A scrittori e poeti sono state intitolate di volta in volta strade, piazze, molte scuole, biblioteche, occasionalmente qualche giardino e numerosi premi letterari. Alle celebrazioni di matrice più tradizionale, si accompagnano spesso omaggi inconsueti. Partendo dalla recente notizia della nuova specie di rana equatoriale che porta il nome di J.R.R. Tolkien, è possibile immaginare un viaggio alla scoperta delle dediche agli autori.
La rana fantastica che prende il nome da Tolkien
Si chiama Hyloscirtus tolkieni e gli scopritori nel presentarla al mondo hanno citato addirittura un pezzo de Lo Hobbit. La spiegazione, oltre all’ovvia passione per Il signore degli anelli, è l’habitat in cui vive la specie: la zona equatoriale, un’area protetta nel sud-est dell’Ecuador, è paragonabile, secondo gli scienziati, alla Terra di Mezzo. I colori del minuscolo anfibio ricorderebbero poi le creature dei mondi fantastici descritti da Tolkien. La rana misura 65 millimetri: è verde con macchie gialle e puntini neri e occhi dall’iride rosa pallido. Una creatura fantastica e piuttosto riservata, a quanto pare, dal momento che ne è stato avvistato un solo esemplare.
Le rose di Geoffrey Chaucer e Shakespeare
L’universo botanico è una continua fonte di intitolazioni. Non si contano le varietà floreali che portano nomi di scrittori e poeti. Esiste una rosa dedicata a Geoffrey Chaucer (traduttore del Romanzo della rosa), mentre quella ispirata a William Shakespeare ha fiori grandi e molto profumati, dalla corolla multipla. E si adatta perfettamente al bardo che si affida proprio al fiore per rappresentare i sentimenti di Giulietta
Cambia il tuo nome. In fondo, che cos’è un nome? Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome, profumerebbe altrettanto dolcemente.
La margherita di Calvino e l’orchidea di Charles Darwin
Si chiama Itala la margherita creata dai floricoltori liguri per omaggiare Italo Calvino e il suo legame con la riviera dei fiori. Mentre l’Angraecum sesquipedale è comunemente nota come l’orchidea di Charles Darwin: deve il nome al suo fiore che colpì la fantasia del famoso naturalista.
Metropolitane, stelle e aeroporti dedicati a scrittori
Se l’aeroporto di Brescia porta il nome di Gabriele D’Annunzio, a Victor Hugo è dedicata una stazione della metropolitana di Parigi, nella linea 2. Ma l’autore de I miserabili identifica anche un asteroide (il numero 2106) e uno dei crateri sulla superficie di Mercurio. Onore che condivide, tra gli altri, con Honoré de Balzac, Giovanni Boccaccio, le sorelle Bronte, George Gordon Byron, Italo Calvino, Truman Capote, Miguel de Cervantes, Anton Chekov, Charles Dickens, Gustave Flaubert, Johann Wolfgang Goethe, Jack Kerouac, Howard Philips Lovecraft, Mark Twain, Herman Melville, Vladimir Nabokov.
Ma le dediche dei corpi celesti non si contano: a spasso fra le stelle c’è Dante, ovviamente. Ma anche Astrid Lindgren e Mario Rigoni Stern, grazie all’asteroide scoperto ad Asiago nella notte di San Valentino del 1996. Lo stesso scrittore diceva
Ora che un asteroide porta il mio nome mi rendo conto che non c’è un solo libro in cui non abbia parlato del cielo.
Uno dei più recenti è Beppe Fenoglio con il pianetino in orbita tra Marte e Giove.
Tornando sulla terra, l’autrice di Pippi Calzelunghe dal 1992 è però anche ritratta sulle banconote svedesi da 20 corone. In Norvegia un’altra scrittrice, Sigrid Undset, vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 1928, è rappresentata sulla carta moneta da 500 corone.
Pipe, stilografiche, canne da pesca, fucili ispirate a scrittori
Ci sono poi le dediche ispirate da passioni e abitudini degli scrittori. Si va dalle più quotidiane a quelle estreme. Esiste in commercio una Pipa Maigret, che sembra uscire direttamente da un racconto di Georges Simenon (La pipa di Maigret, appunto), mentre una nota casa di produzione ha creato una stilografica ispirata a Rudyard Kipling e caratterizzata dal colore verde giungla.
In commercio ci sono poi canne da pesca e fucili intitolati a Ernest Hemingway in omaggio alle sue ben note passioni. Ma al bar si può ordinare anche l’Hemingway special, il cocktail a base di rum nato al Floridita de L’Avana in risposta alle preferenze dello scrittore.
La poltrona di Proust, realizzata da Alessandro Mendini
Non si sa se Marcel Proust ci si sarebbe seduto volentieri, ma la poltrona che porta il suo nome, ideata nel 1975 da Alessandro Mendini, nasce dalla sensazione scaturita dalla lettura de La Recherche: l’hanno ispirata le descrizioni degli interni contenute nell’opera, ma anche i riferimenti al tempo e alla memoria. Così Mendini proietta su una poltrona settecentesca un quadro di Paul Signac, esponente di spicco della corrente pittorica del Puntinismo. Il risultato è un’icona capace di tradurre la letteratura in oggetto quotidiano.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli omaggi inconsueti a poeti e scrittori: dalla rana di Tolkien alla poltrona di Proust
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