Il 16 febbraio 1990 scompariva, a soli trentun anni, l’artista statunitense Keith Haring, mitico fondatore della corrente neo-pop. Da tempo era malato di Aids e fu infine sconfitto dalla malattia, che in quegli anni mieteva una strage silenziosa.
Haring aveva rivoluzionato la corrente artistica degli anni ’80 con i suoi murales innovativi che modificarono radicalmente il linguaggio urbano dell’epoca. Considerato l’erede artistico di Andy Warhol, Keith Haring creò delle nuove sagome colorate dai tratti infantili e quasi primitivi che riprendevano il tipico segno nero legato al fumetto. Le sue opere d’arte proliferarono negli spazi pubblici, creando un intima connessione tra la comunicazione contemporanea e l’opera d’arte.
L’arte sociale di Keith Haring: gli omini stilizzati
Prima della sua morte l’artista aveva fondato la Keith Haring Foundation confidando che l’associazione avesse continuato la sua opera a supporto delle organizzazioni dell’infanzia e della lotta all’AIDS.
La sua ultima opera fu il murales Tuttomondo, realizzato a Pisa nel 1989, un graffito colorato che simboleggiava, attraverso gli incastri di 30 figure colorate, la pace nel mondo.
Ancora oggi, a trentadue anni dalla sua scomparsa, Keith Haring è considerato uno degli artisti più prolifici del XX secolo.
Con i suoi graffiti e i suoi murales parlanti Haring aveva inaugurato una nuova forma di scrittura, promuovendo così una nuova arte di raccontarsi.
I suoi mitici omini stilizzati o stick man (detti anche stick figure, Ndr) si fecero portatori di forti messaggi sociali, diventando quindi che simboli, definizioni, di lotte e battaglie della sua epoca che l’hanno toccato molto da vicino, come l’AIDS, ma anche le guerre in Paesi lontani o le stragi di persone innocenti.
In occasione dei trentadue anni dalla sua scomparsa, ricordiamo le frasi più celebri di Keith Haring.
Keith Haring: le frasi celebri dell’artista
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Nel 2001 Mondadori pubblicò per la prima volta I Diari di Keith Haring (traduzione di Giovanna Amadasi e Giuliana Picco), una raccolta di memorie che custodisce la sua leggenda.
Alla sua morte infatti Haring lasciò una decine e decine di taccuini contenenti le sue riflessioni, i suoi progetti e alcuni appunti a proposito delle opere d’arte da lui create. Un compendio dal valore spirituale che ci restituisce il riflesso di un’esistenza straordinaria, tutta giocata sul confine estremo tra arte e vita. Ora i Diari di Haring sono pubblicati nella collana dei saggi Oscar Mondadori.
La vita artistica di Keith Haring fu sempre accompagnata, sebbene in modo discontinuo, dalla sua scrittura che cercava di ritrarre l’odissea incredibile che fu il suo viaggio esistenziale.
Di seguito riportiamo alcune frasi celebri di Keith Haring estratte direttamente dai suoi diari:
- I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato.
- Voglio restare sempre un dodicenne, dentro.
- L’arte diventa il modo in cui noi definiamo la nostra esistenza di esseri umani. Il che le dà un’aria perversa, lo ammetto.
- La tela come materiale in sé è meravigliosa. È robusta, può essere venduta e in un certo senso è duratura. Ma mi inibisce. Spendo otto dollari per una tela di 75 centimetri per cento e per la pittura a olio; poi vado in paranoia per come riuscirà perché ho speso 12 dollari per quel quadro e penso che debba valere qualcosa. Invece, quando dipingo su un pezzo di carta che ho trovato oppure ho comprato a poco prezzo, e uso l’inchiostro ad acqua, faccio un intero quadro di 120 centimetri per duecentosettanta senza aver speso praticamente nulla.
- Se cerco di modellare la mia vita su quella di qualcun altro, finisco per sprecarla riproducendo le cose per puro e vacuo spirito di accettazione. Ma se vivo la vita a modo mio e faccio in modo che gli altri artisti mi influenzino solo come riferimenti esterni o come punti di partenza, posso costruire una consapevolezza ancora maggiore invece di restarmene qui inattivo. Se sarò in grado di capire questo e di metterlo in pratica mi sarà d’aiuto, ma ho di nuovo paura.
- Un giorno mi piacerebbe fare un libro fotografico con immagini di me insieme a bambini di tutto il mondo… I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato. I bambini subiscono una fascinazione per la loro esperienza quotidiana che è molto speciale e che sarebbe di grande aiuto agli adulti se potessero imparare a capirla e a rispettarla.
- Di solito le persone più generose sono quelle che hanno meno da dare. L’ho imparato per esperienza personale a dodici anni, quando consegnavo i giornali a domicilio. Le mance migliori venivano dalla gente più povera.
- Penso, sento, agisco e vivo diversamente ogni giorno, ogni istante. Dipingo in modo diverso ogni giorno. I miei dipinti sono la registrazione di un lasso di tempo. Dipingere in modo diverso ogni giorno rende impossibile realizzare una composizione impegnativa lungo un arco temporale che dura più di una seduta.
- I miei disegni potrebbero essere disegnati su qualsiasi supporto o materiale, come i geroglifici egizi, i pittogrammi maya o indios. I miei disegni vogliono attivare una superficie e diffondere energia. E trasformare una superficie neutra, anonima, dandole una personalità.
- Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi: l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare.
- Mi piacerebbe non aver visto, né letto, né ascoltato mai niente.. e poi creare qualcosa.
- L’arte celebra l’uomo, non lo manipola.
- La più grande ragione del dipingere è che non c’è ragione di dipingere.
- L’atto della creazione è una sorta di rituale. Le origini dell’arte e dell’umanità giacciono nascoste in questa misteriosa creazione. La creatività umana riconferma e mistifica la potenza della vita.
- Non penso che l’arte sia propaganda; dovrebbe invece essere qualcosa che libera l’anima, favorisce l’immaginazione ed incoraggia la gente ad andare avanti.
- Un muro è fatto per essere disegnato, un sabato sera per far baldoria e la vita è fatta per essere celebrata.
- Tutte le volte che creo qualcosa, penso alle persone che stanno per vederlo e tutte le volte che vedo qualcosa, penso alla persona che l’ha fatto.
- Il mio contributo al mondo è la mia abilità nel disegnare. Dipingere è ancora sostanzialmente la stessa identica cosa che fu nella preistoria. Riunisce l’uomo e il mondo. Vive nella magia.
- Dipingerò quanto potrò, per quante persone potrò, per quanto a lungò potrò.
Conoscevate la storia di Keith Haring? Qual è la vostra preferita tra le opere del grande artista? Raccontatecelo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Keith Haring: le frasi più celebri dell’artista statunitense a trentadue anni dalla sua scomparsa
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