

La deputata Laura Boldrini non ha dubbi: in Italia lo stato di salute dei diritti è preoccupante.
Questa la tesi di fondo di Una storia aperta. Diritti da difendere, diritti da conquistare (EGA Edizioni - Gruppo Abele), un libro-intervista realizzato in collaborazione con la giornalista Eleonora Camilli.
Il libro è stato presentato sabato 4 dicembre durante un incontro tenutosi durante la fiera nazionale della media e piccola editoria Più libri Più liberi a Roma.
Nel corso della lunga conversazione tra Laura Boldrini ed Eleonora Camilli vengono toccati tutti i punti fondamentali sul tema dei diritti: dalle politiche migratorie al femminismo, dal lavoro alla tutela della salute, sino alla deriva rappresentata dall’hate speech sui social network.
Laura Boldrini ha ribadito quanto sia necessario e urgente, soprattutto in questo momento storico, fare il punto sullo stato dei diritti nel nostro Paese.
Viviamo una fase storica delicata, nella quale stiamo assistendo a una regressione dei diritti e della stessa democrazia.
Nell’intervista con Eleonora Camilli, Laura Boldrini rilegge gli anni del proprio impegno civile e politico alla luce dei fatti più recenti.
Dopo oltre venticinque anni di lavoro presso l’alto commissariato delle Nazioni Unite e una lunga militanza presso le organizzazioni internazionali, Laura Boldrini è approdata in politica nel 2013 come deputata per poi essere eletta, a marzo dello stato anno, Presidente della Camera dei deputati.
Oggi l’onorevole Boldrini continua il proprio impegno come presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo.
Il libro Una storia aperta


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Il libro Una storia aperta. Diritti da difendere, diritti da conquistare riflette le convinzioni di una donna che si è sempre battuta per le difesa dei diritti umani fondamentali. Lo sguardo, dapprima ampio, si focalizza su problemi più recenti, come quanto sta avvenendo ai confini dell’Ungheria e della Polonia, per poi restringersi su alcune tematiche cardine, quale l’immigrazione.
Penso che lo stato dei diritti nel nostro Paese non sia buono. Primo tra tutti il diritto d’asilo. Ne resta ben poco quando ci abituiamo a migliaia e migliaia di morti nel Mediterraneo.
Il tema migratorio occupa gran parte delle pagine del libro Una storia aperta. Nell’intervista Laura Boldrini evidenzia come, a partire dal 2009, il governo italiano abbia fatto del respingimento la chiave della propria politica.
Dopo la strage di Lampedusa nel 2013, che è costata trecentosessantotto morti, c’è stata una breve parentesi grazie all’avvio dell’operazione Mare Nostrum. Oggi, sottolinea la deputata, il soccorso in mare è di nuovo criminalizzato: siamo tornati indietro, siamo tornati al 2009.
L’operazione Mare Nostrum era motivo del nostro orgoglio. Abbiamo dimostrato di essere un grande Paese. Poi invece siamo diventati il Paese dei porti chiusi, del motto "la pacchia è finita".
La necessità di una buona politica
Nel suo discorso Laura Boldrini non si limita a sottolineare come ogni giorno il diritto d’asilo sia calpestato e tradito. Afferma anche il diritto delle donne di autodeterminarsi - che è un diritto del progresso - e critica i medici obiettori di coscienza che impediscono l’aborto in numerose regioni d’Italia. Osserva che in rete vince la legge del più forte, l’hate speech scorre senza controllo e anche la libertà d’espressione sta venendo meno.
Infine, la deputata ribadisce il diritto alla dignità e all’onorabilità dell’individuo.
C’è la politica dell’odio e l’odio nella politica. C’è una guerra oggi contro i diritti, messa in campo da una destra oscurantista e sovranista che purtroppo oggi è dominante in Italia. Purtroppo noi non abbiamo una destra liberale, come accade in Francia o in Germania. La nostra Destra ha esultato per l’affossamento contro i crimini d’odio (DDL Zan, Ndr). Come possiamo fare politica con le barricate?
Alla luce di tutto ciò, Laura Boldrini ribadisce la necessità di una buona politica, ossia di una politica che metta al centro i diritti fondamentali dell’Uomo. Perché un diritto o è di tutti o di nessuno, scriveva il compianto Gino Strada.
Una buona politica parla di dialogo, di incontro. Quello che si propone Laura Boldrini, e che ribadisce tra le pagine di Una storia aperta, è di riportare i diritti, gli ideali e i valori al centro del discorso politico.
Perché il futuro ci chiama ad affrontare nuove sfide e dobbiamo essere pronti.
Laura Boldrini conclude il suo intervento ribadendo come non sia facile far avanzare i diritti civili né quelli sociali in Italia. Ci invita a ricordare che l’annullamento dei diritti è il primo indizio del mancato stato di salute di una democrazia.
In un evento-manifestazione che ha scelto la libertà come tema dell’edizione 2021, i libri, ancora una volta, sono un invito a riflettere e a tenere il polso del tempo in cui viviamo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Laura Boldrini presenta il libro-intervista “Una storia aperta” a Più libri Più liberi
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