In occasione della Giornata Mondiale della Poesia che si celebra oggi 21 marzo rileggiamo I poeti lavorano di notte, l’omaggio in versi di Alda Merini al lento operare sotterraneo, nascosto, dei poeti e degli artisti che attraverso le loro parole illuminano il mondo.
La lirica I poeti lavorano di notte è contenuta nella raccolta Destinati a morire, parte della seconda edizione del volume La Terra Santa stampata da Scheiwiller nel 1996.
Merini in pochi versi liberi dal ritmo cadenzato sottolinea l’importanza del lavoro artistico e creativo che fornisce una lente inedita di rilettura dell’animo umano e dei fatti dell’esistenza.
Scopriamo testo, analisi e commento della poesia.
I poeti lavorano di notte di Alda Merini: testo
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
I poeti lavorano di notte di Alda Merini: analisi
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Nella struttura della poesia predomina ancora una volta l’endecasillabo, il verso principe di Alda Merini perché vario e dal ritmo armonioso. L’endecasillabo era, secondo la critica Benedetta Centovalli, l’“argine sicuro” nel quale Merini iscriveva la propria vicenda umana e poetica.
In soli undici versi Alda Merini esprime l’essenza stessa della poesia offrendo ai lettori un’immagine suggestiva. È il lavoro dei poeti, infatti, ad animare il buio della notte in una lettura simbolica e metaforica che esplicita il tempo profondo dell’anima.
La notte, infatti, nella lirica non si presenta solo in antitesi al tempo diurno ma anche come una dimensione altra, lontana dal rumore insistente e dai traffici del giorno, nella quale solo pochi eletti possono operare riconoscendo il significato del silenzio.
Nell’espressione “i poeti lavorano di notte” possiamo inoltre cogliere un significato duplice: gli artisti lavorano nell’oscurità, nel silenzio, il più delle volte il loro operare è nascosto, segreto, non appare nella frenesia di un mondo operoso e sempre più competitivo, eppure permette di illuminare la realtà dando a essa un senso.
I poeti lavorano la notte quando “il tempo non urge su di loro”, e questa correlazione tra lavoro-tempo vuole conferire all’operare degli artisti il giusto merito e una statura d’elezione. Gli scrittori, gli artisti infatti non operano secondo un rigido orario stabilito, non hanno alcun padrone se non la propria vocazione lasciando libertà d’espressione alla loro anima. Significativa in questo senso è la similitudine che stabilisce un paragone tra i poeti e gli uccelli notturni: falchi o usignoli, dunque creature al contempo fragili e feroci, che sanno volare liberi e orientarsi nel silenzio della notte. Sono i soli a cogliere sensazioni ed emozioni che sfuggono a chi vive nel mondo diurno, e le restituiscono agli altri uomini rendendole tangibili attraverso il loro canto.
La loro poesia è talmente sublime ed evocativa, capace di cogliere le trame nascoste nel disegno dell’universo a tal punto che appare quasi come una sfida a Dio e se ne scusa per non offenderlo.
Nella magnifica chiusa Merini osserva che nel loro silenzioso operato notturno i poeti fanno più rumore di una “cupola dorata di stelle”, emblema del cielo e dunque dell’irraggiungibile, di ciò che è per definizione intoccabile e quindi divino. Alda Merini dà qui alla poesia un’accezione divina, trascendente, mostrandone la forza invisibile ma travolgente che è in grado di scardinare l’universo ricostruendolo secondo le proprie visioni.
I poeti lavorano di notte di Alda Merini: commento
Alda Merini rende omaggio al lavoro dei poeti mostrandone, in primo luogo, le differenze con il comune operare degli uomini. Gli artisti sono lavoratori notturni, rari eletti che sanno scrutare attraverso quel che per il resto del mondo è buio.
Pur nella silenziosa invisibilità dovuta alla sua astrattezza - la Poesia è un metodo d’espressione letterario, dunque non concreto - l’operato degli artisti è capace di dare al mondo nuova forma perché permette alle persone di guardarlo attraverso una lente d’ingrandimento. La poesia diventa una lente che acutizza lo sguardo, che permette di guardare più profondamente.
La poesia, sottolinea Merini, continua a fare rumore perché, pur nel silenzio, è in grado di modificare la visione della gente generando quella forza impalpabile ma potente che è la cultura.
Parole di cui abbiamo bisogno non solo durante la Giornata Mondiale della Poesia, ma ogni giorno, soprattutto in un’epoca come la nostra in cui il lavoro culturale-intellettuale viene spesso denigrato e sottovalutato a favore di professioni più pratiche e degne di riconoscimento nella società.
La rivoluzione però si fonda sulle parole, ci ricorda Alda Merini, ed è una rivoluzione silenziosa. L’umanità per crescere ed evolversi necessita del potere invisibile ma culturalmente esorbitante del linguaggio, che è poi la facoltà che - dopo il pensiero - ci rende esseri umani.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “I poeti lavorano di notte”: le parole di Alda Merini per la Giornata Mondiale della Poesia
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