Perché si sente spesso parlare della Terra dei fuochi? Cos’è e perché si chiama in questo modo? Viene definita Terra dei fuochi tutta quell’area in cui la Camorra brucia da anni i rifiuti tossici con conseguenze molto gravi per l’ambiente e per la salute dei residenti e di tutti coloro che mangiano prodotti provenienti da quelle zone.
Questa - purtroppo - vasta area è localizzata tra le province di Napoli e di Caserta; qui la criminalità organizzata gestisce lo smaltimento illegale di rifiuti speciali che arrivano da tutta Italia. Perché la Terra dei fuochi si chiama così? Il primo a diffondere questa definizione è stato Roberto Saviano col suo libro Gomorra. Lui, a sua volta, l’ha recuperata dai Rapporti Ecomafia di Legambiente. Vediamo di approfondire la questione e di capire cosa succede, dove accade e per opera di chi.
Cos’è la Terra dei fuochi? Quale territorio coinvolge
La situazione della cosiddetta Terra dei fuochi viene da lungo tempo denunciata da molti cittadini comuni colpiti dalle gravi conseguenze in termini di salute dello smaltimento illegale di rifiuti tossici; della situazione si occupano tutt’oggi moltissime associazioni che, insieme ai privati cittadini, fanno appelli, esposti e manifestazioni perché questa situazione non venga dimenticata.
Dove si trova, più precisamente, la Terra dei fuochi e quali sono i comuni coinvolti? La lista è purtroppo molto lunga, sia dalla parte di Napoli che da quella di Caserta: Acerra, Arzano, Aversa, Caivano, Casal di Principe, Casaluce, Casandrino, Casapesenna, Casoria, Frignano, Giugliano, Grumo, Lusciano, Nevano, Marcianise, Marigliano, Melito, Mugnano, Nola, Parete, Pomigliano, Ponticelli, Qualiano, Santa Maria Capua Vetere, Scampia, Teverola, Trentola, Villa Literno, Villaricca. Il fenomeno, comunque, si è esteso al resto della Campania, arrivando fino alle porte di Salerno.
Cosa accade in questi posti? Ci sono una serie di discariche abusive lungo le strade e in aperta campagna. Tutte le volte che queste discariche si riempiono vengono appiccati degli incendi per smaltirli (da qui la dicitura Terra dei fuochi). La maggior parte dei rifiuti che vengono smaltiti in maniera abusiva rientrano tra i cosiddetti rifiuti speciali, definiti così nell’articolo 7 del D.L. 22/1997; cosa li differenzia dai rifiuti urbani o da quello domestici? Si tratta di rifiuti che derivano da attività agro-industriali, da attività di costruzione, demolizione, lavorazione industriale e artigianale, da tutto ciò che viene classificato come attività di servizi o di commercio o, ancora, tutti i rifiuti che derivano da combustibili, macchinari e veicoli a motore.
Non è difficile intuire come questi siano, in assoluto, i rifiuti più pericolosi e inquinanti, specialmente se lo smaltimento non avviene in maniera regolamentata e controllata, per opera di persone competenti e specializzate. Dare fuoco a questi rifiuti è una maniera barbara di smaltirli e non ha assolutamente nulla a che fare con lo smaltimento consapevole, che andrebbe fatto con modalità di trattamento e stoccaggio ben definite, proprio per evitare i gravi pericoli ambientali che la scorretta gestione provoca.
Smaltimento illegale di rifiuti speciali: danni all’agricoltura e alla salute
Come spiegato, nella Terra dei fuochi lo smaltimento abusivo di rifiuti speciali è frequente e gestito da malavitosi. Cosa provoca in termini di danni all’ambiente e alla salute delle persone?
Partiamo dal presupposto che i rifiuti speciali sono la parte più consistente di rifiuti da smaltire ogni anno in Italia; circa l’80% dei rifiuti prodotti nel nostro paese sono, infatti, di questo tipo. Lo smaltimento di rifiuti speciali è quello che costa di più, arrivando a toccare anche i 600 euro per tonnellata per quelli categorizzati come più pericolosi.
Non è difficile capire quanto il danno che deriva da queste modalità illegali di smaltimento sia grave; l’ambiente ne viene danneggiato, e non solo lui. L’agricoltura, come conseguenza del danno all’ambiente, è messa a rischio in quanto produttrice di beni che possono definirsi tossici e nocivi per la salute dell’uomo. Secondo l’ISS (Istituto Superiore della Sanità) il continuo smaltimento illegale di rifiuti, con relativa dispersione di sostanze altamente nocive sia nel suolo che nell’aria e il conseguente avvelenamento delle falde idriche utilizzate per irrigare i terreni coltivati, sono strettamente legati all’altissimo incremento delle patologie tumorali.
Non è un caso che l’incremento maggiore dell’incidenza di questa patologia sia stato registrato proprio nei comuni in cui si concentra il maggior numero di discariche di rifiuti speciali.
La Terra dei fuochi: chi c’è dietro tutto questo?
Chi sono le persone responsabili dei danni irreversibili arrecati al territorio campano? Si tratta di clan camorristi. La Camorra ha cominciato a occuparsi dello smaltimento illegale dei rifiuti sin dagli anni ‘80, passando da quelli urbani a quelli speciali perché più redditizi (fino a 600 euro per una tonnellata, come già specificato sopra).
Il fenomeno è emerso solo a partire dagli anni ‘90 grazie alle prime dichiarazioni fatte da Nunzio Perrella, boss camorrista che ha spiegato ai magistrati quanto grande fosse l’interesse in termini finanziari che la criminalità organizzata aveva in questo settore. La sua frase “la munnezza è oro” (l’immondizia è oro) è rimasta celebre nel tempo, scoperchiando un vaso di Pandora contenente mali di cui sono milioni le persone che pagano le conseguenze oggi, in Campania e non solo. Dalle affermazioni di Nunzio Perrella nacque l’inchiesta Adelphi, grazie alla quale emersero molti importanti dettagli rispetto allo scambio di tangenti e al controllo del territorio esercitato dalla Camorra. Fu messo a verbale come i clan furono capaci di scaricare in Campania quantità di rifiuti elevatissime, in quanto si parla di centinaia di migliaia di tonnellate. In seguito altri pentiti hanno fatto luce su come funzioni questo smaltimento illegale dei rifiuti, che prevede di bruciare in Campania anche quelli proveniente dall’estero - in particolare dal Nord Europa - rendendo la Campania quella discarica a cielo aperto che le è valso il tristissimo appellativo di Terra dei fuochi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Terra dei fuochi: cos’è e perché si chiama così
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