You, wind of March è una poesia di Cesare Pavese contenuta nella raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi che fu pubblicata postuma, nel 1951, assieme al ciclo di poesie composte dall’autore tra l’11 marzo e il 10 aprile 1950, a Torino.
L’opera Verrà la morte e avrà i tuoi occhi conclude significativamente l’arco di poesie pavesiano, consegnandoci le liriche d’amore più struggenti e cariche di nostalgia scritte da Pavese.
You, wind of March in particolare, composta il 25 marzo 1950 come riporta la datazione, è una poesia dedicata all’attrice Constance Dowling, che l’autore amava non corrisposto.
Nella lirica è la donna, Constance, che si fa personificazione del vento di marzo che sconvolge l’animo del poeta. In quei giorni, come riporta l’epistolario, Pavese era scosso da un disagio profondo. Dalle lettere traspare l’attesa del poeta della donna amata, un’attesa vana perché “lei non mi vuole subito”.
In una lettera scritta qualche settimana più avanti, il 17 aprile, si legge:
Carissima. Non sono più in animo di scrivere poesie. Le poesie sono venute a te e se ne vanno con te.
La poesia You, wind of March è quindi inequivocabilmente dedicata a Costance Dowling e in essa traspare tutto il tormento del poeta, diviso tra desiderio e lontanza, presenza e assenza. Ancora una volta troviamo significativamente il titolo in inglese e il testo in italiano, come se Pavese volesse che il suo messaggio attraverso il bilinguismo arrivasse a Costance con maggiore trasparenza.
Scopriamo testo, analisi e commento della poesia.
You, wind of March di Cesare Pavese: testo
Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda –
il tuo brivido dura.Sangue di primavera
- anemone o nube –
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi piú non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d’aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose ‒
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell’attesa di te.
È il mattino, è l’aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.
You, wind of March di Cesare Pavese: analisi e commento
Ancora una volta Cesare Pavese associa agli occhi della donna amata, dalla quale non è ricambiato, alla morte. Una morte che ora al lettore appare duplice: non sarà solo l’Io poetico a morire, ma Pavese stesso che pochi mesi dopo, il 27 agosto 1950, avrebbe scelto la strada del suicidio.
La donna, Costance, proprio come la primavera, rappresenta “la vita e la morte” che porta rinascita e fa rifiorire i prati attraversandoli con il suo passo leggero. Constance sembra quasi la rappresentazione di una novella Proserpina, una Dea agreste, che promette porta con sé la promessa di nuovi raccolti e di una primavera in arrivo.
L’intera lirica si regge su una trama di metafore. La donna, Constance, è il vento di marzo che dà il titolo al componimento, ma è anche il “sangue di primavera” che ha violato la terra con la promessa di un nuovo risveglio. Nella terra dormiente che è stata risvegliata dal passaggio della donna possiamo ritrovare una allegoria dello stesso Pavese che, infiammato dall’amore, attende il ritorno della donna invano.
La donna che era stata rondine e anemone ora si è come pietrificata, accostandola alla terra e alla morte il poeta vuole rimarcare il fatto che sia divenuta d’un tratto irraggiungibile.
In tutte le liriche della raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi si può riscontrare una nuova rappresentazione dello sguardo della donna che caratterizzato i versi degli stilnovisti, da Cavalcanti a Guinizzelli che evocavano il “gentil sguardo” che recava “salute” ovvero salvezza. Gli occhi della donna nelle ultime poesie di Pavese non sono sinonimo di rinascita o di vita, ma di pena e infine di morte. Lo sguardo di Costance è infatti rivolto solo a se stessa, al riflesso nello specchio, e non al poeta.
In You, wind of March Pavese esplicita questa lontananza ormai incolmabile della donna amata e si dibatte tra la certezza dell’abbandono e la speranza vana del ritorno. Sino alla fine la voce del poeta chiama la donna ed evoca il suo passo leggero, che sembra richiamare l’aria mite della primavera.
Paragonando la donna al vento di marzo vuole forse ribadirne la dimensione eterea, fuggevole e soprattutto drammaticamente sfuggente. Un vento di marzo sempre in fuga, capriccioso, ostinato come un puledro, come Costance Dowling.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “You, wind of March” di Cesare Pavese: testo e analisi della poesia
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