Gli occhi di Aisha
- Autore: Jesper Stein
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2020
“Il passato ti raggiunge sempre, prima o poi tutto si paga”.
Cosa vorrà dire questo monito minaccioso sulla copertina del nuovo episodio delle indagini poliziesche dell’ispettore Axel Steen, il poliziotto danese più nero che bianco e non per il colore della pelle, ma per i trascorsi turbolenti, i difetti e le troppe debolezze-dipendenze? Chi ama i thriller scandinavi sa che si tratta del protagonista di una serie di romanzi firmati dal danese Jesper Stein. Gli occhi di Aisha è il quarto della serie, apparso a ottobre 2020 (512 pagine, trad. M.V. D’Avino) nella collana Giallo Svezia delle Farfalle Marsilio. Segue Akrash (2018) e prima ci sono stati Il tempo dell’inquietudine e Bye Bye Blackbird, rispettivamente nel 2012 e nel 2013, per la stessa collana della casa editrice veneziana.
Pur appartenendo al corpo di Polizia di Copenaghen, Sezione Omicidi, non si può classificare come il classico bravo funzionario, ligio al dovere e affetto semmai da trascurabili tic caratteriali o con un passato da redimere. Axel è un gran rompiscatole, non resiste a nessun vizio e cade in qualsiasi tentazione. Passa dall’hashish alla coca, consuma alcol da stordirsi, frequenta pessimi locali pubblici (d’altra parte, si ostina ad abitare a Norrebro, il peggior quartiere della capitale), ama il sesso ma non è fedele. È un gran bel tipaccio, scontroso, sebbene sia un investigatore decisamente ostinato, risoluto e risolutivo. Non corregge i modi ruvidi e non conosce mezze misure, come hanno imparato a loro spese tanto i criminali, che i colleghi e chi gli è stato accanto, come l’ex moglie Cecile.
Jesper Stein ha 56 anni, è critico letterario e componente dell’Accademia danese del poliziesco, con una carriera da giornalista alle spalle e anche da inviato di punta e reporter di guerra per la sua testata. Fin dal primo giallo, ha riscosso un successo straordinario, in patria e fuori.
Personaggio e ideatore sembrerebbero non avere niente in comune: un detective spigoloso e un quadrato professionista dell’informazione. A pensarlo, invece, si finirebbe decisamente fuori strada, perché Steen e Stein sono una cosa sola. Non è un’opinione, ma una certezza, è lo scrittore danese a sostenerlo. Non esita a riconoscersi nel poliziotto alternativo, lo considera un autentico alter ego, parole sue. Hanno in comune un certo modo sconclusionato e autolesionistico di compiere scelte e affrontare passaggi importanti della propria vita, con tanto tormento personale, sebbene alla lunga finiscano per centrare comunque il bersaglio.
Anche i loro cari hanno un prezzo da pagare, a causa delle criticità comportamentali. Lo si chieda alla brava Cécile nel caso di Axel e ai genitori di Jasper, che per quasi dieci anni, dopo i venti, ha turbato la famiglia col suo saltare da un’occupazione instabile all’altra, arrecando noie pesanti a papà e mamma prima d’intraprendere la strada della stampa e scoprire dopo la scuola di giornalismo la sua prima vocazione: la cronaca. La passione per la scrittura è venuta col tempo e col seguito confortante dei lettori fin dall’inizio.
Scrive senza problemi (e senza crearne a chi legge), seguendo l’istinto per quanto riguarda trame, circostanze, sviluppi. Fa molto affidamento sull’esperienza acquisita sul campo, “per strada”. Fa tesoro dei caratteri che ha incrociato nell’attività giornalistica; del resto ha vissuto per 25 anni nella stessa Norrebro di Axel e conosce bene la realtà piena soprattutto di ombre del quartiere più multietnico, malfamato e ribelle da sempre di Copenaghen, ma anche il più colorato e vivace, perfino troppo.
A quanto pare, l’ispettore Steen ha deciso di dare un taglio alla sua vita piena di vuoti. Sta cercando di allinearsi alla gerarchia, di compiere un grande sforzo di autocontrollo, da una parte per non darla vinta al nuovo capo, che sembra non vedere l’ora di arrivare a uno scontro per poterlo cacciare dalla Sezione, dall’altra per il futuro della figlia Emma, una bambina molto intelligente e protettiva col padre, che divide con l’ex moglie, come tutti i genitori separati che mantengono rapporti post coniugali non conflittuali.
Cécile è avvocato in carriera ed è andata a vivere e poi sposare (hanno avuto un bambino, Anton) un superiore di Steen, Jens Jensen, l’esatto opposto dell’ex marito: preciso, puntuale, ordinato, con la testa sulle spalle, tutto regole e distintivo, ma non pedante o poco brillante. Uno giusto, ecco. Lei aveva bisogno di stabilità, dopo gli anni passati al fianco di quel terrificante terremoto umano che aveva sposato.
Nelle vicende dei singoli episodi spiccano gli aspetti psicologici di protagonisti, comprimari e anche qualche comparsa, sviluppati con scioltezza.
È un piacere leggere Stein: scrive fluidamente, con felice mano thriller e un senso corretto dell’erotismo. Prende il lettore, lo accompagna nel suo intreccio.
Dopo un anno di congedo per malattia, Axel si caccia in un nuovo caso, con una determinazione che sembra una novità positiva. Gli omicidi tirano fuori la sua parte migliore. Niente più conflitti, lo deve a Emma.
In un appartamento elegante c’è un uomo aitante, legato a una sedia, crudelmente seviziato e sgozzato. Era responsabile della sicurezza di una nota azienda di trasporti e aveva militato a lungo nei servizi segreti danesi. E poi c’è Aisha. Ha 19 anni…
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