L’anima e la mente
- Autore: Vittorino Andreoli
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
La “summa” del pensiero escatologico è un colosso di argilla. Anche quella certificata, parto della speculazione di filosofi comprovati, quali Agostino di Ipponia e Tommaso D’Aquino.
L’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima non reggono al buon senso e alla prova dei fatti. Siamo il frutto di relazioni tra le nostre sinapsi: ecco quello che siamo. La mente (che è altra cosa rispetto alla presunta anima) ha sede nell’encefalo ed è destinata a spegnersi con il cessare delle funzioni cerebrali, fine della storia.
Anche se non è bello a dirsi - e la “disputa teologica” non rientra tra le mete dichiarate di “L’anima e la mente” (curato da Vittorino Andreoli e da Franco Buzzi per le Edizioni San Paolo) - sapevo già come sarebbe andata a finire: neuroscienziati battono filosofi due a uno per vizio di base (arduo dimostrare l’esistenza dell’anima, ostico persino pensare di rintracciarne una “collocazione” corporea).
Il segmento analitico del saggio, intitolato “L’anima nel pensiero filosofico e teologico” (assembla i saggi di Franco Buzzi, Alessandro Ghisalberti, Luca Vanzago, Franco Chiereghin, alle prese con i capisaldi del pensiero “metafisico”, antico e moderno) risulta denso, sfaccettato, soprattutto redatto in forma “limpida” (non è detto che ai filosofi riesca sempre) ma non fuga di una sola spanna le mie perplessità: diversi arrampicamenti sugli specchi, molteplici salti di logica (provengano essi dal pensiero di Platone o da quello di Kant e Hegel, è lo stesso) nel tentativo di provare l’improvabile, conferire causalità a un esistere (a un “sentire”, un pensare) che invece andrebbe assunto come casuale.
La sostanza cambia decisamente nella sezione del libro intitolata “Anima e modificazione del cervello e del comportamento”, nel senso che dai voli pindarici si torna finalmente coi piedi sulla terra del funzionamento “meccanico” dell’encefalo, da cui discendono il bello e il brutto, il sano e il malato, della nostra esistenza (si veda l’intervento sulle “Malattie della mente” di Vittorino Andreoli).
A rafforzare ulteriormente il senso di una matrice materiale della mente, la terza parte dello studio (“Anima e scienza”), quasi interamente occupata dall’excursus di Ugo Amaldi e Adele La Rana (“I fisici e l’anima”), che indagano sul rapporto instaurato tra i “patriarchi” della fisica (da Galilei a Newton, da Einstein a Maxwell) con la trascendenza.
In ultima analisi: ciò che colpisce di più di questo volume è la molteplicità dei punti di vista attraverso i quali viene restituito al lettore un tema "scivoloso" e facilmente strumentalizzabile come quello dell’anima e le sue relazioni (a volte pericolose) con religione, filosofia, fisica, biologia, neuroscienze.
Come sintetizza Vittorino Andreoli in coda al volume “Il tema approfondito in questi saggi rimane irrisolto ma arricchito di sollecitazioni, questioni e riflessioni”: verissimo, dalla prima all’ultima parola.
Alle Edizioni San Paolo il merito di avere concepito un libro utile, pregno, non-ideologico, onesto: in tempi di mors tua vita mea letteraria e pamphlet al veleno per partito preso è un merito non da poco.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’anima e la mente
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