Annientare
- Autore: Michel Houellebecq
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2022
Storia, politica, vita familiare, malattia, infelicità, sesso, un intero mondo visto con occhi cinici, ma anche con tenerezza sorprendente. In Annientare, ultimo romanzo di Houellebecq, uscito a gennaio 2022 per La nave di Teseo e tradotto in maniera splendida, a mio avviso, da Milena Zemira Ciccimarra, c’è la pretesa di poter capire e comprendere la classe borghese francese, in un non troppo lontano 2027-2028.
Per lo scrittore francese, nel futuro il mondo non cambierà: alcune persone saranno vincenti, ma i poveri lo saranno di più, se, conservando una legittima moralità, non decideranno di scavalcare il senso di colpa e iniziare a rubare a man bassa.
Ci saranno i ricchissimi (i benestanti tra alta borghesia e ceti produttivi) e tanti disoccupati, che fino a qualche anno prima erano parte della piccola borghesia impiegatizia o lavoravano con mansioni generiche, dai cassieri ai fornitori. Houellebecq non è un sociologo, ma va oltre al suo ruolo di romanziere e non è un caso se il protagonista principale, Paul Raison, legge Montaigne, Pascal e saggi di altri meno famosi.
Il libro si apre con degli attentati tenuti celati, di cui non si fa pubblicità, ad opera di gruppi che si sono formati su internet, nella parte oscura, quella difficile da decrittare dalle persone che usano il pozzo senza fondo dei siti solo per leggere la data di nascita di un politico o per ordinare la cena vietnamita a domicilio.
Sono oscuri anche per i servizi segreti, dove un tempo lavorava il padre di Paul Raison, ora in pensione, mentre il figlio è un consulente politico del Ministro dell’Economia Bruno Juge, uomo politico di lungo corso, che a volte disturba Paul solo per parlare di miserie personali, come il divorzio imminente e la famiglia. Mentre leggiamo Paul ci sembra una sorta di psicologo per politici. In realtà, è figlio dell’ENA, l’Università della Pubblica Amministrazione più ambita, con laurea in Scienze Politiche.
A Paul non pesa fare tardi in ufficio per parlare di Montaigne o dei problemi privati del Ministro. Dà il senso degli ottomila euro di stipendio più i benefit che ne fanno un uomo agiato, non certo ricco, che sta finendo di pagare un mutuo per una casa molto bella che divide con Prudence, che lavora per le Finanze.
Negli ultimi mesi si sono visti tre volte di sfuggita. Paul non ama i cambiamenti della moglie diventata vegana, ambientalista in modo compulsivo, devota a una sorta di setta, di Micca, che crede nelle fasi del tempo e nella reincarnazione per chi si è comportato male per tutta la vita. Non fanno l’amore da molto tempo, ma non hanno storie parallele. Il sesso è un accessorio secondario per entrambi, che non hanno mai voluto figli da allevare. Due egoisti ben educati, casa e lavoro, che prendono da mangiare sui siti per conto loro. Nessuno dei due si è mai impegnato in cucina, ma nemmeno a buttare una carta. La parità uomo-donna si gioca sulla totale inabilità anche a preparare un uovo fritto, meno che mai a pulire un lavandino, consapevoli che senza l’aiuto esterno di una domestica la casa andrebbe in rovina in pochi giorni.
Durante questo tran tran, Paul riceve la telefonata della sorella Cécile, che lo avverte che loro padre ha avuto un ictus cerebrale. Paul torna in provincia e la trova un incanto, dopo i viaggi a Parigi e all’estero.
Houellebecq apre come un secondo libro sui Raison, una famiglia che si raduna in ospedale. Lui è molto legato alla sorella Cécile, una cattolica fervente, che crede nel potere delle preghiere, ma è al contempo una donna colta, che cucina benissimo. Anche lei ha vissuto nell’agiatezza fino a quando il marito, competente e laureato, non è stato licenziato. Poi c’è Aurelien, il fratello più piccolo, che Paul conosce a stento. Sa che è un uomo debole, inadatto a vivere, che ha sposato una certa Indy, una giornalista freelance che si è ridotta a scrivere le caratteristiche dei prodotti fotografati nelle riviste, che aspetta da sempre un articolo degno di questo nome, su uno scandalo politico o su tema ecologista, ma viene sempre fatta fuori da colleghi più esperti. Il marito, pur senza essere sterile, accetta che Indy vada in una banca del seme per un figlio di colore che detesta i genitori, in particolar modo il padre.
Una famiglia "disfunzionale", dove Paul sembra essere il capo indiscusso, ora che il padre è in ospedale.
La convalescenza del padre sembra essere eterna, quindi si fanno dei turni tra fratelli e sorella. Proprio dopo un fatto scioccante che non diremo, si è fatta un po’ di chiarezza in famiglia: Paul accetta la nuova compagna del padre, che trova meno inadeguata di quello che pensava, e proprio lui si ammala.
Le pagine finali della malattia di Paul sono la novità di Houellebecq, che sembra improvvisamente un autore della famiglia e dell’amore coniugale ritrovato.
Questo romanzo è denso di cose, di fatti, ma anche di riflessioni sul mondo, ma Houellebecq non è diventato più buono, è solamente, anche lui, uno che cammina a tentoni per capire in parte la complessità del vivere: a volte ci riesce magnificamente, altre volte sembra uno di quegli oscuri personaggi che vanno negli studi televisivi come ospiti a sciorinare sciocchezze. Anche chi detesta lo scrittore, deve leggere questo libro e le possibilità sono due: o si ricrederà su di lui oppure farà il tentativo di "annientarlo" dalla sua vita di lettore.
Annientare
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