L’angelo Esmeralda
- Autore: Don DeLillo
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
La raccolta di racconti di Don DeLillo, edita da Einaudi nel 2013, si intitola “L’angelo Esmeralda” come l’episodio centrale del libro. Il libro è suddiviso in tre parti: due storie nella prima, tre nella seconda e quattro nella terza.
Questi racconti paiono non aver molto in comune poiché i personaggi e le vicende non sono legati fra loro ma ad avvicinare le storie c’è lo stile di DeLillo: i protagonisti sono poco vivi fisicamente ma spaziano nelle profondità segrete della propria interiorità; pur partendo da argomenti semplici sui quali la gente comune non si ferma a riflettere, essi passano al setaccio, tramite l’abilità di un grande scrittore, frasi e gesti sui quali, senza la guida di “un grande” come DeLillo, non ci si fermerebbe a riflettere.
Non tutti i racconti sono, allo stesso modo, coinvolgenti. Quello che colpisce di più è certamente “L’angelo Esmeralda”, la storia di una dodicenne abbandonata dalla madre tossicodipendente. E’ una ragazzina che sta crescendo nel pieno disagio del quartiere del Bronx e che non riesce neppure ad essere aiutata da alcune religiose che in quel luogo si recano per dare sollievo ai reietti, a coloro che sono gli ultimi e gli emarginati dalla società. Esmeralda appare e scompare all’improvviso: di lei non si ode neppure la voce. Pare quasi una presenza angelica che tutti pensano potrà sottrarsi a un terribile destino in quel quartiere malfamato. Vive tra case e fabbriche abbandonate, non si sa di quali espedienti, tra un pericolo e l’altro, evitando le numerose siringhe lasciate sull’asfalto. Eppure anche il destino di Esmeralda è segnato. Quella creatura sublime, leggera e così bella, viene stuprata e uccisa barbaramente. Neppure lei sfugge alla sorte di quel luogo che è vita, purtroppo.
“Questo è reale - grida la più giovane delle suore - Bruxelles è surreale, Milano è surreale. Il Bronx è reale”.
Come altri “angeli” uccisi barbaramente, anche la sua immagine appare su un cartellone pubblicitario:
“In fondo c’era una struttura separata, un caseggiato abbandonato con un muro scoperto ... era il muro su cui Ismael e la sua gang di writer disegnavano con lo spray un angelo in onore di ogni bambino che moriva nel quartiere. Più o meno la metà del grosso lastrone era coperta di angeli azzurri o rosa...”
Anche l’immagine di Esmeralda sembra apparire e tante sono le persone che si riuniscono per assistere alla visione: tra queste c’è anche la suora che non è riuscita a salvare Esmeralda da un destino già scritto e non riesce a trovare rassegnazione per ciò che è avvenuto.
Come in altri suoi romanzi, oltre al Bronx, DeLillo fa riferimento a luoghi in cui ha vissuto come, ad esempio, la Grecia. Due storie sono, infatti, ivi ambientate: la prima in questa terra sconvolta dal terremoto degli anni Ottanta, mentre in “Falce e martello” si fa riferimento alla Grecia odierna e al suo default.
Nei racconti regna un’atmosfera surreale ma anche drammatica perché, come dice un articolo del New Yorker:
“I grandi scrittori come Don DeLillo possono portarci dove vogliono, ma la metà delle volte dove non vogliamo andare”.
DeLillo ci propone argomenti significativi e ci coinvolge in riflessioni amare che fanno, però, parte del suo vissuto, di uomo nato nel Bronx e da quel luogo e da quell’atmosfera mai completamente allontanatosi. Sono pensieri non vani, anzi, tristemente reali.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’angelo Esmeralda
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hai superato 100 articoli. Brava, brava.
Vincenzo
Grazie a sololibri che ha accolto le mie recensioni ma soprattutto a Vincenzo, amico sincero