Demoni. Istruzioni per l’uso di Christopher Moore

Elliot, 2011 - La carta vincente di "Demoni. Istruzioni per l’uso" dell’americano Christopher Moore è certamente l’ironia, il desiderio di dissacrare un genere, l’horror-fantastico, che sembra aver battuto tutti i record di vendita tanto nella letteratura quanto nel cinema. L’autore scherza, prende in giro e demistifica tutta una serie di luoghi comuni ormai accreditati da tanta/troppa produzione recente: demoni, esorcisti, maghi, antichi misteri, superstizioni e segreti si mescolano con mostri mangiauomini, stragi continue, passaggi dal presente al passato, improbabili incontri che hanno luogo tutti in una minuscola cittadina californiana, Pine Cove, ai giorni nostri. L’attualità di droghe, delinquenti, poliziotti e inseguimenti si mescolano con un mondi di demoni fuggiti dall’inferno che non mettono mai paura, ma fanno semmai sorridere. Un romanzo divertente, quindi, in cui il repertorio della più recente letteratura di intrattenimento diviene oggetto di sarcasmo: come si fa a prendere sul serio un ginn islamico che dà la caccia ad un demone in forma di enorme rettile, con tanto di artigli, con l’aiuto di un seminarista, Travis, nato nel 1900 ma rimasto giovane? Un novello Dorian Gray, che, a causa della persecuzione di un prete pedofilo, è riuscito a fuggire dal seminario, cadendo, ahimè, nelle grinfie del demone/lucertolone?? Il libro è francamente divertente, nella sua totale improbabilità, e si presta molto bene, penso, alla trasposizione cinematografica, che farebbe la gioia dei creatori di effetti speciali. La critica americana ha lodato molto libro e autore, esaltandone la vis comica: ritengo che sia un buon prodotto, ben scritto, originale, con alcuni personaggi ben delineati, Amanda e Rachel, più degli altri che sono numerosissimi, pur nella brevità della vicenda, che si svolge in pochissimi concitati giorni. Tuttavia penso anche che la contemporanea letteratura americana abbia fatto di meglio in molte altre occasioni.