Immagine di copertina Credits: Senedd Cymru / Welsh Parliament from Wales, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Nata a Londra il 21 aprile 1926, Elisabetta II salì al trono all’età di venticinque anni in seguito alla morte del padre, Re Giorgio VI, il 6 febbraio 1952. Attraversando oltre settant’anni di storia ha condotto il regno più lungo e duraturo che il mondo ricordi: la seconda età elisabettiana ha battuto persino il record dei sessantatré anni della Regina Vittoria, trisavola di Elisabetta, artefice della luminosa epoca vittoriana ricordata come un lungo periodo di pace.
La regina Elisabetta II si è spenta ieri, 8 settembre 2022, all’età di novantasei anni chiudendo un capitolo storico interminabile iniziato molto tempo fa. Ricordarla oggi significa fissare una figura epocale della storia recente: una donna entrata nel Mito.
Parlare di Elisabetta II, compiangerla, non significa ignorare l’impatto negativo o devastante della monarchia e del colonialismo, ma riconoscere il valore simbolico del suo personaggio e il fascino innegabile, quasi fiabesco, di colei che è stata l’ultima regina.
Commemoriamo la grande regina inglese attraverso le sue frasi più celebri che hanno scandito un’epoca.
Le frasi più belle pronunciate dalla regina Elisabetta II
Parole dedicate al peso della corona, al significato del suo ruolo di regnante, ma anche riflessioni sul potere, la politica, l’amore, il segreto del successo e il senso stesso della vita, aforismi sferzanti e sagaci che ripercorrono decenni di storia mondiale.
La regina Elisabetta II ci ha donato una saggezza di pietra di cui fare tesoro nei decenni a venire, da custodire come un ricordo prezioso, o l’insegnamento di una cara nonna da sfruttare nei momenti più disparati quando ci si sente improvvisamente perduti e allora si va in cerca di un consiglio.
Io dichiaro davanti a voi tutti che tutta la mia vita, sia essa lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale a cui tutti apparteniamo.
Appartengo al mio popolo, ma non come intendeva Elisabetta I. Non ho scelto io di essere regina, so ciò che si attendono da me, manterrò i miei impegni.
Siamo un popolo moderato e pragmatico, più a suo agio con la pratica che con la teoria.
Non conosco una formula per il successo. Ma col passare degli anni ho potuto notare che alcune capacità di leadership sono universali e spesso hanno a che fare con l’incoraggiare le persone a mettere a frutto il loro talento, il loro entusiasmo e la loro ispirazione per lavorare insieme.
È sempre stato più facile odiare e distruggere. Costruire e gioire è molto più difficile. Oggi abbiamo bisogno di un tipo speciale di coraggio. Non il tipo di coraggio che serve in battaglia, ma quello che ci fa lottare per quello che sappiamo essere giusto, vero e onesto.
La generazione in tempo di guerra, la mia generazione, è resiliente.
La generazione di guerra sapeva che il modo migliore per onorare coloro che non erano tornati, era assicurarsi che non accadesse di nuovo. Il più grande tributo al loro sacrificio è che i paesi che una volta erano nemici giurati ora sono amici, lavorando fianco a fianco per la pace, la salute e la prosperità di tutti noi.
Prevarremo e la vittoria apparterrà a ciascuno di noi. Dobbiamo confortarci pensando che giorni migliori torneranno: che saremo di nuovo con i nostri amici, saremo di nuovo con le nostre famiglie e ci incontreremo ancora.
Il corso ascendente della storia di una nazione è dovuto, nel lungo periodo,
alla solidità del cuore dei suoi uomini e donne comuni.
Il mondo non è un posto molto piacevole. Alla fine, i tuoi genitori ti lasciano e nessuno farà più di tutto per proteggerti incondizionatamente. Devi imparare a difendere te stesso e ciò in cui credi, e a volte, scusate il linguaggio, anche a dare qualche calcio nel didietro.
Vale la pena ricordare che spesso sono i piccoli passi, non i salti da gigante, che determinano il cambiamento più duraturo.
Non conosco un’unica formula per il successo, ma nel corso degli anni ho osservato che alcuni attributi della leadership sono universali e spesso riguardano la ricerca di modi per incoraggiare le persone a unire i loro sforzi, i loro talenti, le loro intuizioni, il loro entusiasmo e la loro ispirazione per lavorare insieme.
Perché ci si aspetta che le donne debbano sempre sorridere? È ingiusto. Se un uomo si mostra solenne, si presume automaticamente che sia una persona seria, non infelice.
Il dolore è il prezzo che si paga per l’amore.
Le lezioni del processo di pace sono chiare; qualunque cosa la vita ci riserverà, le nostre risposte individuali saranno tanto più forti per lavorare insieme e condividerne il peso.
Nel ricordare le spaventose sofferenze della guerra da entrambe le parti, riconosciamo quanto sia preziosa la pace che abbiamo costruito in Europa dal 1945.
Ho tratto grande conforto e ispirazione dall’entusiasmo incessante di persone di tutte le età, specialmente i giovani, nel chiedere a tutti di fare la propria parte.
Mi viene in mente quella signora della mia età a cui l’altro giorno una nipotina seria ha chiesto “Nonna, riesci a ricordare l’età della pietra?” Anche se questo potrebbe sembrare un po’ estremo, le generazioni più anziane sono in grado di fornire un senso del contesto e la saggezza dell’esperienza che possono essere inestimabili.
Possiamo avere punti di vista diversi, ma è nei momenti di stress e difficoltà che dobbiamo ricordare di più che abbiamo molto più in comune di quanto non ci divide.
Ho vissuto abbastanza a lungo da sapere che le cose non restano uguali a lungo.
Nessuno vive per sempre.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le frasi più celebri della regina Elisabetta II
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