Dopo il clamoroso caso Paolo Nori continua l’immotivata battaglia culturale dell’Italia contro Mosca. Il fronte di guerra aperto è quello del Premio Strega che vede l’esclusione della giuria sovietica rappresentata dall’intellettuale russo Evgenij Solonovich e dall’italianista Anna Jampol’skaja.
Delle ultime ore il comunicato ufficiale della Farnesina che dichiara che gli esperti russi saranno reintegrati nella giuria del premio letterario. Da Palazzo Chigi è stato espressamente richiesto di fare marcia indietro e di revocare la decisione presa.
Il premio Strega in guerra: l’accusa social di Olga Strada
La notizia era trapelata nella serata di ieri, 9 maggio. Lo ha annunciato tramite il suo profilo Facebook, Olga Viktorovna Strada, figlia dello slavista Vittorio ed ex direttrice dell’IIC (Istituto italiano di cultura di Mosca, Ndr). La studiosa ed esperta di relazioni internazionali esprime il proprio rammarico per la scelta della Farnesina di sospendere dalla giuria del premio Strega l’italianista Solonovich.
Il post pubblicato su Facebook da Olga Strada suona come un’invettiva:
Ritengo che la decisione presa dal Ministero degli Esteri di escludere dalla giuria internazionale del premio, organizzata tramite la rete degli IIC nel mondo, due importantissimi italianisti russi come Solonovich e Anna Jampolskaja soltanto perché russi, sia non solo grave ma anche priva di logica. Chi per decenni, come l’esimio italianista, ha diffuso la conoscenza della letteratura italiana, traducendo in russo non solo i massimi autori ma anche quelli per così dire ‘di nicchia’, non può essere messo in un angolo solo perché di nazionalità russa. Tra l’altro Solonovich è nato a Sinferopol’!
Strada nella conclusione del suo legittimo sfogo mette in evidenza l’ennesimo paradosso di questa situazione già di per sé ridicola: Solonovich è nato a Sinferopoli, che non si trova in Russia ma in Crimea. Il punto esclamativo alla fine della frase è d’obbligo.
La decisione - specifica Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci - è stata presa dal Ministero degli Esteri e non dalla giuria del Premio.
Premio Strega 2022: l’esclusione di Mosca
L’italianista russo Evgenij Solonovich, 88 anni e massimo esperto di letteratura italiana, da anni faceva parte del comitato di lettori scelto dall’Istituto per leggere e votare i libri in gara. Gli Istituti italiani di cultura nel mondo infatti contribuiscono attivamente alla costituzione della giuria del Premio, selezionando appassionati di lingua e cultura italiana che ampliano la giuria incaricata di selezionare la cinquina dei finalisti e il libro vincitore.
In totale sono trentadue gli Istituti all’estero coinvolti nelle votazioni del Premio Strega e la Russia ne ha sempre fatto parte, almeno fino a questo 2022 travolto dai venti di guerra.
Evgenij Solonovich nel corso dei suoi studi pluri-decennali si è occupato di Dante, Petrarca, Ariosto, Montale, Mario Luzi. Oltre che di letteratura è appassionato anche della lirica, conosce a memoria i libretti di Giacomo Puccini, Gioachino Rossini e Giuseppe Verdi. In un’intervista ha addirittura dichiarato: L’Italia è la mia vita! un’affermazione d’amore incondizionato che già di per sé riflette tutta l’ingiustizia della sua esclusione.
Insieme a Solonovich è stata estromessa dalla giuria del Premio anche la celebre italianista Anna Jampol’skaja, professore associato di lingua e letteratura italiana presso il Dipartimento di traduzione letteraria dell’Istituto Universitario di Letteratura "Massimo Gorkij". Jampol’skaja ha vinto numerosi premi grazie alle sue ricerche sulla letteratura italiana: nel 1966 il premio ministero della Pubblica Istruzione per la traduzione di Dante; il premio nazionale di poesia Salvatore Quasimodo (1969) e il premio Montale (1983).
La stessa Anna Jampol’skaja ha commentato il post di Olga Strada dichiarandosi perplessa. La decisione improvvisa della Farnesina l’ha lasciata costernata:
Sono rimasta perplessa perché direttamente dal Premio Strega non abbiamo ricevuto nessun messaggio. Ci hanno inviato i testi da leggere e poi silenzio. Posso intuire la loro motivazione e anche capirla, ma forse valeva la pena di scrivere due righe agli italianisti russi che per anni hanno fatto questo lavoro.
Pare che la guerra di Putin sia entrata anche al premio Strega camuffata sotto forma di un boicottaggio tanto inutile quanto immotivato.
Una decisione che ricorre proprio nella data del 10 maggio, tragico anniversario dei Bücherverbrennungen, i roghi nazisti dei libri a Berlino appiccati nel 1933. La storia ci insegna che attaccare la cultura - e i libri, in particolare - è un atto vile e meschino che non conduce ad alcun progresso.
I libri - almeno i libri - dovrebbero restare al di fuori dalle logiche della guerra e questo i lettori lo sanno.
Sui loro profili social sono molti gli scrittori e intellettuali italiani che esprimono la loro indignazione per l’esclusione di Mosca dalla giuria del Premio Strega 2022. La decisione della Farnesina ormai è presa, ma per fortuna esistono ancora gli intellettuali dissidenti: finché sono loro a parlare significa che la cultura non è morta, non ancora.
Aggiornamento: il dietrofront della Farnesina
Poche ore fa la Farnesina ha fatto sapere attraverso un comunicato ufficiale che gli esperti russi saranno reintegrati nella giuria del premio Strega.
Olga Viktorovna-Strada, colei che aveva avviato la mobilitazione, ha commentato direttamente dal suo profilo Facebook:
Pare che la questione giuria italianisti russi del Premio Strega sia stata risolta grazie all’intervento dell’Ambasciatore Pasquale Terracciano, al quale vanno i miei personali ringraziamenti.
Dall’Istituto italiano di cultura a Mosca preferiscono non rilasciare ulteriori commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Complotto Strega: dietrofront della Farnesina sull’esclusione di Mosca dalla giuria del Premio
Sono d’accordo con l’autore dell’articolo, a volte nel nome di posizioni politiche si fanno delle scelte assurde e deleteri per campi di attività che probabilmente non c’entrano nulla con le prime. Molto triste vedere cose simili, soprattutto quando si tratta di persone di cultura.