Autobiografia di Petra Delicado
- Autore: Alicia Giménez-Bartlett
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2021
Credo di aver letto più o meno tutti i libri di Alicia Giménez-Bartlett, tanto quelli di narrativa varia, quanto il ciclo che ha per protagonista l’ispettrice di polizia di stanza in un commissariato di Barcellona, l’ormai celebre Petra Delicado, divenuta un personaggio classico nella narrativa poliziesca contemporanea; anche la televisione italiana le ha dedicato una serie, interpretata dalla pur brava Paola Cortellesi, ma che con le atmosfere e il pathos della narratrice catalana aveva ben poco a che vedere. Ora la scrittrice compie un altro passo, che definirei coraggioso: mettere a nudo e raccontare in prima persona la storia di Petra, che decide di riposarsi/fuggire dalla quotidianità e ritirarsi in un isolato convento lontano dalla sua città. In una cella monacale e in solitudine, senza cellulare, lontana dal suo mondo, porta con sé soltanto tanti quaderni bianchi che nel corso di pochi giorni che sembrano una vita intera riempirà con tutti gli accadimenti della sua vita, a partire dall’infanzia.
La scrittrice Alicia Giménez-Bartlett è nata nel 1951, è dunque mia coetanea, e la storia di Petra somiglia in modo esemplare a quella di tante di noi, donne nate alla metà degli anni Cinquanta, adolescenti negli anni Sessanta, giovani nel ’68, adulte alla fine del secolo, mature nel nuovo millennio. Petra vive con i genitori e le tre sorelle, sin da piccola capisce di stare stretta nell’atmosfera della Spagna franchista, bigotta, reazionaria, retrograda sul piano del costume e della socialità. Uscita da una scuola di suore dove il carattere libero della ragazzina non è gradito, frequenta la scuola pubblica, fa innamorare di sé un ex seminarista, comincia a fare i conti con il proprio corpo e la naturalezza dei suoi desideri, cambia la fantasiosa e stimolante facoltà di Lettere con quella più sicura e gradita alla famiglia di Giurisprudenza, spinta dal nuovo corteggiatore, Hugo, di cui si innamora. Matrimonio precoce, che si rivelerà sbagliato dopo alcuni anni di convivenza agiata e che mostrerà a Petra quante necessità abbia la sua persona che sta maturando: vuole essere padrona della sua vita, vuole diventare un’altra, svincolata da dipendenze e obblighi. La scelta la porta a iscriversi a un difficile concorso per entrare in polizia, superato il quale l’aspetta un corso triennale ad Avila, città sperduta e gelida, dove trascorrerà gli anni di formazione che le daranno il titolo di Ispettrice. Amicizie femminili, le donne ammesse al corso sono un piccola minoranza, la mettono a confronto con mondi diversi e lontani dal suo. Esce dalla scuola una Petra diversa, lucida, che non le impedirà però di contrarre un nuovo matrimonio con un ragazzo strambo, un ristoratore più giovane di lei. Altro errore, che porterà Petra a nuove considerazioni sulla vita professionale, sessuale, familiare di una single che non vuole figli, ma che è appassionata del suo lavoro di detective. Nelle ultime pagine Petra parla del suo rapporto straordinario con il personaggio del vice ispettore Férmin Garzon, compagno più vecchio di lei di tante avventure, così diverso da lei, così profondamente legato a questa donna speciale.
Un libro su una donna che potrebbe essere ognuna di noi, pieno di sfumature psicologiche, di sconfitte, di errori, di perdite, ma anche del raggiungimento di obiettivi importanti che la società spagnola, e non solo, ha raggiunto negli ultimi decenni. Petra è colta, è una appassionata lettrice, infaticabile sul lavoro, sfrenata a letto, frequentatrice assidua di bar, dove beve volentieri superalcolici, lontana dagli stereotipi della poliziotta violenta e succube dei maschi, e alla fine una brava persona, pur se piena di contraddizioni. Alicia Giménez Bartlett si rivela ancora una volta vincente nel raccontare un contesto sociale in evoluzione, quello spagnolo-catalano, come hanno dimostrato di saper fare molti scrittori iberici in questi anni: lei ha un tocco in più, capace com’è di una profonda introspezione che fa fare al suo personaggio letterario, che a me è apparso, almeno questa volta, il suo alter ego: non certo per le vicende matrimoniali o professionali, ma per l’acutezza delle notazioni psicologiche, della sensibilità femminile, della voglia di abbattere luoghi comuni e stereotipi. Il termine scelto per il titolo, Autobiografia, mi è apparso fortemente simbolico.
Autobiografia di Petra Delicado
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