Il Conformista
- Autore: Alberto Moravia
Quando lessi “La noia” e “L’uomo che guarda”, mi trovai un po’ spiazzato di fronte all’erotismo di questi romanzi. Sapevo ben poco di Moravia: era solo stato accennato nei libri scuola come uno dei grandi autori della letteratura italiana ed io avevo letto soltanto una sua prefazione del romanzo “Memorie dal sottosuolo” di Dostoevskij di cui Moravia si dichiara discepolo, come spiega in un’intervista https://www.youtube.com/watch?v=LVvV94CuMMY. A dire il vero, nei due romanzi sopracitati ci ho trovato ben poco di dostoevskiano (a parte, forse, l’introspezione). Leggendo “Il Conformista”, invece, l’influenza del suo “maestro”, si comincia a sentire. L’opera, infatti, ricorda un po’ “Delitto e Castigo”: come nell’opera di Dostoevskij, Moravia ci presenta un protagonista antieroe, un assassino, il cui primo delitto risale alla sua infanzia, quando un pedofilo tenta di abusare di lui e Marcello, sottraendogli la pistola, gli spara. Poi scappa.
A trent’anni, Marcello Clerici si porta dietro questo ricordo e un senso di colpa che credeva di aver dimenticato. Tormentato ancora dal delitto commesso, pensa che per redimersi dovrà innanzitutto comportarsi come tutti gli altri, costruirsi una vita normale – fiero di essere promesso in sposo a Giulia, una ragazza mediocre e normale – invitare gente normale al matrimonio. Marcello, per dimenticare il suo passato, in cui notava, nei tempi della fanciullezza, la sua anormalità nel provare eccitazione a uccidere le lucertole, farà di tutto per essere normale. Non è credente, ma dovrà “conformarsi” anche da questo punto di vista: se vuole sposare Giulia, prima dovrà comunicarsi e se vuole comunicarsi, dovrà prima confessarsi. Lo farà. Parlerà al prete dell’omicidio del pedofilo che ha tentato di abusare di lui e rimarrà sconcertato dal fatto che il prete sembra essere più interessato all’aspetto sessuale che dall’omicidio, come se il peccato di sodomia fosse più grave dell’assassinio. Allo stesso tempo, Marcello è sorpreso anche dal fatto che il prete non è tanto scandalizzato dal fatto che ha ucciso, ma piuttosto che non ha sentito il bisogno di confessarsi vivendo per tutto il tempo nel peccato. Marcello gli confessa anche della sua missione, quella che, nel suo pensiero sarebbe l’ultima fase per raggiungere la normalità, cioè di essere responsabile di un nuovo omicidio: essendo, Marcello, un appartenente all’OVRA, la polizia fascista, dovrà far uccidere il professor Quadri, un insegnante di filosofia, rifugiato in Francia perché antifascista. Del resto, si può essere più conformisti di un fascista durante il fascismo? Con il pretesto del classico viaggio di nozze a Parigi, andrà a far visita al suo ex insegnante e la stretta di mano che porgerà al professor Quadri sarà il suo “bacio di Giuda” con cui indicherà ai suoi collaboratori la loro vittima. Accade, però, un imprevisto che quasi sta per far cambiare idea a Marcello: egli si innamora della moglie di Quadri, la quale, però, è attratta da Giulia. L’anormalità di Marcello, come ci fa notare Giulia, sta nel fatto che egli vuole a tutti costi essere come gli altri, mentre tutti vogliono distinguersi.
A differenza del film di Bertolucci che ci presenta un uomo molto più abietto, un fascista lurido e imperdonabile così come i suoi collaboratori, Moravia conferisce umanità al suo protagonista assassino, scava nel suo cuore, proprio come fa Dostoevskij con Raskolinov in Delitto e Castigo. Non a caso, Moravia, dichiara, sempre nella stessa intervista, che Delitto e Castigo è l’opera di Dostoevskij più importante per lui.
Il conformista
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