Cosa significa pagare alla romana? In questi giorni se lo stanno domandando in molti vista la diffusione sui social, soprattutto su Twitter e Facebook, di una metafora che accosta il celebre modo di dire pagare “alla romana” - ovvero dividendo il conto in parti uguali - alla manovra economica della Flat tax, la proposta fiscale nuovamente avanzata dal centrodestra.
Senza entrare nel merito della proposta politica, vi spieghiamo perché l’accostamento è sbagliato e rischia di travisare il significato della manovra economica.
Cosa significa pagare alla romana e quali sono le differenze con la Flat tax? Qual è l’origine di questo modo di dire? Cosa significa invece pagare alla genovese? Vediamo la questione più nel dettaglio.
Pagare alla romana: origine e significato del modo di dire
“Facciamo alla romana” è ormai un celebre modo di dire entrato nella parlata popolare e nell’uso comune. Quando si esce a pranzo o a cena con grandi tavolate di amici è diventata una prassi. Pagare alla romana significa dividere la spesa finale in parti uguali, indipendentemente dal consumo del singolo commensale.
Ma come è nato e da dove deriva questo modo di dire? La connotazione romanesca del termine, spiega l’Accademia della Crusca, trae origine dalle scampagnate fuori porta - con annesse abbondanti merende e pranzi - tipiche della tradizione popolare romana. Il termine “romanata” veniva dunque accostato alla cosiddetta “merenda campagnola” e, in seguito, venne a indicare la definizione di “ritrovo conviviale in cui ciascun commensale paga una quota della spesa complessiva.”
Il Grande Dizionario della Lingua Italiana attesta che il modo di dire “romanata”, usato per indicare questa usanza, appare citato per la prima volta in una lettera di Ugo Foscolo dove il poeta raccontava di doversi recare a Fiesole per partecipare a una romanata in compagnia delle signore di Orozco. Tuttavia appare improbabile che i ricchi aristocratici, citati da Foscolo, avessero proposto una colletta ai commensali al termine della merenda campagnola. Forse la “romanata” cui alludeva Ugo Foscolo nella celebre lettera era una semplice scampagnata all’aria aperta accompagnata da qualche cibaria.
Il Lessico dell’infima e corrotta italianità (1890) di Pietro Fanfani e Costantino Arlia accosta invece il concetto di romanata alla tradizione francese in voga nell’Ottocento del cosiddetto “pique nique”, in cui ogni commensale era solito contribuire alla tavolata portando la propria parte di pasto.
Secondo altre fonti l’espressione “pagare alla romana” si è invece sviluppata dall’usanza antica di alcune trattorie romane di far pagare il conto dividendolo in parti uguali tra ciascun commensale, per una maggiore semplicità operativa. In ogni caso il modo di dire è rimasto e si è sedimentato nella parlata popolare, venendo in seguito riadattato nelle varie regioni d’Italia: "pagare alla milanese” viene detto per intendere la medesima usanza, mentre “pagare alla napoletana” spesso è inteso in senso dispregiativo, ovvero come non pagare affatto.
Perché la Flat tax non è “pagare alla romana”
Sui social network post squadrati con grandi scritte in rilievo riportano la celebre battuta che ormai è diventata virale e sta facendo il giro del web:
Siete a un pranzo, ci sono alcuni che mangiano aragosta, caviale e champagne a fiumi. Voi prendete una pizza. Alla fine si paga alla romana. Alla romana è la Flat tax.
“Alla romana è la Flat tax” conclude categorico il post, ma in realtà l’accostamento è matematicamente sbagliato. Il messaggio lascia intendere che il conto sarà diviso in modo uguale, indipendentemente dai costi e dai consumi del singolo, mentre non è così nel caso della Flat tax. La Flat tax infatti non prevede un importo fisso di tasse per tutti, ma un’aliquota fissa, in percentuale in base al reddito e quindi proporzionale ad esso. I commensali dunque, per non perdere il filo della metafora, dovranno pagare cifre diverse in base al proprio livello di reddito. Se il “conto” finale di Tizio fosse più alto di quello di Caio, anche la tassazione sarebbe più alta, perché calcolata in percentuale a partire da un importo differente.
Un esempio pratico con il reddito? Se ci fosse una Flat tax del 15% avremmo la seguente situazione:
- Tizio che ha un reddito di 1.000 euro pagherebbe 150 euro di tasse;
- Caio che ha un reddito di 10.000 euro al mese pagherebbe 1.500 euro di tasse
Chi guadagna di più - e ha un reddito alto - pagherà dunque una somma maggiore. Al di là della valutazione della proposta politica in sé (sostenibilità per le fasce più basse o la mancanza di progressività prevista dalla Costituzione che non sono oggetto del nostro articolo volto ad analizzare solo la questione linguistica), la Flat tax non è accostabile alla divisione “alla romana”.
Pagare alla genovese: origine e significato del modo di dire
La tradizione contraria a quella romanesca è quella genovese. Il modo di dire “pagare alla genovese” si è diffuso come espressione burlesca e scherzosa e non trova infatti riscontro nei vari dizionari della lingua italiana. L’espressione fa riferimento alla proverbiale tircheria degli abitanti del capoluogo ligure e indica dunque l’opposto del pagare alla romana: nell’usanza genovese ciascuno paga per sé, badando bene a saldare solo la propria parte di conto senza sborsare un centesimo in più.
Pagare alla romana: il modo di dire nel mondo
L’espressione “fare alla romana” - e il suo opposto - si è curiosamente diffusa anche in altre lingue, rimanendo sempre legata ai regionalismi e alle differenze culturali tra i vari paesi. Gli inglesi, ad esempio, dicono going Dutch o Dutch treat - dunque andare/fare all’olandese. Il riferimento in questo caso è ai popoli olandesi e tedeschi che già nell’Ottocento avevano fama di non indebitarsi mai. Il termine going Dutch fu poi esportato in seguito al The Baltimore American del 1873 che si proponeva di sradicare la cattiva abitudine di alzare il gomito: ognuno beve quanto paga, e ciascuno paga una parte del totale. Così nessuno beveva oltre il limite delle proprie finanze, e tutti erano tenuti a moderarsi in nome di un benessere comune: economico e fisico.
Allo stesso modo gli spagnoli dicono pagar a la catalana e i portoghesi di Lisbona “fazer as contas a moda do Porto” per esprimere la tradizione di una regione o di una città rivale considerata gretta e meschina, riproducendo la stessa rivalità simbolica che in Italia è rappresentata dalle differenze tra l’uso romano e quello genovese. I sudamericani dicono invece “pagar a la americana”, facendo riferimento agli americani del Nord che sono considerati, con spregio, meno ospitali dei popoli del Sud.
Fonti:
- Accademia della Crusca: Pagare alla romana;
- Lessico dell’infima e corrotta italianità (1890) di P. Fanfani, C. Arlia e P. Carrara;
- Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia (Torino, UTET 1961-2002)
- Linkiesta Cultura Perché gli inglesi, anziché pagare alla romana, preferiscono dire all’olandese, articolo del 6 agosto 2016
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Pagare alla romana o alla genovese: che significa?
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