Il manoscritto di Brodie
- Autore: Jorge Luis Borges
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
"A volte ho pensato che ciò che ha concepito e realizzato un ragazzo geniale può essere imitato senza immodestia da un uomo alle soglie della vecchiaia, che conosce il mestiere. Il frutto di tale riflessione è questo volume, che i miei lettori giudicheranno."
Pubblicato nel 1970 Il Manoscritto di Brodie segnò il ritorno alla narrazione, dopo quasi vent’anni dalla pubblicazione di Finzioni, dello scrittore, allora settantunenne, che voleva ricominciare proprio dai testi narrativi perché avevano in se il racconto lineare.
Il libro prende il titolo dall’ultimo viaggio intrapreso da Lemuel nei Viaggi di Gulliver, con l’unica differenza, precisa Borges, che i suoi racconti sono fantastici. Il manoscritto di Brodie raccoglie undici racconti brevi, dei piccoli capolavori, che come voleva l’autore, dovevano distrarre o commuovere e non persuadere il lettore. J. L. Borges, ormai sopraffatto dalla cecità, li compone per mettersi alla prova e sono testi che fanno vedere le cose a chi legge, scriveva Italo Calvino. Infatti in ambientazioni diverse, fra la città e la campagna, leggiamo di passioni, amori, viaggi, duelli e crimini. Ci sono i gauchos, i guappi e nell’ultimo racconto Il manoscritto di Brodie, perlustriamo il paese fantastico degli Yahoos, nel brano una tribù dell’Amazzonia, proprio come se fossimo degli esploratori.
“La tribù è composta da non più di settecento individui che abitano nella boscaglia. Ad eccezione del re, della regina e dello stregone, dormono dove li sorprende la notte, senza fissa dimora. Per chiamarsi si tirano il fango. Hanno la fronte bassa e un colorito rossastro che ne attenua la nerezza. Si alimentano di frutta, di radici e di rettili; bevono latte di gatto e di pipistrello e pescano con le mani. Nelle loro guerre usano le pietre e le imprecazioni magiche. Vanno in giro nudi.“
Nel primo racconto, L’intrusa, l’autore ci descrive il profondo legame di due fratelli solitari Cristian e Eduardo, che vivono esclusivamente del loro rapporto. Il loro affetto viene messo a dura prova quando un giorno Cristian porta a casa e inizia a convivere con Juliana, la sua ragazza. Ben presto Eduardo si innamora di lei e diviene geloso del fratello.
“Da quella notte se la divisero. Nessuno potrà mai conoscere i dettagli di quella sordida unione, che oltraggiava il decoro del sobborgo. L’accordo funzionò per qualche settimana, ma non poteva durare.“
Nonostante Juliana si prendesse cura di entrambi, se ne sbarazzarono. Nel loro ambiente l’unica forza che doveva prevalere era quella del maschio; essere turbati dalla presenza di Juliana, l’intrusa, era una situazione impossibile e quindi bisognava porre fine. Era, anche, l’unico modo per allontanare il sentimento dell’amore che li aveva umiliati e feriti e per tornare alla loro vita di sempre. L’incontro narra, invece, la storia di un duello nel quale si celebrano con venerazione le armi.
“Per bontà o per soddisfare la sua vanità di collezionista, mi condusse davanti a una vetrina. Quando accese la lampada, vidi che conteneva armi bianche. Erano coltelli che l’uso aveva reso famosi. Aprì la vetrina e, senza guardare le indicazioni dei cartellini, mi raccontò la loro storia, più o memo sempre la stessa, con le varianti di località e di date.“
Quelle armi dormivano fianco a fianco nella vetrina finché delle mani non le risvegliarono. È il pugnale che uccide, l’uomo è solo uno strumento. Il duello fra Uriarte iroso e Ducan indifferente si concretizza immediatamente per delle offese urlate in una notte di sbornia, giocando a carte. La metafora del potere degli oggetti che sopravvive alla vita degli uomini è molto potente, come se custodissero la memoria del passato. Erano armi appartenute a due uomini che durante la loro vita non avevano dato sfogo alla loro violenza ed ora per un futile motivo quel destino si compie con altri protagonisti. Nel ferro delle loro lame dormiva e stava in agguato il rancore umano, perché le armi durano più degli uomini.
Il manoscritto di Brodie, considerato ingiustamente una delle opere minori di Borges, rispetta in pieno la poetica dell’universo borgesiano. Undici brevi racconti, perché undici era il numero trasgressivo dei futuristi, scritti traendo spunto dalla vita e dal sapere enciclopedico dello scrittore argentino. I suoi aforismi e l’eco dei richiami letterari e filosofici ad alcuni autori da lui tanto amati, Schopenhauer, Heidegger, Spinoza, Joseph Conrad e Swift, fanno di questo libro un’opera senza eguali.
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