Non tutti sanno che l’autore de Il signore degli anelli ogni anno, il 25 dicembre, inviava ai figli delle lettere personalizzate contenenti le risposte di Babbo Natale. Il ricco epistolario è stato pubblicato in Italia da Bompiani con il titolo esplicativo di Lettere da Babbo Natale. Più che un epistolario, un autentico dono d’amore, la dimostrazione che J.R.R. Tolkien non era solo uno straordinario scrittore fantasy ma, prima di tutto, un padre affettuoso.
La fantasia di J.R.R. Tolkien racchiusa nelle lettere da Babbo Natale
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Nel libro, pubblicato da Bompiani nel 2019, dal titolo Lettere da Babbo Natale sono contenute tutte le lettere che ogni 25 dicembre Tolkien inviava ai figli in occasione del Natale.
Il celebre autore scriveva fingendo di essere Babbo Natale in persona e intratteneva i suoi quattro bambini con incredibili storie ambientate nel magico mondo del Polo Nord. Se letto tutto di seguito il magnifico epistolario natalizio di J.R.R. Tolkien sembra raccontarci una lunga fiaba senza tempo, in cui il vecchio dalla barba bianca più amato dai bambini racconta una serie di rocambolesche avventure.
Oggi i critici concordano nel dire che le fantastiche avventure del Babbo Natale di Tolkien contenevano vari elementi ispiratori per la saga de Il Signore degli anelli.
La fantasia all’origine delle storie di certo era la stessa: la mente creativa di Tolkien prendeva il volo in sella all’ippogrifo e poco importa che si recasse al Polo Nord o nella mitica Terra di Mezzo sapeva sempre dar vita a trame e personaggi straordinari.
E i piccoli Tolkien non potevano che essere i lettori privilegiati delle storie del loro babbo.
Cosa c’era scritto nelle lettere da Babbo Natale di Tolkien?
A partire dal 25 dicembre 1920 a casa Tolkien cominciarono ad arrivare delle buste bianche indirizzate a John, Michael, Christopher e Priscilla. Erano lettere firmate proprio da Santa Claus in persona, ornate di disegni e affrancate con i francobolli delle Poste Polari. Le missive continuarono ad arrivare a destinazione per oltre un ventennio finché anche la piccola di casa, Priscilla, non fu cresciuta.
Le lettere da Babbo Natale (1920-1943) contenevano narrazioni illustrate e poesie, racconti esilaranti e divertenti filastrocche. Tolkien, fingendo di scrivere con la mano di tremante di Babbo Natale, dischiudeva ai suoi bambini il mondo fatato della Lapponia, abitato da elfi, renne e folletti e da tutti i magici aiutanti di Santa Claus.
Babbo Natale che abita nella Casa di Roccia (Cliff House nell’originale, Ndr) del Polo Nord narra le sue avventure vissute in compagnia dell’Orso bianco e dei suoi cuccioli, Crasso e Pelobianco. La penna di Tolkien rende la vita dell’anziano Babbo Natale (ben 1934 anni, come racconta in una lettera Ndr) parecchio movimentata.
Al Polo Nord infatti ne succede sempre una: dalle battaglie tra elfi e folletti sino alla visita dell’Uomo della Luna. Un giorno la quiete di Babbo Natale viene turbata dall’esplosione dell’Aurora Boreale e, insomma, il povero Babbo non ha mai la quiete necessaria per impacchettare i regali per i suoi amati bambini.
Il Babbo Natale di Tolkien e la guerra
Presto quell’universo di elfi rossi e bianchi, animali parlanti e goblin si sarebbe trasformato in una delle storie fantasy più belle del Novecento. Ma ancora nessuno poteva saperlo. I piccoli Tolkien attendevano ogni anno con trepidazione le lettere che Santa Claus inviava loro. E intanto lentamente crescevano.
J.R.R. Tolkien scrisse la prima lettera nel 1920 quando il suo primogenito John aveva tre anni; l’ultima nel Natale del 1943 quando Priscilla, la piccola di casa, ne aveva tredici e la Seconda guerra mondiale infuriava minacciosa.
