Mi fermo un momento a guardare è una poesia inedita che il poeta e scrittore italiano Roberto Roversi donò al Centro Antartide di Bologna. Il componimento fu in seguito distribuito in occasione della Giornata Mondiale della Lentezza del 2012.
Questa poesia di Roversi sembra parlare in modo particolare alla delirante società contemporanea che ha fatto della fretta e dei ritmi forsennati e pressanti una ragione di vita. Per questa ragione ci sembra il componimento più significativo di Roberto Roversi, da ricordare in occasione del novantanovesimo anniversario della nascita del poeta bolognese.
Scopriamo insieme testo, analisi e commento della poesia.
Mi fermo un momento a guardare di Roberto Roversi: testo
Non correre. Fermati. E guarda.
Guarda con un solo colpo dell’occhio
la formica vicino alla ruota dell’auto veloce
che trascina adagio adagio un chicco di pane
e così cura paziente il suo inverno.Guarda. Fermati. Non correre.
Tira il freno alza il pedale
abbassa la serranda dell’inferno.
Guarda nel campo fra il grano
lento e bianco il fumo di un camino
con la vecchia casa vicina al grande noce.
Non correre veloce. Guarda ancora.
Almeno per un momento.Guarda il bambino che passa tenendo la madre per mano
il colore dei muri delle case
le nuvole in un cielo solitario e saggio
le ragazze che transitano in un raggio di sole
il volto con le vene di mille anni
di una donna o di un uomo venuti come Ulisse dal mare.Fermati. Per un momento. Prima di andare.
Ascoltiamo le grida d’amore
o le grida d’aiuto
il tempo trascinato nella polvere del mondo
se ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.
Mi fermo un momento a guardare di Roberto Roversi: analisi
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La poesia di Roberto Roversi si contraddistingue per lo stile piano, chiaro ed essenziale che permette ai suoi versi di parlare direttamente al cuore del lettore. Non è certo una poesia ermetica quella di Roversi, ma una poesia diretta, incisiva, parlata che si fa portatrice di immagini dall’alto potere evocativo.
Nel componimento la voce del poeta sembra parlare direttamente al lettore, rivolgendosi a un “Tu” individuale e allo stesso tempo collettivo:
Non correre. Fermati. E guarda.
La poesia si apre con un’esortazione imperativa, un ordine categorico. Roberto Roversi invita il lettore a rallentare il ritmo, fermarsi e guardare. Il poeta pone quindi l’attenzione sull’animale più piccolo del mondo: una formica, che lentamente raccoglie le briciole di pane che le permetteranno di sopravvivere all’inverno.
Roversi elenca una serie di piccole cose che in realtà contengono grandi insegnamenti: un bambino che stringe la mano della madre, i colori sui muri delle case e le nuvole che scorrono lente nel cielo. Il suo sguardo passa quindi alle stagioni della vita: ci sono le ragazze che un giorno diventeranno donne e ora camminano nella luce transitoria del sole, e poi ci sono gli anziani, uomini e donne, che portano sul viso i segni dell’esperienza e della vita vissuta, un’Odissea personale quale è l’esistenza di ognuno.
L’invito è ad “abbassare la serranda dell’inferno”, ovvero a ricordarci il tempo del riposo, a rallentare il ritmo frenetico delle nostre vite poiché questo continuo correre in realtà non ci condurrà da nessuna parte. Il mondo è nella mano innocente di un bambino, nelle rughe di una donna anziana che è specchio di saggezza. Il mondo appartiene anche alla formica che, con estrema pazienza, trascina una briciola di pane nella tana.
Dopo aver passato in rassegna una serie di immagini Roberto Roversi sembra lanciare, tra le righe, un’accusa a una società che non porge più l’orecchio né all’amore né alla disperazione della gente. Una società che è diventata sorda a ogni gesto di tenerezza o richiesta d’aiuto perché ormai troppo impegnata nella corsa frenetica verso il successo, la conquista e la realizzazione di chissà cosa poi.
Le grida dell’amore e della disperazione infatti appaiono mute, perché abbiamo smesso di dare loro ascolto. Tramite questo efficace ossimoro “grida/mute” Roversi esprime il dramma della società contemporanea che ha scordato l’importanza dei sentimenti veri e delle emozioni autentiche.
Mi fermo un momento a guardare di Roberto Roversi: commento
Le parole del poeta sembrano lentamente trasfigurarsi da una sfera più concreta a una dimensione più spirituale.
Nella conclusione afferma:
Se ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.
Con queste parole indica dunque un senso, un bandolo di significato nella matassa intricata della vita. L’attenzione alle piccole cose è, secondo il poeta, l’unico modo per sottrarsi all’oblio del tempo che inevitabilmente ci conduce alla vecchiaia e alla morte.
Il senso della vita, ribadisce Roberto Roversi, è nelle piccole cose alle quali ci scordiamo di prestare attenzione. E mentre siamo impegnati nell’inseguire chimere e falsi miti la vita scorre impetuosa come un fiume lasciandoci indietro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Mi fermo un momento a guardare”: testo e analisi della poesia di Roberto Roversi
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