Dopo i fratelli Carofiglio nati e cresciuti a Bari, un nuovo giovane scrittore, Gaetano Barreca, diventa paladino della città.
Il suo “Dopo il funerale”, ambientato nel novembre 1975, quattro anni prima della nascita dello scrittore, ricrea a pieno l’atmosfera ingenua e ancora carica di aspettativa di una città del Sud a metà tra costumi e abitudini provinciali e la propensione per un sistema di vita più metropolitano e forse meno autentico.
Splendido lo spaccato del condominio di via Abbrescia, strada di un quartiere semicentrale e assai popoloso e popolare. Gli inquilini del caseggiato e in particolare le donne tutte forti e singolari, animano le pagine del libro con le loro storie di vita, i loro tic, le antiche leggende tra le quali spicca quella del piede di san Giorgio, un masso ormai scomparso nei pressi di una chiesetta diroccata che fino a quarant’anni fa era ancora oggetto di devozione popolare.
Il ragù della domenica, la preparazione delle orecchiette e la radiocronaca della partita del Bari, malinconicamente in serie C, ammiccano a un passato non del tutto remoto che sembrava non destinato a dissolversi o a essere rinnegato tanto rapidamente nei decenni a venire.
Uno sguardo nostalgico ma innamorato quello di Gaetano Barreca, scrittore nativo di Reggio Calabria e residente a Londra capace di risvegliare antichi affetti e di tratteggiare Bari con le sue luci e le sue ombre con l’occhio attento di chi ha imparato ad amare e conoscere la città non perché ci è nato ma perché l’ha scelta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lo sguardo nostalgico di Gaetano Barreca
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