Un segno invisibile e mio
- Autore: Aimee Bender
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2011
Aimee Bender esordisce con il suo primo romanzo dopo una raccolta di racconti (La ragazza con la gonna in fiamme) che l’aveva portata all’attenzione del mondo letterario. Un segno invisibile e mio è un romanzo, intelligente e tenero, in cui alcuni tra i temi cari all’autrice, già in germe nella sua raccolta di racconti, vengono più profondamente sviluppati. Temi che ricorreranno anche nelle opere successive.
Un primo punto di attenzione è la paura delle malattie, soprattutto quelle misteriose, unita alla paura della morte che, come un’ascia, pende su ognuno di noi condizionandone la vita stessa che rischia in questo modo di non essere vissuta. Così quando il padre scopre di avere una strana malattia che lo ingrigisce, tutto intorno sembra ingrigirsi, perdere di colore e di azione, di forza e di movimento. E la figlia Mona, protagonista del romanzo, non sa fare altro che rifugiarsi nei suoi gesti scaramantici diventandone schiava.
Altro tema sviluppato è senza dubbio la voglia di essere riconoscibili e visibili al mondo. Così quando il vicino, che per farsi notare mette dei numeri che ne indicano l’umore, non si accorge di quello che succede al padre “sbiadito”, la piccola si chiude in sé stessa, non mostrando a nessuno quel suo unico segno che resta invisibile.
Le cose però iniziano a cambiare quando Mona è chiamata a insegnare in una scuola di bambini. E qui c’è il terzo argomento, quello delle relazioni sociali e dei rapporti umani che porteranno a una sorta di piccola speranza, una debole luce che brilla dentro ognuno di noi.
Un romanzo che si legge con facilità ma che non per questo è banale, anzi tutt’altro. Aimee Bender sa unire la complessità dei concetti con una naturale facilità di esporli e renderli chiari al lettore. Anche l’ambientazione aiuta a questo e l’autrice è brava nello scegliere la città in cui queste vicende accadono lasciando invece alla fantasia della madre, che lavora in un ufficio del turismo, di andare oltre il quotidiano squallore.
Figlia di una generazione di scrittori americani che hanno in comune l’attenzione per le manie, le fobie e la paura delle malattie, Aimee Bender descrive in modo limpido quel disincanto per il miracolo americano che passa dal giallo-oro a un grigio e che rischia di portare alla inazione chi ci sta dentro. L’autrice ci fa regalo di una bella opera che, come dice Giancarlo De Cataldo, la catapulta nell’Olimpo degli scrittori americani.
Un segno invisibile e mio
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