Il robot assassino. L’estinzione umana di Mario Marzano

Riedizione e riscrittura di un romanzo precedente, pubblicato due anni fa e cioè Il robot che volle farsi uomo, Il robot assassino. L’estinzione umana si distingue dalla prima stesura perché se il primo può essere considerato un divertissement, escursione nel mondo della science fiction con una strizzata d’occhio al buon Asimov, in questo nuovo lavoro l’attenzione si volge verso un campo più attuale e serio.

In un periodo in cui si fa un gran parlare dell’intelligenza artificiale grazie anche al boom di chat GPT, l’autore parte da una trama fantastica per riflettere sulla relazione tra uomini e AI, sempre più complessa e ambigua.

Nel romanzo alcuni uomini di scienza collusi con poteri occulti assemblano un robot per scopi tutt’altro che limpidi. Paradossalmente l’umanoide cerca la libertà rifugiandosi in un territorio caro all’autore e spesso indiretto soggetto dei suoi lavori, i trulli di Alberobello.
L’idea del trullo nasce dalla particolare conformazione della tradizionale abitazione locale che ricorda un utero, simbolo di una nascita.
Al di là della trama la riflessione a monte della storia indubbiamente è degna di nota.

Cosa accadrebbe se l’intelligenza artificiale sfuggisse dai propositi primari per diventare “pensante”? Che livello di morale potrebbe eventualmente raggiungere?
Questi interrogativi, invero, non sono nuovi ma sempre più escono dal campo della fantascienza o pseudo-scienza per entrare quasi nell’attualità a braccetto con l’etica
L’idea espressa da Mario Marzano è sicuramente figlia della nostra epoca.
Originale anche il contrasto tra scienza, etica e moralità con il contatto con la natura e le tradizioni dei luoghi che sono il leitmotiv di tutti gli scritti dell’autore pugliese.