Lo stupore di una notte di luce
- Autore: Clara Sánchez
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2016
I numerosissimi lettori italiani dell’autrice spagnola Clara Sánchez sono stati, in un certo senso, premiati per il loro affetto, la loro assiduità e la loro pazienza: dopo anni di attesa, riempiti comunque da altre interessanti letture, è uscito in Italia, in anteprima mondiale, per Garzanti, “Lo stupore di una notte di luce”, l’atteso seguito de “Il profumo delle foglie di limone”.
La vicenda si sposta da Madrid, dove Sandra, dopo la nascita di Julián – Janín – si è ricostruita una nuova vita, a Dianium, il luogo di villeggiatura dove tutto è cominciato e che è stato sicuro e tranquillo rifugio della Confraternita di ex nazisti per molti anni, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
La giovane, che da donna disorientata, col bisogno di ritrovare se stessa e le sue radici, è diventata una persona matura, che ha scoperto molte cose di sé e degli altri, che ha imparato a capire che cosa conta davvero, non ha mai smesso di pensare all’avventuroso periodo della gravidanza e a chi, nel bene e nel male, ne aveva fatto parte. Quando scopre un messaggio nascosto nello zainetto del figlio, ripiomba però nell’inquietudine e nell’incertezza: qualcuno che ha saputo eludere la sorveglianza di un luogo protetto come un asilo, qualcuno che sa dove abita e che conosce le sue abitudini, vuole, tramite lei, ritrovare Julián, l’ottantenne sopravvissuto al campo di concentramento e irriducibile cacciatore di vecchi nazisti sulle coste spagnole.
Scopriamo così che l’anziano non è tornato in Argentina per trascorrere serenamente con la figlia gli ultimi anni della propria vita. È rimasto invece a Dianium e vive nella stessa struttura per anziani, i Tre Ulivi, dove è ricoverato, in incognito, anche Aribert Heim, il Macellaio di Mauthausen, solo apparentemente reso inoffensivo dalla malattia.
Lì, nella stessa camera dove aveva vissuto l’amico Salva – che aveva fatto venire Julián in Spagna, lo aveva messo al corrente dell’esistenza della colonia nazista in quella zona e gli aveva dato il compito di smascherarla prima di morire –, trova alcuni indizi che deve assolutamente decifrare: un rullino con le foto di una donna anziana, Violeta, morta in circostanze piuttosto misteriose – come del resto lo stesso Salva – e alcune coordinate geografiche che, come scoprirà, indicano le grotte su un monte.
Mentre lo tiene sotto controllo, Julián si diverte a disorientare Bert – così viene chiamato il Macellaio – con piccoli cambiamenti nell’ordine estremo che regna nella sua camera, portandolo a dubitare della propria memoria, cosa che lo mette di cattivo umore e lo fa letteralmente impazzire.
Le circostanze, dunque, riuniscono Julián e Sandra, che è tornata sulla Costa Blanca per avvertire l’amico del pericolo che sta correndo, consapevole del fatto che lei stessa e il suo bambino – che di Julián porta il nome – non possono, e non hanno mai potuto, ritenersi al sicuro: non sapere che cosa quella gente voglia da loro, li rende estremamente vulnerabili.
Ma la situazione precipita quando, durante una passeggiata sul lungomare, Janín viene rapito, presumibilmente proprio da due adepti della Confraternita: troppo compromettente raccontare la verità alla polizia e lo scambio con Julián è impossibile senza sapere quali sono le informazioni che quegli individui stanno cercando di ottenere con ogni mezzo.
Narrata in prima persona alternativamente da Sandra e Julián, la trama mantiene la struttura e l’atmosfera di suspense che aveva caratterizzato “Il profumo delle foglie di limone”. Qui si muovono personaggi vecchi e nuovi, attenti a non compromettersi e a non compromettere il raggiungimento dei propri obiettivi, siano essi il male – deliri e rigurgiti neonazisti ancora in grado di esercitare un forte richiamo su persone di ogni età, deboli e manipolabili –, o il bene – incarnato da chi è consapevole del fatto che questi criminali non solo non si sono mai pentiti e arresi, ma stanno addirittura mettendo in campo nuove forze.
Pur non volendo approfondire molto la questione, Clara Sánchez, dopo la pubblicazione de “Il profumo delle foglie di limone”, aveva ammesso di aver ricevuto lettere di minaccia, non anonime, ma firmate da vecchi ex nazisti.
Ora, dopo qualche anno, ha sentito il bisogno di raccontare, approfondire e chiudere situazioni che erano rimaste, in qualche modo, sospese.
Ha potuto così dare nuovamente voce ai due protagonisti, coinvolti in una storia che parla sì di nazisti, ma che affronta anche altri temi, come la vecchiaia, l’impunità, la paura, l’amore e lo splendido rapporto di amicizia fra due persone di età così diversa.
E che, soprattutto, ci permette di preservare dall’oblio un periodo storico che potremmo perdere per sempre.
Lo stupore di una notte di luce
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