Per dire che qualcosa non mai stato usato prima utilizziamo spesso una frase molto curiosa, ovvero "nuovo di zecca": ma perchè si dice così?
Forse ci siamo fatti tante volte questa domanda e per pigrizia o pensando che faccia oramai parte della nostra quotidianità non siamo andati ad approfondire. Così il dubbio è rimasto e pur continuando a definire qualcosa di veramente nuovo come "nuovo di zecca" non sapremo dare una spiegazione di tale abitudine.
Questa volta siamo andati a curiosare tra lettere e parole e abbiamo ricostruito la storia di uno dei modi di dire che caratterizzano la lingua italiana. Immaginiamo di dover spiegare a qualcuno che non italiano qualcosa che sia davvero "nuovo di zecca", forse non sarebbe poi così facile.
Perché si dice nuovo di zecca? Storia e origini del modo di dire
In realtà per chi è nato in Italia o vive in questo paese da molto tempo non dovrebbe essere così difficile capire perché si dica "nuovo di zecca" per definire qualcosa che non ha avuto proprietari in precedenza e, di conseguenza, non è stato usato.
Questo modo di dire, infatti, ha una stretta correlazione con la Zecca di Stato, ovvero l’ente che in Italia ha il compito di stampare monete, francobolli e documenti ufficiali emanati dallo Stato e per i quali solo quest’ultimo ha l’autorizzazione all’emissione.
Nello specifico, quando la Zecca stampa nuove monete queste sono nuovissime: si riconoscono toccando la carta perché in brevissimo tempo le monete diventano vecchie, dato il passaggio di mano frequente e quotidiano.
Ma subito dopo l’emissione esse sono fresche di conio: il cilindro d’acciaio utilizzato per incidere la faccia su uno dei due lati impressiona la banconota pronta per arrivare sul mercato.
Ed è proprio per questo che nasce il modo di dire "nuovo di zecca": non c’è nulla di così nuovo come le monete stampate e mai utilizzate tanto che l’espressione si utilizza non solo per definire qualcosa di nuovo ma anche per rafforzarne il valore di novità e di mancato utilizzo.
Nuovo di zecca: alcuni esempi e quando si usa
L’espressione "nuovo di zecca", quindi, può essere utilizzata quando vogliamo dire che qualcosa è nuovo. Possiamo trovarci davanti un oggetto acquistato per un’occasione speciale, un capo d’abbigliamento, un dispositivo digitale, una casa e così via.
Con il passare del tempo, però, questo modo di dire è entrato in uso anche per descrivere oggetti utilizzati pochissimo, con l’obiettivo di porre l’accento sul fatto che godono di un’ottimo stato di salute, al pari di quelli mai utilizzati.
Un esempio può essere quello della compravendita: non è inusuale, infatti, che nella vendita di oggetti usati si trovi nella descrizione la dicitura "nuovo di zecca" o che nel colloquio tra acquirente e venditore quest’ultimo cerchi di convincere il primo utilizzando anche espressioni come questa nel tentativo di enfatizzare le buone condizioni dell’oggetto in questione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nuovo di zecca: perché si dice così?
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