L’inconfondibile tristezza della torta al limone
- Autore: Aimee Bender
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2011
Il titolo: una miscela tra sentimenti e cibo, che di questi tempi cattura sempre l’attenzione. L’autrice: Aimee Bender, che con naturalezza riesce a coniugare in modo delizioso il reale col fantastico. Due ingredienti, insomma, che mi hanno indotto a leggere questo libro. Finora avevo letto delle raccolte di racconti della Bender, quelle con cui si è imposta al pubblico, per cui avere a che fare con un suo romanzo mi ha molto incuriosito. Infatti non è detto che chi sia molto bravo nello scrivere racconti brevi sia altrettanto in gamba a scrivere storie lunghe, ma lei ci riesce anche se delle diversità tra questo bel romanzo e le sue short stories ovviamente ci sono.
Partiamo dalla trama. Una ragazza, Rose, scopre di avere un “dono”, che è quello di riuscire a capire gli umori, gli stati d’animo, i sentimenti delle persone attraverso i cibi che loro cucinano. Tutto parte dalla torta di limone preparata dalla madre per il suo nono compleanno. La scoperta sconvolgente porta Rose a capire molte cose riguardo a sua madre e ad altre persone che le ruotano intorno. Restano indecifrabili invece gli uomini della famiglia, il padre e il fratello genio e inavvicinabile. Che abbiano anche loro un qualche “dono”?
Aimee Bender mette sul piatto un tema quanto mai interessante. Ognuno di noi, in maniera cosciente o meno, ha o può avere in qualche modo una particolarità, positiva o negativa. Non è possibile alle volte decidere se usarla o meno e come usarla. Accettare di averla non sempre è una cosa semplice anche quando questa particolarità è straordinaria, anzi proprio il fatto di essere fuori dall’ordinario può rendere difficile la sua accettazione. Si può quindi decidere di evitarla, di non entrarci in contatto e vivere nella normalità in quanto “luogo” più sicuro. Ma cosa fare una volta che ci si confronta con questa “particolare capacità”: decidere di vivere nel mondo reale o chiudersi in sé stessi e lasciare tutto il resto fuori? Accettarla come un “dono” o vederla come una “disgrazia”?
L’autrice riesce così ancora una volta a unire in modo sorprendente il mondo reale con situazioni straordinarie, anche se a differenza dei suoi racconti brevi in questo caso la realtà sembra molto più presente e il mondo fantastico è limitato ai “doni” delle famiglia. Inoltre la “straordinarietà” che nel caso dei racconti diventa quasi normalità, qui è vissuta come una cosa effettivamente fuori dal comune. Questo ovviamente non va a scapito della bellezza del libro che è a tutti gli effetti un romanzo degno di essere letto, scritto in maniera sobria e delicata. Un libro che evidenzia come l’esistenza di persone particolari rende questo mondo interessante, ma allo stesso tempo come, quando si è diversi dagli altri, spesso è difficile accettare sé stessi prima ancora di sapere se si è accettati dal resto del mondo.
L'inconfondibile tristezza della torta al limone
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