I quattro maestri
- Autore: Vito Mancuso
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Quest’ultima opera Vito Mancuso, teologo, si propone di esporre con linearità e chiarezza il pensiero di quattro grandi maestri del pensiero, della civiltà e della spiritualità. I quattro maestri (Garzanti, 2020) è un volume pieno di spunti e riflessioni con un linguaggio semplice e comprensibile come è nella cifra dell’autore.
Si parte da Socrate, che Mancuso definisce un educatore, un ruolo di cui oggigiorno ve ne è un grande bisogno. Nei migliori casi vi è l’istruzione, non l’educazione, ma istruire vuol dire preparare per e viene da “instruere” mettere dentro. Educare invece viene da “educere” e significa tirare fuori, in particolare quello spazio vuoto dentro di noi che chiamiamo libertà. E Socrate tirava fuori, era infatti figlio di una levatrice e con l’arte della Maieutica faceva nascere la verità dal dialogo.
Buddha, il medico, osservava gli esseri umani e li vedeva soffrire. Anche lui era uno spirito analitico e verificava come tutti soffrono anche chi apparentemente si mostra forte. La sofferenza è il suo tema centrale e cercandone le motivazioni sosteneva che era causata da un desiderio ignorante; si vuole sempre avere, una brama che deriva dall’ignoranza. E ancora, terza nobile verità (dopo la sofferenza e la causa della sofferenza), afferma che è possibile uscire dalla sofferenza. È questo un messaggio che appare pessimista, ma che invece è ottimista, come un medico che sa fare una diagnosi, ma sa che vi è sempre una terapia, la quarta nobile verità. Un quadruplice sentiero che si basa sostanzialmente su tre grandi questioni che sono Etica, Contemplazione e Conoscenza.
Confucio era un grande ottimista e anche un politico nel vero senso della parola. Credeva nella bontà e nella rettitudine degli esseri umani e affermava che la vera politica è quella che sa suscitare negli esseri umani la volontà di essere giusti. Il valore principale, secondo Confucio, è il senso di umanità. Per essere veramente compiuti, bisogna essere umani. Puoi essere colto, istruito, potente, bello, ma se non sei umano sei un fallito. Suscitava quindi profondamente negli esseri umani questo senso di rettitudine e, sulla base di questo, pensava di costruire una Polis, un sistema coeso, una politica autentica. E per questo che per duemila anni il Confucianesimo è stato, l’“Instrumentum Regni”, l’ideologia che ha guidato il “celeste impero” e forse anche per questo che la Cina oggi ha contenuto la pandemia in quanto persiste ancora questo diffuso senso della comunità.
In ultimo ma non per ultimo, Gesù, il profeta il cui messaggio è diverso da quello del Cristianesimo che non è stato fondato da Gesù, secondo Mancuso. Gesù era ebreo e tale voleva rimanere, mentre il Cristianesimo è un’operazione scaturita successivamente, a partire da San Paolo. Non è certo originale questa riflessione, tesi sostenuta da molti studiosi. Il centro del Cristianesimo è il passato, la morte e la resurrezione di Cristo, quindi si guarda indietro per i Cristiani, mentre Gesù guardava in avanti, al futuro, alla venuta imminente del Regno di Dio. Gesù guardava questo mondo, ma mentre Buddha osservava la sofferenza dei singoli lui vedeva l’ingiustizia radicale che governava questo mondo. Il Regno di Dio non è arrivato, ma bisogna vivere nella speranza che si possa cambiare almeno quel piccolo pezzo di mondo che è ogni essere umano. Si può essere ancora oggi discepoli di Gesù e allo stesso modo come si è discepoli di Buddha, Socrate e di Confucio.
Vito Mancuso con questa sua ultima opera non vuole indurre a seguire un insegnamento particolare, ma vuole suscitare in ciascheduno il maestro interiore, il “quinto” maestro: la coscienza morale.
I quattro maestri
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