Anche il Babbo Natale di Tolkien racconta della guerra, ma lo fa nel tentativo di esorcizzarla. Nella lettera del 1941, c’è un’ampia descrizione del conflitto che coinvolge Babbo Natale e i perfidi goblin che cercano di conquistare il Polo Nord. Lo scrittore vuole aiutare i figli a vivere quei giorni bui in cui assistevano all’assedio del proprio Paese, l’Inghilterra, per opera delle truppe di Hitler.
Non ho tempo per raccontarti tutta la storia. Ho dovuto dare tre volte fiato al grande Corno (Soffio-di-vento). È appeso sopra il caminetto in salone, e se non te ne ho mai parlato prima è perché non ho avuto occasione di adoperarlo per più di quattrocento anni: la sua voce si ode fin su là dove soffia il Vento del Nord. Ciononostante, sono trascorsi tre giorni interi prima che giungesse aiuto: i Bimbi-neve, gli Orsi Polari e centinaia e centinaia di Elfi.
In questa missiva in particolare ritroviamo un elemento caro a Tolkien, il grande Corno Soffio di Vento che richiama il Corno di Gondor suonato come segnale di pericolo.
L’ultima lettera di Tolkien alla figlia Priscilla
Il 25 dicembre 1943 in casa Tolkien arrivò l’ultima lettera di Babbo Natale. Una ricorrenza toccante che sembra segnare per sempre la fine dell’infanzia.
In quest’ultima missiva, Babbo Natale si rivolge esclusivamente a Priscilla, che ormai sta crescendo e presto smetterà di credere alla magia e alle fiabe del Polo Nord. Sull’onda del periodo storico vissuto, nel 1943 l’Europa è portata allo stremo dalla guerra, la lettera di Santa Claus a Priscilla ha un tono cupo, tuttavia si conclude con un messaggio di speranza.
L’augurio di Babbo Natale, che si congeda da tutti i piccoli Tolkien ormai grandi, è di rivedersi presto una volta che anche loro avranno delle case proprie e dei bambini che attenderanno con trepidazione la magica notte di Natale.
L’ultimo messaggio di Tolkien nelle vesti di Babbo Natale è carico di speranza. Ed è anche la più commovente promessa che un padre possa fare a una figlia, soprattutto nei tempi bui di una guerra.
J.R.R. Tolkien saluta l’infanzia di Priscilla, ormai agli sgoccioli, e le fa omaggio con il dono più grande: l’augurio di un futuro sereno, dice addio alla bambina che è stata e si prepara ad accogliere la giovane donna che diventerà.
Mia cara Priscilla, auguri per un Natale davvero felice! Penso che quest’anno appenderai la tua calza per l’ultima volta: spero proprio che lo farai, dato che mi sono rimasti ancora alcuni regalini per te. Dopo questa lettera dovrò dirti più o meno “addio”: voglio dire che ovviamente non mi dimenticherò di te. Qui noi conserviamo sempre i vecchi numeri dei nostri vecchi amici e così le loro letterine; e più avanti negli anni speriamo di tornare una volta che loro saranno cresciuti e avranno delle case tutte proprie con dentro dei bambini.
Le lettere da Babbo Natale scritte da Tolkien ai propri figli non erano destinate alla pubblicazione, sarebbero dovute rimanere private, erano il regalo personale e affettuoso di un padre ai propri bambini. Furono pubblicate postume il 2 settembre 1976 in occasione del terzo anniversario della morte di Tolkien.
La curatrice del volume era Baillie Tolkien, la seconda moglie del figlio più giovane dello scrittore, Christopher.
L’epistolario fu pubblicato con il titolo di The Father Christmas Letters con l’intenzione di farne una fiaba da donare a Natale a tutti i bambini del mondo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le lettere da Babbo Natale che J.R.R Tolkien scriveva per i figli
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