gli occhi di Cora. A un certo punto lui osserva: "I tuoi problemi Cora sono quelli dei ricchi". Quali sono le differenze tra Maouloun e Cora?
Maouloun è la rappresentazione stessa della crisi, che è il vero male della nostra epoca. Una crisi che non è solo economica, ma anche sociale, politica, come dimostra la vicenda di Maouloun. Io credo che, in fondo al di là delle rispettive differenze, Cora e Maouloun siano personaggi molti simili. Entrambi vivono la stessa crisi e ne subiscono le conseguenze. Sono i prodotti di una crisi mondiale. Solo che la crisi di Cora riguarda più l’aspetto professionale, mentre per Maouloun è la crisi migratoria-sociale.
- Quali sono le differenze tra i due personaggi femminili del romanzo: Cora e Delphine?
Tramite Cora e Delphine volevo ricavare una rappresentazione complementare della figura femminile nell’epoca del capitalismo. Sono due personaggi molto diversi, che tuttavia si completano a vicenda. Delphine è una creatura solare, mentre Cora è più ombrosa, lunare, inquieta. Sono due figure in netto contrasto che tuttavia si completano a vicenda, come vediamo nel libro.
- C’è molta musica nel romanzo, è un libro dalla natura musicale. Il mito di Orfeo ed Euridice nell’opera di Gluck è un riferimento costante. Cosa lega Cora al mito di Euridice? Tra l’altro Cora è anche il secondo nome di Persefone.
Non sapevo che Cora fosse un altro nome di Persefone, l’ho scoperto solo dopo aver concluso il romanzo grazie alle puntuali osservazioni di alcuni critici. Il riferimento quindi, mio malgrado, è stato involontario.
La musica per me è stata una forte risorsa simbolica, così come l’opera di Gluck che è appunto un ritornello costante.
Credo che il legame sostanziale con il mito di Orfeo ed Euridice sia che di base Cora nella spirale è una storia di perdita. Ma non vado oltre perché non voglio rivelare il finale.
- La varietà stilistica del romanzo è uno degli aspetti più interessanti. Nel corso della storia si affrontano numerosi temi: economici, storici, sociali e persino politici. Ma, in conclusione, il nocciolo fondamentale sembra essere una lezione di vita, non a caso si conclude con un messaggio di rinascita. Era questo il senso finale del libro: la storia di Cora vuole essere una lezione di vita?
No, non tanto una lezione di vita. Credo che il senso ultimo sia dare al pubblico una lezione di responsabilità. La storia di Cora Salme vuole dare una lezione sul senso di responsabilità. Ma, per quanto mi riguarda, non credo sia la morale lo scopo ultimo di una storia.
Un’anticipazione del prossimo romanzo di Vincent Message
In conclusione Vincent Message ci lascia un’anticipazione del suo ultimo romanzo Gli anni senza sole che è appena stato pubblicato in Francia. Un libro-saggio che analizza gli anni della pandemia, facendo riferimento a un’epidemia di peste scoppiata nel sesto secolo in seguito a una glaciazione.
Quello che desidero, come scrittore, è non scrivere mai lo stesso libro. Credo che un buon romanzo abbia bisogno di tempo e di molta energia.
spiega Vincent Message
Gli anni senza sole è stato un romanzo più veloce da scrivere rispetto a Cora nella spirale, perché si legava a delle sensazioni precise, alla contingenza della situazione pandemica. Per me è stato un modo per liberarmi dalla prigione della pandemia, dalla stasi forzata che mi ha costretto a rimandare molti progetti.
Aspettiamo quindi di leggere presto Gli anni senza sole, sperando in una prossima pubblicazione da parte de L’orma editore. Di certo continueremo a seguire il percorso letterario di questo promettente autore francese che riesce a cogliere, nei suoi scritti, l’aspetto più inquieto e fragile della contemporaneità.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista allo scrittore francese Vincent Message, autore di “Cora nella spirale”
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